Iron’s men
La Croisette esprime il cinema italiano.
Secondo fonti accreditate ed indiscrezioni emerse alla vigilia del festival (come già anticipato anche dal mio blog cinemavistodame) sono due gli italiani in concorso al prossimo Festival di Cannes, in programma dal 14 al 25 maggio, a cominciare da “Il Divo“, il biopic su Giulio Andreotti (Toni Servillo) scritto e diretto dal napoletano Paolo Sorrentino.
Ed un un ritorno, peraltro, anche quello di Matteo Garrone (“L’imbalsamatore”, Cannes 2002): che quest’anno concorre, per la prima volta, alla Palma d’Oro con “Gomorra“, tratto dal bestseller di Roberto Saviano e interpretato (anche questo) dal pluri premiato Toni Servillo (“La ragazza del lago”).
Ha trovato posto tra le “Proiezioni speciali” anche Marco Tullio Giordana, che presenterà il suo nuovo “Sangue pazzo” interpretato dall’ormai quasi inevitabile Luca Zingaretti (Montalbano sono …) e dalla bellezza italica trasmigrata in Francia per questioni di cuore Monica Bellucci.
Nella sezione “Quinzaine des Réalisateurs” è stato scelto il film di Francesco Munzi, “Il resto della notte” nel quale spicca, tra le interpreti, la mia amica bella e semplice Sandra Ceccarelli, l’attrice che proviene dai centri sociali, che tanto ha dato al cinema di Piccioni (a proposito ma dov’è finito?)
Ma non sarà facile per gli italiani, Sorrentino e Garrone … se la dovranno vedere, infatti, con nomi altisonanti della levatura di Clint Eastwood che porterà in concorso “Changeling“, un thriller con Angelina Jolie, mentre Atom Egoyan presenterà “Adoration“.
Annotiamo, tra gli altri registi in competizione, Jia Zhangke (“24 City”), Walter Salles (“Linha de passe”), i nostri cari fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne (“Le silence de Lorna“, che noi amammo per “L’enfant“, qui la mia analisi di eventi ed esistenti del film), Steven Soderbergh che presenterà il suo “Che” con Benicio Del Toro, nonché l’attesissimo (almeno da me) ritorno di Wim Wenders con una pellicola girata in Sicilia “Palermo Shooting“, Philippe Garrel (“La Frontière de l’aube“), Lucrecia Martel (“La Mujer Sin Cabeza“), Pablo Trapero (“Leonera“), Charlie Kaufman (“Synecdoche, New York“), James Gray (“Two lovers“, con Joaquin Phoenix, Gwyneth Paltrow) e Laurent Cantet (“Entre les murs“).
“Blindness” l’opera del brasiliano Fernando Meirelles e “What Just Happened?” il lungometraggio di Barry Levinson apriranno e chiuderanno rispettivamente il 61° Festival Internazionale di Cannes.
Fuori concorso segnaliamo lo stra annunciato, annunciato, e ancora annunciato: “Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo” di Steven Spielberg, ma anche “Vicky Cristina Barcelona” di Woody Allen (ma non trova un attimo di requie il regista ebraico newyorkese sa), e il cartone animato “Kung Fu Panda” che non è girato alla FIAT (ho fatto la battuta).
Da segnalare poi il ritorno di Emir Kusturica con “Maradona – El pibe de oro“, un film che segnalo agli “Orfani romani di Diego“, l’associazione culturale di cui mi fregio della carica di vicepresidente, nella sezione Midnight Screenings.
Tra gli eventi collaterali infine, segnalo la mia spasmodica attesa per la ‘Lezione di cinema‘ di Quentin Tarantino.
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Come di consueto, cari lettori di questo blog, oltre ai film in uscita questa settimana, un’anticipazione.
