Uno su due – di Eugenio Cappuccio
Uno su due – il ruolo salvifico della sofferenza
Titolo originale: | Uno su due |
Nazione: | Italia |
Anno: | 2006 |
Genere: | Drammatico |
Durata: | 100′ |
Regia: | Eugenio Cappuccio |
Sito ufficiale: | www.unosudue.it |
Cast: | Fabio Volo, Anita Caprioli, Ninetto Davoli, Giuseppe Battiston, Tresy Taddei, Agostina Belli, Paolo Rota, Francesco Crescimone, Pino Calabrese |
Produzione: | Rai Cinema, ITC Movie |
Distribuzione: | 01 Distribution |
Data di uscita: | Roma 2006 02 Marzo 2007 |
Interpreti e Personaggi
FABIO VOLO Lorenzo Maggi
ANITA CAPRIOLI Silvia, fidanzata di Lorenzo
NINETTO DAVOLI Giovanni
GIUSEPPE BATTISTON Paolo Albini, collega di Lorenzo
TRESY TADDEI Tresy, figlia di Giovanni
AGOSTINA BELLI Elena, madre di Tresy
PAOLA ROTA Antonia, sorella di Lorenzo
FRANCESCO CRESCIMONE Crescimone, degente-filosofo, amico di Giovanni
LUCA MARTELLA Istruttore parapendio
PINO CALABRESE Dottor Ferretti
Location: Umbria (Deruta, Monte Subasio), Genova, Imola, Bologna.
Introduzione – piccolo sfogo sulle facili critiche al cinema italiano
E’ facile parlare male del cinema italiano. E’ facile, fa anche un po’ figo, e spesso quasi inevitabile, ammettiamolo, il nostro cinema non ha una scuola eccetera, eccetera, eccetera.
Eppure io credo che questo atteggiamento sia parte del problema.
Si reiterano cioè atteggiamenti appresi da altri, spesso da soloni che magari ne avevano ben donde, ed un po’ come avviene per certo moralismo cattolico si parla di cose di cui non si penetra a fondo la conoscenza, né si ha la voglia o il tempo di guardare aldilà.
Io credo, invece, che la funzione di critico (cosa che, sia chiaro, io non sono, di me potrei al limite arrivare ad utilizzare la definizione di appassionato, amante, ammalato, o, volendo proprio esagerare, di studioso del cinema) dovrebbe essere un qualcosa che si radichi fortemente alla realtà culturale, sociale, storica, ed intellettuale di un certo paese, in un determinato periodo storico, e che esclusivamente da tale prospettiva tenti l’ingrato (e comunque sempre approssimativo) compito di analizzare un’opera.
Perché il cinema non è altro, alla fine, come del resto la letteratura e dovrei dire tutta l’arte, una scaturigine di ciò.
L’ideale sarebbe sperimentare i problemi pratici di questa arte ed, al tempo stesso, complessa forma di comunicazione che è il cinema.
Per cui criticare un’opera ponendosi al di fuori di questo contesto, da questo peculiare punto di osservazione, significa solamente scimmiottare un atteggiamento, senza entrare nel merito delle difficoltà che, invece incontra, nel nostro paese, in questo particolare momento storico di complessivo declino culturale, chi intenda fare del buon cinema tentando di affrontare dei temi rilevanti e contemporanei.
Ora io, sia chiaro, non ce l’ho con nessuno in particolare, e queste mie opinioni, intendiamoci come tutto questo blog, sono opinabilissime eppure.
Eppure mi è capitato di leggere critiche non positive di questo film e la cosa mi stupisce assai. Tutto qui.
In questo post:
1. Uno su due – Analisi di eventi ed esistenti
1.1 La contemporaneità valoriale degli esistenti ed il ruolo salvifico della sofferenza
1.2 Gli altri esistenti dell’intreccio
2. La regia ed il linguaggio audiovisivo
3. Appendici
§§§
1. Analisi di eventi ed esistenti
E già perché, invece, dovendo entrare nel merito dell’opera, non si può certo tacere, ad esempio, che l’impianto narraivo è costruito molto bene.
Diciamo che la storia c’è e che funziona.
Che i punti di snodo dello screenpaly sono assolutamente ben sviluppati.
Che tutti gli esistenti svolgono una funzione drammaturgica precisa, asciutta, corretta e senza sbavature.
