Gli eventi di una vita – trough imagines
non sono poi molti – post seprimentale n°1
Piccola premsessa ontologica
Evento in psicoanalisi ed in sceneggiaura è un accadimento nella vita degli esistenti in grado di alterare lo stato di equilibrio preesistente.
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Nell’orizzonte degli eventi della vita di un uomo non è che si possa giostrare poi molto.
La nascita
L’amore
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l’inizio di un amore;
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la vita di un amore;
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la fine di un amore.
La famiglia di nascita
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il padre;
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la madre;
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i fratelli;
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le sorelle.
La famiglia che ci scegliano
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la moglie;
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il marito;
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i filgli;
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nessuna famiglia (come me).
Gli amici
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gli amici della madre;
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gli amici del padre;
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gli amici della moglie;
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gli amici nostri (i più importanti se ci sono);
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gli amici dei figli.
La malattia
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quella del padre;
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quella della madre;
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quella nostra (la più importante per noi e l’unica che patiremo veramente);
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quella della moglie (altrettanto importante);
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quella dei figli (devastante);
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quella degli amici e dei loro parenti.
La morte
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quella di nostro padre;
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quella di nostra madre;
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quella nostra (l’unica che forse non potremo vedere);
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quella di nostra moglie;
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quella dei nostri figli (più piccoli sono meno senso avrà);
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quella dei nostri amici e parenti (alcune lasciano vuoti incolmabili);
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nessuna se fossimo Dio
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Fuori da questi eventi abbiamo la nostra vita prevalente che non è registrata nei film né nelle sceneggiature.
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il lavoro nostro;
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quello di nostro padre;
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quello di nostra madre (se mai c’è stato veramente);
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quello dei nostri amici e parenti;
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quello dei nostri figli.
Restano gli avi e gli altri parenti.
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i nonni;
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i bisnonni;
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gli zii;
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i prozii;
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i cugini (alcuni spesso cari);
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le cugine (alcune spesso amate segretamente come nel romanzo di Ercole Patti);
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i nipoti (che spesso amiamo come i figli).
Ci possono ancora essere gli ideali, le appartenenze, le passioni per qualcosa, le dipendenze magari anche morbose.
I viaggi.
Le partenze, i ritorni.
Gli addii.
Cos’altro.
Il nostro incessante dialogo interiore. Tormentato e tormentante. Che cerca risposte, che genera domande.
Abbiamo pulsioni, slanci, armonie improvvise, disincanti precoci e tardivi.
Illusioni, speranze, conferme, delusioni cocenti.
Sport, hobbiies, manie, piaceri e dispiaceri di diverse nature, non si finisce mai di contarli.
Il tutto è spesso coperto da rumori, da suoni, dal vento, da musiche, da canzoni, ben poco importa se passate di moda.
Tutto è ricordo, è sensazinone, e cancellazione apocrifa, distrazione dal se ardua, spericolata e spesso inutile.
Più inutile di questo post.
Ma la vita è soprattutto emozione.
Tradita, sepolta, dimenticata, offuscata, viva, ferocemtne presente.
Viste attravero gli eventi, bisogna ammetterlo, le vite si somigliano un po’ tutte.
E quindi il cinema non può essere che finzione nella misura in cui non fa altro che raccontare tutto questo in tanti i modi.
Certo ci sono i contesti.
Certo ci sono le storie.
Ma le storie mi ricordano quel gioco di unire i puntini numerati.
Ogni volta viene fuori una figura diversa, ma, dobbiamo ammetterlo, il trastullo è sempre quello.
E poi ditemi, cosa sarebbero le sceneggiature private di questi eventi?
Forse altro.
Forse l’essenza dell’immagine.
Da questo paradosso parte una provocazione di linguaggio.
Girare un film sensa eventi.
Senza storia nè sceneggiatura.
Fare parlare le parole.
Fare vedere le immagini.
La nostra vita non è niente se noi non cerchiamo, arrancanti, di darle un significato.
Uno qualunque.
Purchè sia vero.
Purché ne siamo capaci.
Io ci proverò.
@mpinaCiancio un caro saluto e grazie ;-)
Rob.
Oltre che piacevole da leggere, tutto verovero naturalmente! Ciao Mapi :)
@Immantinente ^___^
Rob.
Stupendo.
Immantinente
@22settembre2003 che non ho mai capito perchè il tuo nick è una data …
Rob.
Ciaooooooooo, che piacere ritrovarti!!! Io sto bene,sono solo un pò stanca tra studio e lavoro. E tu? che mi racconti? mi piace la nuova veste del tuo blog…
@unverdeblog in effetti pensavo l’esatto contrario. Cioè a lasciarmi affascinare da tutto quello che ci sembra inutile.
@C in effetti pensavo a fondere, senza tentativi particolari di adattamento dal letterario al filmico:
– prosa poetica (voce fuori campo)
– immagine in movimento
– fotografia
– musica
– recitazione attoriale
Ma tentando di fondere il tutto in un impasto unico che crei un forma di comuncazione emozionale.
Più facile a tentare di fare che a dire.
Grazie a tutti.
