cinemavistodame.com di Roberto Bernabò

I film in uscita dal 23 maggio 2008

Nei cinema dal 23 maggio 2008

Carissimi lettori di questo blog dopo due settimane un po’ caotiche riprendiamo a pieno regime con le segnalazioni dei film in uscita e con la pubblicazione di qualche anticipazione.

I film in uscita dal 23 maggio 2008:

  • Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo – di Steven Spielberg
  • Gli acchiappafilm – di Michel Gondry
  • Sanguepazzo – di Marco Tullio Giordana
  • La setta delle tenebre – di Sebastian Gutierrez
  • Il nostro Messia – di Claudio Serughetti
  • Reservation Road – di Terry George

Un’anticipazione, nei cinema dal 30 maggio 2008:

  • Il Divo – di Paolo Sorrentino

Il Divo

titolo originale: Il Divo
nazione: Italia
anno: 2008
regia: Paolo Sorrentino
genere: Biografico
durata: 110 min.
distribuzione: Lucky Red Distribuzione
cast: T. Servillo (Giulio Andreotti) • A. Bonaiuto (Livia Andreotti) • G. Bosetti (Eugenio Scalfari) • F. Bucci (Franco Evangelisti) • P. Graziosi (Aldo Moro) • C. Buccirosso (Paolo Cirino Pomicino) • G. Colangeli (Salvo Lima) • A. Ralli (Giuseppe Ciarrapico) • M. Popolizio (Vittorio Sbardella) • G. Imparato (Vincenzo Scotti) • G. Vettorazzo (Magistrato Scarpinato)
sceneggiatura: P. Sorrentino
musiche: T. Teardo
fotografia: L. Bigazzi
montaggio>: C. Travagliolo

Trama: A Roma, all’alba, quando tutti dormono, c’è un uomo che non dorme. Quell’uomo si chiama Giulio Andreotti. Non dorme perché deve lavorare, scrivere libri, fare vita mondana e, in ultima analisi, pregare. Pacato, sornione, imperscrutabile, Andreotti è il potere in Italia da quattro decenni. Agli inizi degli anni novanta, senza arroganza e senza umiltà, immobile e sussurrante, ambiguo e rassicurante, avanza inarrestabile verso il settimo mandato come Presidente del Consiglio. Alla soglia dei settant’anni, Andreotti è un gerontocrate che, equipaggiato come Dio, non teme nessuno e non sa cosa sia il timore reverenziale.

Ok, non faccio fatica ad ammetterlo. Attendo con ansia questo film in concorso al Festival di Cannes che si chiuderà il prossimo 25 maggio 2008. Un po’ perché Paolo Sorrentino è un regista napoletano, come me, che mi sembra quasi più essere un amico di famiglia, mi si perdoni la citazione involontaria della sua opera, che un regista di talento qual è, un po’ perché in questo film una mia cugina, Marcella Libonati, gli ha fatto d’assistente alla regia, ed un po’ perché è da tempo che seguo le vicende di questo film. La prova è qui.

In una intervista a “La venticinquesima oraPaolo ha confessato che una delle ragioni per cui da sempre ha avuto l’intenzione di girare un film su Giulio Andreotti (prova ne sia, tra mito e leggenda metropolitana, che uno dei suoi primi soggetti mai realizzati per un cortometraggio era incentrato proprio sul politico italiano più discusso sotto più profili, e che la causa principale di tale mancata realizzazione consisté nel non riuscire a ricreare le orecchie del senatore a vita) è il fatto che una sua parente, pare, gli assomigliasse così tanto che tutte le volte che si recavano in visita da lei, nella sua famiglia si dissertasse poi a lungo, una volta tornati a casa, di quanto incredibilmente questa zia gli somigliasse .

La verità però è (anche) un’altra, aldilà delle fascinazioni adolescenziali del regista.

Ed è che Guilio Andreotti, forse più di molti altri politici italiani, ha rappresentato un’icona della gestione del potere nel nostro paese per oltre quarant’anni. Eh Silvio, ne devi magiare di biada …

Ad interpretare il Divo Andreotti il recente Premio David di Donatello Tony Servillo, che ritorna a svolgere la sua collaborazione, assai proficua, con il regista, e che è d’annoverare tra gli attori anche dell’altro film italiano in concorso a Cannes: Gomorra di Matteo Garrone, trasposizione dal letterario al filmico dell’omonimo libro shock di Roberto Saviano, che ha anche collaborato alla sceneggiatura, dal quale mi aspetto grandi cose.

Tornando al Divo ho visto qualche foto sul sito ufficiale e del film e credo che Servillo, un attore che personalmente amo molto, si sia davvero superato in quanto ad immedesimazione nel personaggio.

Insomma quattro stars aprioristiche curiose ed impazienti.