Prendiamo il personaggio di FABIO VOLO Lorenzo Maggi. Lo spettro del suo dramma è tutto racchiuso in queste due sequenze:
1.1 La contemporaneità valoriale degli esistenti ed il ruolo salvifico della sofferenza
Lorenzo Maggi impersonifica, a guardarlo bene, un archetipo dello stile di vita contemporaneo. Un uomo che ha praticamente tutto. Che crede di stare per raggiungere anche una considerevole indipendenza ecoonomica. Che vive d’individualismo, di bisogni materiali, che è ambiguo nei rapporti professionali e sentimentali, che s’immerge, quasi inconsapevole, in quell’inferno che è spesso la vita quotidiana, si ritrova improvvisamente catapultato in un viaggio iniziatico e di attesa che è la malattia. Questa malattia, quasi come una metafora della spiritualità, che costringe sempre a riflettere sulla caducità delle cose che spesso, e a torto, consideriamo importanti.
Mi sono venuti in mente i versi di Gibran Kail Gibran ne "Il Giardino del profeta", quando paragona la sofferenza ad un coltello che scava un incavo nel legno, tanto più profondo quanto più dolorosa è la sofferenza, nel quale sarà però poi possibile accogliere la felicità e la gioia.
Ma mi sono venuti in mente anche altri riferimenti cinefili come "Le invasioni barbariche" nel quale la sorte che tocca al protagonista è di segno totalmente invertito (proprio vero uno su due allora), rispetto all’opera di Volo e Cappuccio, e nel quale, peraltro, si arrivava poi a tangere tutti altri temi come quello, assai dibattuto recentemente, dell’eutanasia.
Sotto un profilo strutturale diciamo che il film si nutre di questi elementi fondamentali.
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L’uscita di Lorenzo dalla sua vita ordinaria
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La scoperta di un mondo nuovo (il mondo straordinario)
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La conquista dell’elisir
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Il ritorno, graduale, di Lorenzo alla vita (al mondo ordinario), cambiato.
Insomma il viaggio dell’eroe di Christopher Vogler (ho volutamente semplificato i passaggi ma posso confermare che ci sono tutti quantomeno quelli fondamentali) applicato senza sbavature ed inutili perifrasi narrative.
Che dire che in questo viaggio la cosa che era difficile da rendere era il senso di attesa.
La sospensione in una dimensione diversa che si nutre dell’abilità registica ed attoriale di dare vita a cose, per loro natura impalpabili, inconsistenti.
Come l’attesa di un responso che potrà cambiare in bene o in male, la vita.
E qui la similitudine con l’attività di avvocato svolta dal protagonista è certamente ben costruita.
1.2 Gli altri esistenti dell’intreccio
Intorno a Lorenzo gli altri esistenti.
GIUSEPPE BATTISTON Paolo Albini, il collega di Lorenzo, che si ritrova a doversi assumere tutta la responsabilità dello studio e che rappresenta forse l’esistente più puro e leale del film. L’attore soldiniano riesce a restituire una onesta interpretazione di quello che è il ruolo di un amico in una situazione del genere.
Oppure ANITA CAPRIOLI Silvia, la fidanzata di Lorenzo che si ritrova a vivere la difficile condizione di una partner che deve attendere l’evoluzione dell’altro. Brava.
NINETTO DAVOLI Giovanni il camionista che diventa una sorta di Virgilio per Lorenzo che lo conduce, con la sua esperienza di vita e della malattia, nel cammino all’interno del mondo straordinario e che svolge un ruolo drammaturgico centrale nel cambiamento di Lorenzo.
Davoli è stra-or-di-na-rio.
E’ un attore davvero considerevole che restituisce, con rara intensità, tutta la drammaturgia e la delicata poesia del personaggio.
Ma anche gli esistenti minori come FRANCESCO CRESCIMONE Crescimone, degente-filosofo, amico di Giovanni, il maestro pieno di buonsenso che combatte, anche lui, contro il male con, molta dignità, io trovo che sia costruito con grande senso di Pietas.
PAOLA ROTA Antonia, sorella di Lorenzo, forse il personaggio sviluppato peggio, che ha però il merito di coniare il vocabolo che, più di altri, da il senso del sentiment del film: rattenuto (fusione, secondo l’esistente del film, dei termini trattenuto e rattrappito).
Insomma tutto lo sviluppo del conflitto infra-personale tra Lorenzo e se stesso, ha una progressione narrativa corretta che giunge al catartico finale, magari appena un po’ scontato, in maniera assai commovente.
Si sarò un sentimentale, e perchè no, ma a me questa storia è piaciuta proprio assai.
Certo mi si dirà che Fabio Volo non è un attore.
Però è coautore della sceneggiatura e scusate se è poco. Una sceneggiatura (Michele Pellegrini, Francesco Cenni, Massimo Gaudioso, Fabio Volo ed Eugenio Cappuccio) molto influenzata dall’esperienza di Volo, che durante la stesura ha dovuto realmente trascorrere un mese in clinica per degli accertamenti.
