Carlo Ponti – riflessioni sul cinema italiano
Se ne è andato ieri, all’età di 94 anni, il celebre produttore Carlo Ponti.
Con lui scopmpare una figura tra le più rilevanti del cinema italiano.
Già perché si pensa sempre che il cinema sia un fatto d’immagini, di sequenze, di regia, di recitazione, di montaggio.
No il cinema, quello che si vede nelle sale, è essenzialmente un fatto di soldi.
D’imprenditori disposti a finanziare progetti. Di gente capace di bilanciare politiche d’investimento, per crearsi i fondi necessari a poter sostenere non solo iniziative commerciali, ma, anche, artistiche e culturali.
Proprio come seppe fare, e molto bene, Carlo Ponti e come ha sempre fatto Dino De Laurentis. Del resto lavorarono, per molto tempo, insieme.
E’ questa prospettiva del doppio passo che è oggi assai carente in Italia.
Certo Aurelio De Laurentis sostiene che le sale non sono più piene come negli anni ’60.
Certo l’offerta televisiva è orami enorme.
Certo si sono sviluppati mercati paralleli al cinema come il DVD.
Certo oggi è possibile scaricarsi i film da internet.
Ok, ok, ok, ok.
Ma il problema del coraggio dei produttori rimane, in tutta la sua drammatica rilevanza.
Io sostengo da tempo che è un po’ come il cane che si morde la coda.
Non si finanziano film culturalmente interessanti, la gente non viene da questi stimolata, si finanziano, invece, film prevalentemente commerciali, la gente vede solo questi ultimi e non affina il gusto.
Insomma una spirale perversa ed involutiva in cui il cinema viene sempre più concepito come un grosso contenitore d’intrattenimento e sempre meno, anche, un veicolo culturale. Questo spiega, in parte, anche il dilagare del fenomeno DVD a scapito delle sale.
Si aggiunga poi la latitaza della RAI che non dedica al cinema trasmissioni di livello (se si fa eccezione per Cinematografo di Gigi Marzullo) che va in onda la domenica dopo l’una di notte, quando basterebbe migrare 1/10 delle ore di programmazione dedicate al calcio ad esempio. Ed il ragionamento, si badi, vale pe Mediaset.
Ed ha ragione Lina Wertmuller quando sostiene che il cinema ha rappresentato, e non solo per l’Italia, la letteratura del ‘900, e quando afferma che certi film andrebbero proiettati ed insegnati nelle scuole, al pari delle opere letterarie.
Si magari questa è davvero una buona idea.
Bisogna fare rinascere dal basso una cultura di conoscenza del cinema affinché gli spettatori si riavvicinino al fascino delle sale. E magari tornino a pretendere qualcosa di più dall’offerta cinematografica italiana.
In questo momento di così forte stasi culturale, questa dovrebbe essere una priorità da sostenere anche a livello di finanziaria, e non un bell’argomento da sciorinare in occasione della commemeorazione di un produttore capace, sensibile, intelligente come Carlo Ponti.
Ieri sera ho visto la deludente trasmissione della Rai condotta dal celebre giornalista di cui non faccio il nome.
Per carità, meglio quello di niente, ma insomma. Tante testimonianze e poco dibattito vero. Mi hanno colpito solo Dino De Laurentis, e Tonino Guerra, che mi è parso meno ottimista del solito.
Ma è mai possibile che di cinema, in Rai, debbano occuparsene solo Gigi Marzullo o Bruno Vespa quando qualche personaggio degno della sua trasmissione serale (o dovrei dire notturna), decide di tirare le cuoia?
Tristezza.
Links
Carlo Ponti wikipedia qui.
Carlo Ponti filmografia completa su IMDB qui.
@Petarda per il momento ho l’occhio fasciato, mi dicono che mi hanno drasticamente ridotto la miopia. Domani mi sbendano e pare in due tre giorni si recupera tutto.
