"Giorni e nuvole" – di Silvio Soldini
analisi di eventi, esistenti e linguaggio audiovisivo
Giorni e nuvole – Le inquietudini dell’Italia vista da Soldini
Titolo originale: | Giorni e nuvole |
Nazione: | Italia, Svizzera |
Anno: | 2007 |
Genere: | Drammatico |
Durata: | 116′ |
Regia: | Silvio Soldini |
Sito ufficiale: | www.giornienuvole.it |
Cast: | Margherita Buy, Antonio Albanese, Giuseppe Battiston, Alba Rohrwacher, Fabio Troiano, Carla Signoris, Arnaldo Ninchi, Teco Celio |
Produzione: | Amka Films Productions S.A., Lumière & Company |
Distribuzione: | Warner Bros. |
Data di uscita: | Roma 2007 26 Ottobre 2007 (cinema) |
"Giorni e nuvole" è un film importante, e, probabilmente, un’opera che segna un se non radicale, sicuramente un significativo cambiamento nello specifico filmico di Silvio Soldini, il regista milanese formatosi a New York.
Soldini gira, infatti, un film a Genova, una città assai evocativa dei turbamenti politici e sociali dell’Italia degli ultimi anni, al centro di uno dei problemi emergenti e più discussi nella nostra nazione di oggi, e, attraverso la storia di Michele e Elsa, realizza una pellicola interamente dedicata ai problemi legati al cambiamento del mondo del lavoro.
Uscendo dalla sala ho sostenuto che "Giorni e nuvole" è il film decisamente più politico di questo regista e tenterò, in questa mia analisi, di argomentare le ragioni a supporto di tale tesi.
In questo post:
2. L’inquietudine dell’anima nella società contemporanea
3. Riferimenti pasoliniani
4. Lo sviluppo del conflitto
5. Michele l’antieroe = L’Italia vista da Soldini
6. La catarsi finale: un segno dello specifico filmico di Soldini
Nell’analisi di un film come Giorni e nuvole, un titolo che evoca atmosfere alla Aki Kaurismäki (Orimattila, 4 aprile 1957 regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e attore finlandese), bisogna ricordarsi di dimenticare tutta l’opera antecedente di Soldini, altrimenti il rischio è quello di pensare che i temi e le atmosfere di questa pellicola siano solo legati ad un incupimento, magari troppo pessimista, del regista.
Invece.
Invece leggendo con maggiore profondità questo lavoro di Soldini ci accorgiamo che lo stratagemma è quello di utilizzare uno stile filmico realistico, forse iper-realistico, arrivo a dire, per condurre la narrazione anche su piano allegorico in cui descrivere, con un impatto molto forte, le inquietudini della società italiana, sicuramente, ma, forse, anche non italiana.
Quando sostengo che Giorni e Nuvole è un film politico muovo da alcune considerazioni.
In primo luogo c’è un giudizio chiaro, magari scontato, sulle vicende del capitalismo.
Michele, l’esistente protagonista, è messo in una condizione di pressione dalle scelte dei suoi soci dettate dall’avidità, da una prospettiva egoistica, dal malfunzionamento generale della tenuta dei valori.
In una sequenza che indicherei come evocativa Michele, preso dalla disperazione, si reca dall’ex socio tentando di convincerlo a rivedere la sua posizione.
Nell’acme di quella sequenza la frase che Michele pronucierà è:
"Io sono nella merda ma tu sei una merda".
Dai dialoghi apprendiamo che Michele si era battuto per loro, tentando inutilmente, ma non sapremo mai quanto a torto e quanto a ragione perché non è questa la chiave di realismo adottata, di evitarne il licenziamento.
E’ come se Soldini si schierasse, quasi aprioristicamente, vicino al suo protagonista e contro i suoi soci. E’ in questa opzione che ravvedo, come inequivocabile, la chiave politica di prospettiva filmica.
Perché il regista prende posizione, entra nel film.
Parliamoci chiaro, nella decisione di girare con la macchina a mano, è come se Soldini volesse vivere la storia attraverso un rapporto intimo con le emozioni dei due esistenti protagonisti, e con Albanese, che è un attore che inizio a stimare sempre di più, questa alchimia riesce.
2. L’inquietudine dell’anima nella società contemporanea
Vi regalo, sul tema dell’inquietudine, un passo di Maria Zambrano, allieva di Ortega y Gasset e figura di straordinaria originalità nel panorama filosofico del Novecento, tratto dal suo: "Verso un sapere dell’anima".
"Inquietudine che non è quella di altri tempi, in cui la vita era ricca di avventure, poiché è un’inquietudine che sopportiamo, nella quale ci sentiamo reclusi.
È un’inquietudine che ci viene da fuori, non un’attività liberatrice che scaturisce da dentro. La cosa più umiliante per un essere umano è sentirsi portato, trascinato come se gli si concedesse a malapena un’opzione o fosse a stento possibile scegliere, senza poter prendere alcuna decisione perché qualcun altro, che non si prende la briga di consultarlo, la sta già prendendo al suo posto.