E come attore è sempre meglio di altri attori italiani emergenti e considerati bravi (Roberto ma stai forse alludendo a Stefano Accorsi? … Ehm non mi fate queste domande per favore.)
E poi mi corre l’obbligo di ricordare che dulcis in fundo, il cambiamento di Lorenzo è suggellato dalla sua ricerca di TRESY TADDEI Tresy, la figlia di Giovanni e di AGOSTINA BELLI Elena, madre di Tresy (no dico vi rendete conto cosa possa significare per un blogger che ha mosso i primi passi nei cinema assistendo a pellicole come Sepolta Viva la cosa rappresenta un’emozione in se).
Il personaggio di Tresy e la resa attoriale di TRESY TADDEI sono state le cose che, tra le tante, ho molto apprezzato in questa pellicola. Se questa ragazza così giovane, così bella e così promettente, saprà muoversi bene, potrebbe diventare davvero la nuova Ornella Muti con la differenza che la Muti prima d’imparare a recitare …
2. La regia ed il linguaggio audiovisivo
I detrattori di Eugenio Cappuccio diranno che dopo "Volevo solo dormirle addosso" il regista sia riuscito a rovinare anche il plot di "Uno su due".
Beh secondo me si sbagliano.
Cappuccio lascia che a parlare siano i sentimenti e non i movimenti di macchina.
E devo riconoscere che il film arriva con tutto il suo dolore, la sua drammaticità, le sue attese, la sua liberatoria catarsi.
Gli attori rendono molto bene, tutti, la loro parte e questo sarà pure un po’ merito della loro direzione.
Tra tutti io rimango strabiliato dalla semplice poesia di Ninetto Davoli che sa conferire all’esistente di Giovanni una dolcezza che gli è propria, e nella quale non si può non rivedere quella di Pier Paolo Pasolini di cui fu una sorta di alter ego cinematografico.
Spero davvero che questa riscoperta di Cappuccio segni il ritorno di questo attore anche in altre opere … Dio sa se il cinema italiano ha bisogno di attori così talentuosi.
Insomma che altro dire?
Che Fabio Volo è simpatico, bravo e che questo film segna per lui una svolta importante nell’ambito della sua carriera cinematografica. E che la pellicola è stata presentata, in anteprima, alla Festa del Cinema di Roma.
A presto.
3. Appendici
FABIO VOLO
Fabio Bonetti, in arte Fabio Volo, nasce il 23 giugno 1972. Nel 1996, Claudio Cecchetto gli propone di lavorare come speaker a Radio Capital. Grazie al suo umorismo e alla sua capacità di conduttore, Match Music gli propone un contratto per il programma televisivo Svegliati. Nell’estate del 1998, conduce insieme ad Andrea Pellizzari il programma radiofonico Soci da spiaggia su Rai Radio Due. Grazie alle sue battute graffianti viene chiamato da Italia 1 per Le Iene, con Simona Ventura. A partire dal novembre 1998 parteciperà a tre edizioni della fortunata trasmissione. Dal settembre 1999 al gennaio 2000, conduce Candid Camera Show su Italia 1, con Samantha de Grenet. Sempre nel 2000 inizia con Radio Deejay il suo programma Il volo del mattino che successivamente lo porterà a Il volontario. Pubblica il suo primo libro Esco a fare due passi che vende oltre 300.000 copie. Conduce la prima edizione di Ca’volo su MTV e, da settembre 2001 a gennaio 2002, il programma Il volo su LA7. A fine aprile 2002, debutta come attore in Casomai (regia di Alessandro D’Alatri) con Stefania Rocca. Presentato al 17° Festival Internazionale di Fort Lauderdale in Florida, il film si è aggiudicato due menzioni speciali per D’Alatri e Stefania Rocca, il premio come "Miglior film straniero" e quello a Fabio Volo nella sezione "Miglior attore esordiente". Viene anche candidato come "Miglior attore protagonista" al David di Donatello 2003. Nel giugno 2002, conduce la seconda edizione di Ca’volo su MTV, che vede la partecipazione straordinaria al programma di Silvano Agosti. Riprende poi i suoi progetti con Radio Deejay. Nell’aprile del 2003, esce il suo secondo libro E’ una vita che ti aspetto. Per MTV conduce Coyote. Debutta a teatro con Il mare è tornato tranquillo, tragedia brillante scritta e diretta da Silvano Agosti. A dicembre doppia il personaggio del diavoletto Farfaricchio nel film Opopomoz. Nel 2004 è stato impegnato ne La Febbre di Alessandro D’Alatri, in cui interpreta un altro personaggio al bivio cruciale della sua esistenza; per questo ruolo ha ricevuto il premio come "Migliore attore dell’anno" nell’ambito del Festival Terra di Siena, con Carlo Verdone come direttore artistico. Riprende poi il Volo del mattino su Radio Deejay. Agli inizi del 2005 è andato di nuovo in onda su Italia 1 con il programma Lo spaccanoci. Attualmente è nelle sale cinematografiche italiane come protagonista del film Uno su due di Eugenio Cappuccio.