Grazie dell’interessamento ;-)
Rob.
ma che stai a scherzà?
mi sembri quelli che mi chiedono se mi chiamo maldiva. :)
ok, trasmetto il commento a locri.
com’è andato l’intervento?
il film di gondry è il prossimo che vedrò. l’ultimo, quello di von trier, mi è piaciuto assai.
@Petarda e che c’è bisogno di chiedermelo? Certo che si ci mancherebbe.
;-)
Un saluto.
P.S. Oooops non ti chami Marvina, mi sembrava … ;)
Rob.
uh roberto… posso mandare il commento tuo a locririflette? credo che gli farebbe un enorme piacere…
maRRRRvina??? :)))
che bel commentone pieno e completo, son contenta che ti sia piaciuto, e anch’io come te ho apprezzato alcuni tocchi delicati ma molto evocativi come quello del cerchio tracciato col gesso.
ho conosciuto alcune persone che hanno sofferto o soffrivano di attacchi di panico… si manifesta in modi e tempi diversi ma son convinta che richieda un lungo lavoro per uscirne.
ciao :)))
@Petarda’s Allora Marvina, ho visionato il corto. Mi è piaciuto molto.
Non so se tu hai mai avuto una relazione con la sindrome dell’attacco di panico, io si, e ti posso assicurare che è una condizione dalla quale non è semplice uscire senza un adeguato supporto terapeutico.
Mi sono piaciute molto alcune sottolineature formali volte a descrivere, quasi su un piano allegorico, lo stato in cui ci si trova improvvisamente.
Mi riferisco alle sequenze con l’audio coperto dai suoni, o a quella in cui Rosa disegna intorno a se, con il gesso, un cerchio.
Ho letto vaghi e quasi inconsci riferimenti sia al cinema di Bunuelle che a quello di Antonioni (surrealismo ed incomunicabilità).
Effettivamente la “zona di confort” psichica, in quei momenti, tende a restringersi molto e ci sembra quasi che nessuno possa realmente comprenderci.
Sottolineo infine che il linguaggio è “audiovisivo”, ed in questa accezione mi sembra che questo artista di Locri non solo lo padroneggi molto bene, ma dimostri anche una notevole attitudine innovatrice.
Qualche perplessità sul finale un po’ troppo edulcorato, ma sono disposto a chiudere un occhio difronte all’idea di una prospettiva artistica e non documentaristica di descrizione del tema.
Insomma a me il corto è piaciuto molto. Ed anche l’idea di condividerlo tramite YouTube.
Il Sud d’Italia, tanto poco stimato dai mass media, è un luogo, invece, di grandi fermenti artistici in cui si recupera un’attenzione ai problemi sociali ed al concetto stesso d’individuo, che mi lasciano molto sperare e riflettere.
Davvero grazie per la segnalazione.
Rob.
ciao rob, superOT volevo lasciarti il link al blog di un artista di locri che tra le altre cose realizza anche materiale video, in questo caso un corto che a me è piaciuto; mi piacerebbe sapere che cosa ne pensi tu che c’hai l’occhio clinico :)
http://psicologicamentefriabili.splinder.com/
@EddieValiant è proprio così parlare con competenza di cinema evidentemente non fa audience.
;-(
Rob.
purtroppo sì, in Italia parlare di cinema non tira. e più va avanti così peggio sarà.
@elisasempre Diciamo che il cinema è un sogno concreto.
Nel senso che servono, oltre alle idee, anche i soldi. ;-)
Grazie delle belle cose che mi dici e per avermi inserito tra i tuoi contatti.
;-)
Un saluto e a presto.
Rob.
..amo il cinema.
Per me è sempre stata un po’ una materia scolastica..
Bello trovare il tuo blog se non ti dispiace ti inserisco nei miei contatti e torno a trovarti nelle tue pagine..
Mi piace salutarti qui per il ricordo di uno che per il cinema che è sogno, s’è impegnato molto e con il concreto.
Lo vidi una volta quando ero piccola, con la sua stuatuaria e splendente consorte..abitavano nei dintorni di casa mia..
Ciao e complimenti ancora per il tuo blog.
Elisa
:-)