Un’anticipazione:
- Gomorra – di Matteo Garrone
Nei cinema dal 30 aprile 2008
- Racconti da Stoccolma – di Anders Nilsson
- Il treno per il Darjeeling – di Wes Anderson
- The Hunting Party – di Richard Shepard
- Sopravvivere con i lupi – di Véra Belmont
- Sotto le bombe – di Philippe Aractingi
Nei cinema dal 1 maggio 2008
- Iron Man – di Jon Favreau
Un’anticipazione: nei cinema dal 16 maggio 2008
- Gomorra – di Matteo Garrone
Gomorra
titolo originale: Gomorra
nazione: Italia
anno: 2008
regia: Matteo Garrone
genere: Drammatico
durata: n.d.
distribuzione: 01 Distribution
cast: T. Servillo • G. Imparato • S. Cantalupo • M. Nazionale • G. Morra • S. Abruzzese • M. Macor • C. Petrone
sceneggiatura: M. Garrone • R. Saviano
fotografia: M. Onorato
montaggio: M. Spoletini
Trama: Tratto dall’omonimo bestseller di Roberto Saviano. Potere, soldi e sangue. In un mondo apparentemente lontano dalla realtà, ma ben radicato nella nostra terra, questi sono i “valori” con i quali gli abitanti della provincia di Caserta, tra Aversa e Casal di Principe, devono scontrarsi ogni giorno. Quasi sempre non puoi scegliere, quasi sempre sei costretto a obbedire alle regole del Sistema, la Camorra, e solo i più fortunati possono pensare di condurre una vita “normale” …
Ed ecco che mentre la Campania, la mia terra, assurge in negativo a modello d’incapacità politica, di corruzione, di pressapochismo nella gestione della cosa pubblica, con le vicende legate alla monnezza, un film campano riscatta agli occhi dell’Italia, e forse del mondo intero, se è vero com’è vero che sarà tra le pellicole che la rappresenteranno in concorso a Cannes ’61 (insieme a Paolo Sorrentino con Il Divo alias Giulio Andreotti, ed a Sangue pazzo di Marco Tullio Giordana, fuori competizione), l’impegno verso il cinema documentaristico. Verso il senso di un’urgenza di denunciare.
Roberto Saviano lo scrittore che vive sotto scorta scrive:
« Io so e ho le prove. E quindi racconto. Di queste verità. »
(Roberto Saviano, Gomorra)
Da Leonardo Sciascia a Pier Paolo Pasolini sarebbero tutti d’accordo con lui.
Cos’altro aggiungere se non la presenza di Toni Servillo nel cast, e la regia del bravissimo Matteo Garrone (molto capace nel dirigere attori non professionisti, come anche in questo film fa, probabilmente per restituire l’imprinting documentarista della pellicola, tra i quali mi corre l’obbligo di citare il compagno di tante sere Ettore, il gestore dalla pizzeria Pizza Forum di Roma in zona Colosseo dove sono soliti ritrovarsi i soci fondatori ed i simpatizzanti dell’Associazione Culturale “Gli Orfani romani di Diego” di cui mi onoro di fare parte come vice presidente in carica), restituiscono l’immagine di una Campania altra, ma, forse, arrivo a dire, persino di un’Italia altra, che è tutta degnamente rappresentata in questa pellicola che è quasi un dovere morale e patriottico e di solidarietà con uomini che fanno scelte tanto radicali quanto coraggiose, andare a vedere.
Cinque strars che tributo al coraggio di Roberto Saviano che, come blogger, sostengo da tempi non sospetti.
Roberto Saviano Official Site: qui;
Roberto Saviano wikipedia: qui.
La mia analisi del film qui.