I film in uscita dal 23 maggio 2008

Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo

titolo originale: Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull
nazione: U.S.A.
anno: 2008
regia: Steven Spielberg
genere: Azione / Avventura
durata: 125 min.
distribuzione: United International Pictures
cast: H. Ford (Indiana Jones ) • S. LaBeouf (Mutt Williams) • C. Blanchett (Irina Spalko) • K. Allen (Marion Ravenwood) • J. Broadbent (Professore di Yale) • J. Hurt (Abner Ravenwood) • R. Winstone (Mac)
sceneggiatura: D. Koepp • G. Lucas
musiche: J. Williams
fotografia: J. Kaminski
montaggio: M. Kahn

Trama: 1957 deserto, nel pieno della guerra fredda. Indy e il suo compagno Mac sono appena sfuggiti ad un agente sovietico. Rientrato a casa, il Marshall College, il professor Jones scopre che il suo lavoro è stato messo sotto sorveglianza dal governo che sta facendo pressioni sull’università per mandarlo via. Sulla sua strada Indy incontra un giovane ribelle, Mutt, che gli propone di unirsi a lui nella ricerca di un importante oggetto archeologico, il Teschio di Cristallo di Akator, oggetto di venerazione e paura.

Ero pronto, ma davvero credetemi, a coglionare questo film. Immaginavo una cosa patetica nello stile di Rocky e di Rambo. Ma Steven Spielberg non è SLY e quindi mi devo assolutamente ricredere e fare marcia indietro.

Non sono un amante del personaggio Indiana Jones, anche se Harrison Ford credo che sia sempre stato perfetto per questo ruolo. So di dire quasi una bestemmia, ma è così. Ciononostante credo che cinematograficamente questo esistente abbia molto contribuito alla creazione del mito di Steven Spielberg quale Re Mida di Holliwood in grado di trasformare in oro tutto quello che tocca.

Scommettiamo, visti i ranking negli USA altissimi da creare quasi imbarazzo, che questo film non solo sbancherà al box office, ma, per una volta, metterà d’accordo amanti del personaggio, cinefili e critici?

Non posso non dare quattro stars.

Be Kind Rewind – Gli acchiappafilm

titolo originale: Be Kind Rewind
nazione: U.S.A.
anno: 2007
regia: Michel Gondry
genere: Commedia
durata: 101 min.
distribuzione: Bim Distribuzione
cast: J. Black (Jerry) • M. Def (Mike) • M. Farrow (Sig.ra Kimberley) • M. Franklin (James) • A. Smith (Manny) • D. Glover • M. Diaz
sceneggiatura: M. Gondry
musiche: J. Bernard
fotografia: E. Kuras
montaggio: J. Buchanan

Trama: Mentre cerca di sabotare una centrale elettrica, Jerry si magnetizza e finisce per cancellare involontariamente il contenuto delle cassette del videonoleggio in cui lavora il suo amico Mike. Per non deludere la clientela, Jerry e Mike decidono di girare una serie di remake artigianali dei film cancellati. Con loro grande sorpresa, queste strampalate versioni dei classici della storia del cinema (da Ghostbusters a King Kong) ottengono un enorme successo.

Qui sono un po’ in difficoltà. Da un lato un regista che considero innovativo, fresco, geniale, sognatore, fantasioso, creativo, romantico, intelligente, raffinato, colto.

Dall’altra la sua idea di poter fare a meno di sceneggiatori del calibro di Charlie Kaufman che in “Eterrnal Sunshine of the Spotless Mind” (2004) gli aveva confezionato quella che ancora oggi considero una delle più belle sceneggiature originali mai immaginate per un film.

Certo mi direte voi che già in “La Science des rêves” un film a cui ho assistito in una fase molto felice della mia vita,  si era già emancipato dallo sceneggiatore con un film che a me piacque molto.

Che vi devo dire io la ritengo comunque una delle uscite migliori della settimana. E se vi devo dire la verità è questo il film che mi andrò a vedere nel weekend statene certi. Del resto ve l’ho appena confessato che non sono un amante di Indy.

Quattro stars che dovrebbero essere tre virgola cinque ma che per ammirazione aprioristica verso un genio contemporaneo ridiventano quattro.