IL REGISTA
EUGENIO CAPPUCCIO
Nato a Latina nel 1961, Eugenio Cappuccio ha studiato sceneggiatura al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove si è diplomato nel 1985. È stato assistente alla regia di Federico Fellini per Ginger e Fred e per il suo secondo spot della Barilla. Ha collaborato con il Maestro anche per altri progetti, dirigendo nel 1990, su espressa richiesta di Fellini, il film documentario Verso la luna con Fellini (girato sul set de La Voce della Luna). Ha diretto videoclip e documentari, e ha esordito alla regia cinematografica con Il Caricatore, codiretto insieme a Massimo Gaudioso e Fabio Nunziata (tra i premi: il Ciak d’oro, il premio Casina Rossa del Festival di Bellaria, la Targa Anec e la Menzione speciale della giuria Golden al Festival Cinema Giovani 1996). Ancora regista in trio per La vita è una sola, film selezionato dal Torino Film Festival 1999 nella sezione Orizzonte Europa. Prima del successo di Volevo solo dormirle addosso (2004), aveva diretto e prodotto il film digitale Come mosche con Giorgio Pasotti ed Alessandra Acciai, in attesa del montaggio definitivo.
LA RIVELAZIONE DEL FILM
TRESY TADDEI
Nata ad Ascoli Piceno il 2.3.1987
Occhi: verdi
Capelli: castano dorato
Lingue straniere: inglese
CURRICULUM VITAE
E’ cresciuta nel Circo TAKIMIRI, di proprietà del papa di Tresy, circo molto conosciuto nelle Marche ed Abruzzi da oltre 50 anni, grazie al nonno di Tresy, Takimiri, che è stato un grande clown. Tresy ha iniziato la sua attività artistica a soli due anni, esibendosi come acrobata ciclista. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive ed è stata eletta Miss Bambina 1992 a San Benedetto del Tronto, andando come ospite su molte TV locali. Tresy si esercita tutti i giorni per ampliare la sua attività circense, compatibilmente con gli impegni preferiti: il Cinema e la Televisione.
Cinema:
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La medaglia regia di S. Rossi, coprotagonista con F. Nero, per questo film ha ricevuto due premi, in Francia ed in Turchia. Titus Andronicus regia di J. Taymor, con J. Lange ed A. Hopkins, girato in inglese.
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“Uno su Due” regia Eugenio Cappuccio, con Fabio Volo, coprotagonista femminile.
Televisione:
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Il padre di mia figlia regia di L. Giampalmo, protagonista con S. Ferilli e C. Bigagli;
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La storia siamo noi regia di P. Pozzessere, coprotagonista;
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Non lasciamoci più regia di V. Sindoni, protagonista 3° episodio;
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Lui e lei 2a serie, regia di F. Lazotti, protagonista 4° episodio;
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“Studenti ” serie TV, regia di Betta Lodoli e Vittorio Sindoni, coprotagonista;
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“Don Matteo” con Terence Hill, regia di E. Oldoini, protagonista episodio “Bellissima”.
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“Lucia”, film diretto da Pasquale Pozzessere per la trilogia “Una donna, tre storie” “Angela, Matilde, Lucia”, nel ruolo di Pierina, con Sabrina Ferilli.
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“La Squadra”, serie Tv, nel ruolo di Margherita Di Bucci, Rai TRE.
Teatro:
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“Voci da Fonopoli”, Teatro Ambra Jovinelli, Roma;
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Concerto-Spettacolo di Claudio Baglioni, tournèe.
Links
Intervista a Fabio Volo ed Eugenio Cappuccio ed agli altri componenti del cast di "Uno su due" a cura di FilmUP qui.
@Petarda … a proposito si Stefano A……
Perché lo sopravvaluti così????
;-)
Un saluto.
Rob.
bellissimo questo post. anche a me volo è piaciuto in casomai e la febbre. lo trovo degno, a differenza di accorsi (anche in saturno contro è mezzo cane).
invece volevo solo dormirle addosso: così così.
anyway, prima o poi lo vedrò, ‘sto film.
@kulturadimazza io non sono né un critico né, al momento, un filmaker ;-) Anche se …
assolutamente d’accordo con quel che dici in merito alla critica ed ai suoi giudizi spietati sul cinema italiano. Il provincialismo non è tanto dei filmmaker quanto dei critici.
Ma che ppalle…