Nei cinema dal 30 aprile 2008
Il treno per il Darjeeling
titolo originale: The Darjeeling Limited
nazione: U.S.A.
anno: 2007
regia: Wes Anderson
genere: Commedia
durata: 91 min.
distribuzione: 20th Century Fox
cast: O. Wilson (Francis Whitman) • A. Brody (Peter Whitman) • J. Schwartzman (Jack Whitman) • A. Huston (Patricia Whitman, la madre) • N. Portman (Ex fidanzata di Jack)
sceneggiatura: W. Anderson • R. Coppola • J. Schwartzman
fotografia: R. Yeoman
montaggio: A. Weisblum
Trama: India. Un malinconico uomo di mezza età scende frettolosamente da un taxi e insegue un treno in partenza. Durante la corsa si accosta a lui un individuo allampanato, più giovane, che gli lancia un’occhiata fugace e lo supera riuscendo a salire al volo sul treno. Da questa pittoresca corsa al ralenti inizia il viaggio del “Darjeeling Limited”, lo sgangherato convoglio che ospita i tre fratelli Whitman durante il loro tragicomico viaggio indiano. Dopo uno sguardo di rammarico verso l’uomo rimasto a terra, Peter, fuggito di casa un mese prima della nascita di suo figlio, raggiunge infatti i due fratelli in un colorato scompartimento, dopo un anno di silenzio seguito alla morte del padre: Francis, il maggiore, è la mente che ha ideato il viaggio dopo un brutto ma illuminante incidente stradale di cui porta ancora i segni sul corpo (in particolare sul viso, perennemente avvolto da bende), mentre Jack, il minore, è un buffo aspirante scrittore col cuore a pezzi, di ritorno da un prolungato, ozioso soggiorno parigino in un hotel di lusso (l’Hotel Chevalier che dà il titolo al cortometraggio con Natalie Portman, ideale prologo del film).
In attesa del film di Saviano il film del quasi premio Oscar Wes Anderson (per: “The Royal Tenenbaums” (2001) insieme a Owen Wilson) è probabilmente l’uscita migliore della settimana, credetemi.
Fidatevi delle mie tre stars virgola cinque, virtualmente quattro, e basta.
Saw IV
titolo originale: Saw IV
nazione: U.S.A.
anno: 2007
regia: Darren Lynn Bousman
genere: Horror
durata: 108 min.
distribuzione: 01 Distribution
cast: T. Bell (L’enigmista) • L. Bent (Ispettore Rigg ) • B. Russell (Jill) • C. Mandylor (Hoffman) • S. Patterson (Agente Strahm)
sceneggiatura: P. Melton • M. Dunstan
musiche: C. Clouser
fotografia: D. Armstrong
montaggio: K. Greutert • B. Sullivan
Trama: Jigsaw e la sua assistente Amanda sono morti. Alla notizia dell’omicidio del detective Kerry, arrivano al distretto di polizia ormai vuoto due agenti dell’FBI esperti in profili criminali, Strahm e Perez. Il loro compito è aiutare il detective Hoffman a scoprire l’ultimo efferato gioco di Jigsaw e rimettere insieme i pezzi del puzzle. Ma il comandante della SWAT, Rigg, l’unico poliziotto del posto che deve ancora sperimentare l’operato di Jigsaw, viene improvvisamente rapito. Coinvolto a forza nel terrificante gioco del pazzo, ha solo 90 minuti per risolvere una diabolica serie di trappole interconnesse… o affrontare le mortali conseguenze.
La saga continua anche se il pubblico non attribuisce a questo quarto episodio il gradimento della celeberrima pellicola di James Wan del 2004.
Sarà perché Darren Lynn Bousman, che ha curato la regia di tutti gli altri sequel, con ranking in caduta libera, non sa davvero più cosa inventare?
Probabilmente si se questi sequel, pur richiamando vaste schiere di appassionati, alla fine deludono.
Due stars virgola cinque. Poco enigmistiche ed enigmatiche.