Sanguepazzo

titolo originale: Sanguepazzo
nazione: Italia
anno: 2008
regia: Marco Tullio Giordana
genere: Drammatico
durata: 150 min.
distribuzione: 01 Distribution
cast: L. Zingaretti (Osvaldo Valenti) • M. Bellucci (Luisa Ferida) • A. Boni (Taylor)
sceneggiatura: M. Giordana • L. Colonna • E. Ungari
musiche: F. Piersanti
fotografia: R. Forza
montaggio: R. Missiroli

Trama: L’alba del 30 aprile 1945, cinque giorni dopo la fine della guerra, vennero trovati alla periferia di Milano i cadaveri di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, giustiziati poche ore prima dai partigiani. Coppia celebre nella vita oltre che sullo schermo, Valenti e Ferida erano stati tra i protagonisti di quel cinema dei “telefoni bianchi” che il fascismo aveva incoraggiato. Il loro ruolo era quasi sempre stato quello degli “antagonisti”, incarnandosi di preferenza in personaggi negativi. Anche la loro vita privata era dominata dal disordine, entrambi cocainomani e sessualmente promiscui. Quando il paese si spaccò in due dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, Valenti e Ferida risalirono al Nord e aderirono alla Repubblica di Salò.

“E i cavalli a Salò eran morti di noia a giocare col nero perdi sempre, Mussolini ha scritto anche poesie, i poeti che brutte creature, ogni volte che parlano è una truffa“. Così cantava ne “Le storie di ieri“, una delle sue più ermetiche ballate, Francesco De Gregori nel suo più bel 33 giri che la mia memoria ricordi, Rimmel, che ho avuto la fortuna di riascoltare tornando dal Salento con una piacevolissima compagna di viaggio.

Già pensavo. Con tanti film sul fascismo e contro il fascismo sono poche le pellicole che ci narrano di quel momento della storia del nostro paese.

Quando l’Italia veramente si divise in due.

Molto sappiamo della causa dei partigiani. Assai meno sull’altra.

Certo il Fascismo commise tanti errori e soprattutto quello di sposare la causa antisemita, ma m’incuriosirebbe, e non poco, un film su quegli anni.

Ora dirvi non so quanto questo film colmi questa lacuna. Quello che so è che Marco Tullio Giordana è un regista accurato nelle ricostruzioni, nel rispetto verso il senso della storia. So che ama molto tornare indietro con l’asse del tempo e cercare nel passato le spiegazioni del presente. Prova ne sia “La meglio Gioventù” e, sulla vocazione di documentarista, “I cento passi“.

Inedita, peraltro, risulta dalle mie ricerche, questa sua collaborazione nella sceneggiatura con Leone Colonna uno sceneggiatore di mini serie TV sulla provincia italiana.

Certo l’Italia si è spostata a destra in queste elezioni, ed allora questo film che, peraltro, mi sembra anche accattivante sotto il profilo cinefilo, io me lo appunto, tanto più che è presente alla rassegna di Cannes non in concorso.

Certo è il momento di Luca Zingaretti e di Monica Bellucci che quando imparerà a recitare sarà oltre che molto bella magari anche molto brava.

Tre stars virgola cinque d’incoraggiamento a questa inedita coppia di attori.

La setta delle tenebre

titolo originale: Rise
nazione: U.S.A.
anno: 2007
regia: Sebastian Gutierrez
genere: Horror
durata: 94 min.
distribuzione: Eagle Pictures
cast: L. Liu (Sadie Blake) • M. Chiklis (Clyde Rawlins) • C. Cugino (Eve) • J. D’Arcy (Vescovo) • S. Armstrong (Jenny) • P. Cassell (Easton) • R. Forster (Lloyd)
sceneggiatura: S. Gutierrez
musiche: N. Barr
fotografia: J. Toll
montaggio: L. Bromwell

Trama: Sadie, una giovane reporter che sta indagando sulle sette occulte in California, si sveglia inspiegabilmente all’obitorio. Capisce presto con orrore di essersi trasformata in un qualcosa di disumano che ha bisogno di nutrirsi di sangue. Dopo aver faticosamente ricostruito quanto le è successo, Sadie giura vendetta ai responsabili della sua terribile trasformazione …

Arriva con questo film il riciclo della settimana, occhio!

Qui siamo difronte ad una pellicola del regista e sceneggiatore Sebastian Gutierrez più attivo come writer che come director: “The Eye” (2008/I); “Rise” (2007); “Snakes on a Plane” (2006); “Karen Sisco” (1 episodio, 2004).

Il film ha un ranking basso negli USA.

Che mi suggerisce di concedere a mala pena due stars virgola cinque … io poi non sono nemmeno un amante del genere, figurarsi.