Tale passività si manifesta nella più tremenda solitudine.
Oltre a sentirci inquieti ci sentiamo anche sottomessi a una "solitudine senza tregua".
Ma con la solitudine succede lo stesso che con l’inquietudine: anche la solitudine è propria della vita di sempre, anch’essa sta nel fondo della vita umana. La solitudine dell’epoca di crisi è tuttavia ben diversa dalla solitudine dell’uomo sveglio, dato che non è dovuta a una maggiore lucidità e può perfino racchiudere una maggiore confusione. Si tratta di una solitudine provocata dall’inquietudine, poiché non sappiamo, né possiamo essere in qualche modo certi di alcunché. Ci ritroviamo così soli perché siamo inquieti e confusi".
Michele si troverà a frequentare ambienti contigui a quelli di cui prima era il dirigente.
Comprenderà, insieme a sua moglie, assai più intimamente, cosa significhi:
- la precarietà,
- la flessibilità,
- il lavoro part time,
Sarà, suo malgrado, costretto a sperimentare l’egoismo, la falsità, l’ambiguità, dell’ambiente borghese nel quale era vissuto, dovendo accettare la mancata restituzione di un prestito da parte di un suo amico architetto che mentirà, sostenendo di averglieli restituiti.
Più politico di così.
C’è Pasolini in "Giorni e nuvole" perché l’umanità che troviamo descritta ad esempio nel personaggio interpretato assai bene da Battiston e del suo amico, è l’umanità umile della povera gente, che, liberata dalla bramosia del successo, del denaro, dall’edonismo sempre più imperante, ritrova i valori semplici, l’armonia, la concordia.
C’è Pasolini nel tema del tradimento:
"La fedeltà è un bene ma è un bene anche la leggerezza" (da "I fiori di una mille e una notte").
4. Lo sviluppo del conflitto
Una intrapersonale un po’ in tutti gli esistenti.
E’ infra-personale quello che inevitabilmente si sviluppa, prevalentemente, all’interno del rapporto di coppia tra Elsa e Michele, su piccole e grandi questioni che diventano esasperate dalla situazione, soprattutto economica, (e torniamo al tema politico), in cui si trovano.
5. Michele l’antieroe = L’Italia vista da Soldini
Michele è una metafora dell’Italia vista da Soldini.
Michele è la negatività di questi anni.
E’ una prospettiva di depressione, di perdita di coraggio, è l’avvilimento del buon senso e delle buone idee, è un senso d’inadeguatezza che alligna ovunque.
Michele non ce la fa. Resta troppo fermo rispetto alla sua condizione e ci sarebbe da chiedersi perché il suo alter ego femmineo (Elsa) invece no e cosa simboleggi. Ma questo ci porterebbe ho paura troppo lontano dalla chiave interpretativa e di analisi adottata in questo post.
Ma non pensiamo al fallimento di un antieroe borghese, guardiamo in lui il degrado etico e culturale del nostro paese.
Certo non fa bene guardasi in uno specchio deformato, ma trovo che i registi intellettualmente dotati, artisticamente ecclttici come Soldini lancino segnali univoci (vedi il caimano di Nanni Moretti).
Personalmente non posso che condividere, anche se è molto triste da ammetterlo.
Bravo Silvio
!Un quadro angelicato, che trasmette, finalmente, serenità ed amore, il segno forse più rilevatore della fede del regista, che sembra alludere all’aiuto che sempre viene dal cielo, una sorta di divina provvidenza, che ci sorregge anche quando meno ce lo aspettiamo. Una sorta, anche, ma si, di riscatto della competenza, così tanto poco valorizzata nel nostro paese.
I due protagonisti, cambiati, più consapevoli, si ritrovano finalmente, in uno dei dialoghi più belli della pellicola, ed entrano, anche filmicamente, nella posa dell’affresco.
Non cambierà, non cambierà
sì che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po’ da vivere…
La primavera intanto tarda ad arrivare.
7. Links
Silvio Soldini su Wikipedia qui.
Giovanni Venosta l’autore di tutte le colonne sonore del regista qui.
Aki Kaurismäki su Wikipedia qui.
L’ho visto e lo trovo molto carino, diverso dal primo Soldini. Bravo. Leggo con calma la tua critica.
Non ho fatto in tempo a vederlo al cinema, ma recupererò. Mi hai fatto venire voglia di andare a vederlo!
La Buy a me è sempre piaciuta “una cifra”…Ottimo film
Ciao, a presto!
Grande film. Se vuoi inserire altri due video in proposito, su youtube ho messo le due interviste alla Buy e a Soldini. Basta che cerchi “alteredo giorni e nuvole buy soldini” e le trovi entrambe.
ciao
Alteredo
p.s.
Ho messo su una nuova intervista: Margherita Buy
@Chimy Ciao, grazie, mi direte di Meduse dal Torino Film Festival ;)
Rob.
Ecco adesso rimpiango davvero di averlo perso… cercherò di recuperarlo a breve (già ne avevo sentito parlare bene).
Ciao
Chimy