Racconti da Stoccolma
titolo originale: När mörkret faller (When darkness falls)
nazione: Svezia
anno: 2006
regia: Anders Nilsson
genere: Drammatico
durata: 133 min.
distribuzione: Teodora Film
cast: L. Boysen (Carina) • R. Sallmander (Aram) • P. Graffman (Peter) • P. Engman (Håkan) • O. Javidi (Leyla) • F. Eriksson (Lasse) • A. Ghods (Dana) • B. Pars (Nina)
sceneggiatura: A. Nilsson • J. Hansson
musiche: B. Nilsson
fotografia: P. Svensson
montaggio: D. Hodor
Trama: Tre storie ambientate a Stoccolma: quella di Carina, giovane mamma, giornalista di successo e legata sentimentalmente ad un uomo che nonostante affermi di ricambiare il suo amore non fa che umiliarla e maltrattarla davanti ai loro due bambini; quella di Leyla, una ragazza mediorientale che vive, attraverso le sofferenze subite dalla sorella più grande, i rigidi schemi mentali della propria famiglia che riesce a mettere uno contro l’altro persone legate dallo sangue; e infine la vicenda di Aram, proprietario di un locale notturno davanti al quale una sera inaspettatamente assiste ad episodi di violenza contro il suo amico Peter, anche addetto alla sicurezza del locale, e verso cui Aram sente di nutrire un insolito sentimento di affetto.
Per questo film il regista svedese (ma va?) Anders Nilsson ha vinto niente po’ po’ di meno che L’Amnesty International Film Prize al Berlin International Film Festival del 2007 ( il film è del 2006).
Trattasi di Thriller. Del 2006 ribadisco, ce lo fanno vedere solo ora?
Certo la Teodora non è né la Medusa, né la Fandango tanto per citare due estremi.
Interessa?
Ranking Usa so and so.
Direi tre stars con un virgola cinque per rispetto al premio di Berlino.
The Hunting Party
titolo originale: The Hunting Party
nazione: U.S.A.
anno: 2007
regia: Richard Shepard
genere: Drammatico
durata: 103 min.
distribuzione: Mikado Film
cast: R. Gere (Simon Hunt) • T. Howard (Duck) • D. Kruger (Marjana) • J. Eisenberg (Benjamin) • L. Kerekeš (Boghanovic “La Volpe”)
sceneggiatura: R. Shepard
musiche: R. Kent
fotografia: D. Tattersall
montaggio: C. Kravetz
Trama: Il giornalista televisivo Simon Hunt e il suo operatore Duck hanno affrontato insieme imprese ardue e pericolose per informare i telespettatori dalla più calde zone di guerra in tutto il mondo. Tuttavia, durante una missione in Bosnia per un reportage sulla guerra dei Balcani, qualcosa va storto e ben presto Simon sparisce dall’etere, mentre Duck prosegue la brillante carriera. Anni dopo, in occasione di un anniversario della fine della guerra, Duck torna in Bosnia insieme a Benjamin, un giovane reporter alle prime armi. Qui, Duck ritrova Simon e l’esperto giornalista propone all’ex collega uno scoop sensazionale: ritrovare ‘la Volpe’, il più efferato criminale di guerra bosniaco. I tre iniziano le loro indagini, ma quanto più si avvicinano alla verità tanto più le loro vite vengono messe in grave pericolo.
Di questo film ho visto al cinema due volte il trailer. Quindi niente ricerche. Provo a restituirvi la mia impressione personale.
Credo che ad una certa età agli attori, e non solo a quelli americani, oggi come oggi, scatti come la sensazione di dovere girare un film per il quale dovranno essere ricordati come attori che lasciarono un segno nella storia del cinema.
Ora il nostro Richard Gere ha lasciato, ammettiamolo, molti segni contrastanti tra loro.
Con questo film vorrebbe un riscatto definitivo.
L’idea alla base della pellicola di raccontare i fatti, accaduti in Bosnia, è venuta ad un giornalista e suoi quattro colleghi che si sono ritrovati 5 anni dopo la fine del conflitto che ha devastato i balcani e hanno deciso di andare a ricercare uno dei criminali di guerra latitanti ormai da anni.
Ciò che si sono trovati davanti è stato tutta una serie di strane vicende che li hanno portati a riflettere non solo sulla situazione post bellica nel paese, ma anche sul lavoro della comunità internazionale in quei luoghi, e sul loro effettivo interesse a ricercare i criminali di guerra.