Rob.
il film a cui pensi tu forse l’ho già visto. Ricordi quegli esperimenti con la macchina lasciata aperta 24 ore su un fiore o sul cielo? niente commento, nessun evento, nessuna sceneggiatura nè storia, quasi nessun accadimento percettibile, poi….basta rimandare il nastro a velocità accelerata e scopri che quel niente era un accadimento formidabile. Qualcosa che senza dire, scoprire o aggiungere nulla al già noto e visto tuttavia diceva, scopriva aggiungeva una entità enorme, l’emozione nell’essenza stessa dell’immagine. Pensavi a questo Ro? C.
e’ veramente interessante questo spunto.
come l’hai scritto.
e pure la scelta delle immagini di contorno.
E infatti chi e’ che diceva.. forse Hitchcock.., che un film e’ la vita alla quale sono stati tagliati i tempi morti..
..la vita su cui cui si e’ attuato un gran lavoro di montaggio..?
@festen1968 In effetti lo è già …
Presto altre news.
;-))
Rob.
quest post protebbe essere uno spunto per un bel soggetto.
@rukert invece la tua rifelssione mi è utilissima e grazie, davvero, per la tua partecipazione emotiva.
Bentornato.
;-)
Rob.
Un film senza eventi … un film senza eventi … un film senza eventi … eventi come quelli che descrivi… senza? … provo a immaginarlo ma non riesco a sganciarmi dalla storia, non riesco a sganciarmi. Un film senza eventi … è possibile? Ma se anche lo fosse quale potrebbe essere lo scopo. Raccontare? No… evocare? Forse. Ma come faccio a rispondere se non riesco a immaginarlo… mi viene più facile pensare a un film senza l’uomo, ma non so il perché. Scrivo alla rinfusa ragiono scrivendo non so dove sto andando. Però poi penso anche alle tue parole, ripenso a ciò che dici della malattia degli altri e propria e poi ci ripenso e non sono d’accordo, ma questa è un’altra storia. Poi torno agli eventi… Mi viene in mente una storia cui avevo pensato, una storia senza storia. Un giorno qualunque all’inferno, in una galera in un lager in uno stato in guerra, un giorno qualunque di quelli senza eventi di quelli che di solito si dimenticano: “oggi non è successo nulla”. Può essere questo un film senza eventi? Forse no, nemmeno questo. Caro rob in stato confusionale mi rileggo e non so quanto mi capisco, cancello tutto? No ti lascio questa confusione, magari tu potrai capire più di quanto mi sia capito io, forse arrivando a dire che non c’è nulla da capire.
Ciao
@C ;-) grazie …
un film senza eventi???? come dire raccontare una storia senza sonoro….eppure il film muto c’era, no?! Giraci attorno Ro, vedrai che la maniera la trovi, se una cosa puoi pensarla, esiste! Ameno per Dio e chi può dire dove finisce la somiglianza, prima o dopo la scoperta della relatività? prima o dopo la scoperta della pennicilina? prima o dopo i viaggi su Marte?? devi compiere una creazione, un’invenzione… un salto di paradigma, come si dice dopo. Puoi farlo, qualcuno può farlo e tu sei qualcuno. C.
@Alderaban Ho idea di girare un film fondendo prosa poetica, immagini in movimento, immagini ferme, musica.
Un film che trasferisca uno spleen.
Non una storia.
Tutti i registi, però, secondo me, finiscono per attingere qualcosa dalla loro vita, e forse anche io con questa idea.
Ma ti prometto non girerò nulla sulla tua vita.
;-))
Rob.
Un film senza eventi…come la pittura senza forme…si è passati al colore puro.
Sulla pellicola mi riesce difficile immaginare un’operazione del genere ma mai dire mai…se si riesce lo stesso a comunicare emozioni vuol dire che funziona.
ps: ma chiè qel scalzacane che gira il film della mia vita? ^_^
@Mauro grazie ;-)
Rob.
Beh, l’arte è privilegio degli utenti e condanna per chi la pratica.
tutto il resto è business; e a volte ci vuole anche quello.
Post notevole carissimo Rob!
Yours
MAURO
Posso solo rispondere che i tempi morti non sono annoverabili tra gli eventi, motivo per cui non vengono registrati nei film.
Sul fatto che la vita non sia un film non sono ancora assolutamente convinto.
Secondo me la vita è un film nella misura in cui la guardiamo con gli occhi del regista.
Senza saperlo noi ci scegliamo certe angolature, da dove decidiamo, filosoficamente, di riprendere la nostra vita.
Il regista raggiunge solo un grado di consapevolezza maggiore riguardo alla visione, e decide, più di altri, il punto di osservazione e di concentrazione visiva e quindi conoscitiva.
La visione è uno dei principali mezzi di conoscenza.
Più usiamo l’arte della visione più viviamo in maniera consapevole il dono della vita, ovviamente secondo me.
Pensa alla corrente pittorica degli impressionisti.
Non fecero altro che inserire un elemento psichico nei quadri.
Non ciò che guardavono, o quanto meno non solo, ma il loro spleen, la loro disposizione, come la definirebbe Wim Wenders.
Non so quanto questo sia un privilegio o una condanna però.
;-)
Rob.
nella vita ci sono i momenti morti, come diceva quello in radiofreccia, la vita non è un film.