Al finale il fatto che la storia sia stata scritta da giornalisti, ha nei fatti reso la narrazione semplice e veloce, dando una scorrevolezza quasi incredibile, ma anche una ironia impensabile quando si raccontano simili vicende, dovuta all’umorismo assimilato dagli inviati nelle zone calde, per riuscire a sopravvivere all’orrore che si trovano davanti ogni giorno.
Il regista Richard Shepard, che ne ha anche adattato la sceneggiatura, non ha dovuto far altro che essere fedele al racconto originale, creando solo pochi elementi narrativi utili alla miglior comprensione del film.
Non si può dimenticare la frase, presente nel trailer:
“Perché ogni volta che vengo con te metto in pericolo la mia vita?”
E Richard Gere alias Simon Hunt di rimando: “Perché mettere in pericolo la tua vita significa vivere, tutto il resto è televisione“.
Una frase, bisogna pur ammettere, che nella sua allucinante banalità ed irritante presunzione, contiene, però, una verità sconcertantemente assoluta sul reporting giornalistico nei paesi dove, anche ora, c’è la guerra, e che, dovrebbe, proprio per questo, fare riflettere non solo gli spettatori nelle sale, ma tutti gli uomini e le donne che hanno (o che avranno) responsabilità di governo.
Che poi, in Italia, coincidono con coloro che hanno in mano gran parte dell’editoria televisiva …
Ed ho detto tutto.
Anche qui tre stars virgola cinque con un po’ di senso di colpa.
Sopravvivere con i lupi
titolo originale: Survivre avec les Loups
nazione: Francia
anno: 2007
regia: Véra Belmont
genere: Drammatico
durata: 90 min.
distribuzione: Videa CDE
cast: M. Goffart (Misha) • Y. Abecassis (Gerusha) • G. Bedos (Jean) • B. Furmann (Reuven) • M. Kremer (Janine)
sceneggiatura: V. Belmont
fotografia: P. Cottereau
montaggio: M. Giordano
Trama: Il film si ispira alla storia vera di Misha Defonseca, già celebre per l’omonimo libro, pubblicato in tutto il mondo. Maggio 1940, i Tedeschi invadono il Belgio. Misha ha sei anni ed è ebrea. Un anno dopo, i suoi genitori vengono arrestati e deportati ma riescono a salvare la bambina, nascondendola presso una famiglia di cattolici. Pur evitando la deportazione, la famiglia adottiva fa patire a Misha ogni sorta di privazioni e di umiliazioni. Così la piccola decide di fuggire alla ricerca dei suoi genitori .Germania, Polonia, Ucraina, da un villaggio all’altro, rubando e nascondendosi, Misha riesce a sopravvivere e a percorrere più di tremila chilometri a piedi. Nella foresta tedesca viene adottata da una coppia di lupi, al cui comportamento si adatta immediatamente, fino a diventare parte del branco.
Sopravvivere con i lupi non è altro che la trasposizione dal letterario al filmico del bestseller di Misha Defonseca: una storia autobiografica di una giovane ebrea che sopravvive alla Shoah (forse il cinema, e sottolineo forse, dovrebbe darsi una tregua su questo tema voi che dite?)
Un paio di mesi fa si è emerso, peraltro, che il suo vero nome è Monique de Wael, i suoi genitori non erano ebrei ma cattolici, ed erano stati catturati dai nazisti perché parte della resistenza belga.
Mi sembra che, a parte questa peculiarità, il film non aggiunga nulla al cinema di genere (mi verrebbe da dire e basta … tenendo ad esempio presente che oggi un ex fascista, e credetemi sottolineo ex fascista, siede alla Camera dei Deputati in Italia come Presidente, … non sarebbe il caso di voltare pagina anche al cinema?)
Due stars virgola cinque per il sospetto di anacronismo.
Sotto le bombe
titolo originale: Sous les bombes
nazione: Francia / Gran Bretagna / Libano
anno: 2007
regia: Philippe Aractingi
genere: Drammatico
durata: 98 min.
distribuzione: Fandango
cast: N. Abou Farhat (Zeina) • G. Khabbaz (Tony) • R. El Chab (Ragazza della reception) • B. Atallah (Giornalista )
sceneggiatura: P. Aractingi • M. Léviant
musiche: R. Aubry
fotografia: N. Abdel Khalek
montaggio: D. Charara
Trama: Libano 2006. Una donna cerca suo figlio. Un uomo l’accompagna. Sono profondamente diversi ma si ameranno, quasi in risposta alla morte che colpisce tutto attorno a loro.
A recitare solo due attori, tutti gli altri, rifugiati, giornalisti, militari, religiosi sono persone vere, compresi i bombardamenti …
Eccovi calda calda l’ennesima pellicola franco-libanese diretta da Philippe Aractingi, che a Venezia ha vinto niente di meno che ha vinto il Premio EIUC Human Rights Film Award assegnato ex-aequo a It’s a Free World… di Ken Loach e Sous les bombes di Philippe Aractingi.
L’altra sera in un ristorante romano un commensale al mio tavolo, in ritardo, ha esordito per giustificarsi che aveva dovuto risolvere un problema nel Burkina Faso, lo so che non c’entra niente ma devo scriverlo da qualche parte e questo film mi sembrava un luogo adatto.
Se andrete a vedere il film peraltro mi darete ragione …
Segnalo la pellicola come film consolatorio per i delusi dagli esiti delle recenti elezioni.
Una garanzia però c’è … distribuisce Fandango.
Morale: non lo vedrà nessuno sto’ film, scommettiamo?
Forse nemmeno io … pensate un po’ …
Però tre stars virgola cinque per la fiducia al film ed alla casa di distribuzione le accordiamo molto volentieri.
Nei cinema dal 1 maggio 2008
Iron Man
titolo originale: Iron Man
nazione: U.S.A.
anno: 2007
regia: Jon Favreau
genere: Azione / Avventura
durata: 126 min.
distribuzione: United International Pictures
cast: R. Downey jr. (Tony Stark/Iron Man) • G. Paltrow (Virginia “Pepper” Potts) • T. Howard (Jim Rhodes) • J. Bridges (Obadiah Stane/Iron Monger) • S. Jackson (Nick Fury) • S. Toub (Yin-Sen) • L. Bibb (Christine Everhart) • B. Smitrovich (Generale Gabriel)
sceneggiatura: A. Marcum • M. Hollaway • M. Fergus • H. Ostby
musiche: J. Debney
fotografia: M. Libatique
montaggio: D. Lebental
Trama: Il milionario americano Tony Stark è un inventore di armi da guerra molto potenti. Inviato in Afghanistan per creare un nuovo missile, Stark resta vittima di un attacco da parte di terroristi che lo prendono in ostaggio. Nonostante le gravi ferite riportate, viene obbligato ad assemblare un missile per i suoi rapitori che, mettendo a sua disposizione un laboratorio, non si rendono conto di avergli dato l’occasione per costruirsi un’armatura inattaccabile, dotata di lanciafiamme e in grado di mantenerlo in vita. Grazie alla sua creazione Stark riesce a liberarsi e a tornare in patria dove, una volta giunto, decide di utilizzare la sua nuova creazione, riveduta e migliorata, per difendere il mondo dai malvagi di turno.
Di questo film che esce nello stesso giorno in cui l’anno scorso uscì Sèpiderman terzo non si può dire che bene.
Amiamo i film di questo genere ed il cinema made in USA in queste cose è maniacale.
Effetti speciali sempre più speciali … per un film che ha ranking altissimi.
Sicuro il successo al box office, noi gli accreditiamo 4 stars d’acciaio.
Per il momento è tutto.
A cura di cinemavistodame.
Vorrei condividere Gomorra con te, ma qui non è ancora arrivato…
Un abbraccio domenicale Mapi