Il nostro Messia

titolo originale: Il nostro Messia
nazione: Italia
anno: 2008
regia: Claudio Serughetti
genere: Drammatico
durata: 94 min.
distribuzione: Apocalypse Flower
cast: C. Serughetti (Julien) • S. Maestri (Tita) • T. Brass (il critico) • V. Scalera (Pauline) • R. Celentano (Mara Roversi) • S. Salvi
sceneggiatura: C. Serughetti • L. Mazzetti
musiche: C. Serughetti • D. Falangone
fotografia: S. D’Amadio • M. Carosi
= Discreto

Trama: Parigi. Una mansarda piuttosto malfamata, impregnata dal fumo. Julien, un ultra trentenne dall’aspetto trasandato, digita finalmente le ultime parole della sceneggiatura del suo prossimo film. E’ talmente concentrato nel suo spasmodico lavoro, che non si è nemmeno accorto che la sua compagna Helen, con l’aiuto di due facchini, gli sta svuotando l’appartamento, ponendo fine di fatto alla loro relazione. Nell’ufficio di Jean Paul, giovane produttore francese, Julien apprende che ben presto dovrà recarsi in Italia. Sarà infatti lì, che verrà girata la maggior parte del suo film. Jean Paul inoltre, gli indica un valido contatto in Alfredo Marrani, produttore romano, nonché nipote di un influente politico italiano.

Claudio Serughetti chi era costui?

Di questo strano film italiano in cui l’autore Claudio Serughetti è niente di meno che: sceneggiatore, regista, interprete, e co-autore della colonna sonora, che su IMDB viene dato in uscita il 23 novembre 2007, non saprei davvero che cosa dire.

E già perché Claudio Serughetti agli atti ha realizzato solo questo film.

Una cosa che me lo fa annoverare come film, in qualche misura unico, aldilà della poliedricità e dell’eclettismo del suo autore – regista – interprete – musicista, è il fatto che, tra gli attori, annoveriamo il noto regista sexy Tinto Brass, che voglio dire son cose.

Non deve stupire pertanto se nella sinossi troviamo ambientato l’inizio della storia in una mansarda piuttosto malfamata …

Mah, … che dire.

Sarei tentato di dare un voto bassissimo ma concedo tre stars alla follia di un autore che davvero non so cos’altro potesse fare per realizzare questo film.

Reservation Road

Titolo originale: Reservation Road
Nazione: U.S.A.
Anno: 2007
Genere: Drammatico, Thriller
Durata:    102′
Regia: Terry George
Cast: Joaquin Phoenix, Mark Ruffalo, Mira Sorvino, Jennifer Connelly, Armin Amiri, David Anzuelo, Eddie Alderson, Rocco Anacarola, Michael Anzalone
Produzione:  Focus Features, Random House Films, Reservation Road, Miracle Pictures, Nick Wechsler Productions, Volume One
Distribuzione: CDI
Data di uscita: Roma 2007
23 Maggio 2008 (cinema)

Trama: E’ un pomeriggio di un caldo Settembre ed il professore Ethan Learner (Joaquin Phoenix), sua moglie Grace (Jennifer Connelly), e la loro figlia Emma (Elle Fanning) stanno assistendo, orgogliosi, al saggio musicale di loro figlio Josh (Sean Curley). Sulla strada di casa si fermano alla stazione di servizio sulla Reservation Road. In un istante, una terribile fatalità cambierà per sempre la loro vita … E’ un pomeriggio di un caldo settembre e l’avvocato Dwight Arno (Mark Ruffalo) ed il figlio undicenne Lucas (Eddie Alderson) stanno assistendo ad una partita di baseball. La loro squadra del cuore, sta vincendo la coppa dei campioni. Terminata la partita Dwight si mette in viaggio per riportare il figlio Lucas dalla sua ex moglie Ruth Wheldon (la vincitrice dell’oscar Mira Sorvino). In un istante, una terribile fatalità cambierà per sempre la loro vita … L’incidente accade così velocemente che Lucas non si accorge di nulla, Ethan – l’unico testimone – comprende subito la tragedia che sta accadendo mentre Dwight fugge via terrorizzato … Josh giace sul ciglio della Reservation Road senza vita … Arriva la polizia ed iniziano le indagini. Ossessionati dalla tragedia entrambi i padri reagiscono in maniera inaspettata come anche Grace ed Emma. Arriverà il momento della resa dei conti … ed i due padri compiranno la scelta più dura della loro vita …

Qui se esce davvero questo film stiamo difronte all’opera di Terry George il regista classe ’52 nato a Belfast Northern Ireland, UK sceneggiatore e regista di un bellissimo film che ho visto grazie all’iniziativa del caro amico E.A. “Hotel Rwanda“.

Il racconto del film Hotel Rwanda si svolge all’interno del genocidio ruandese (dal 6 aprile alla metà di luglio del 1994) nel quale gli Hutu sterminarono brutalmente una parte rilevante della popolazione Tutsi. L’Hotel des milles collines di Kigali, capitale del Rwanda, fu trasformato dal direttore Paul Rusesabagina in un luogo di rifugio per oltre 1200 Tutsi e Hutu delle rispettive fazioni moderate.

Una cosa del genere con proporzioni assai minori la troviamo descritta ne “La notte di san Lorenzo” dei fratelli Taviani.

È l’estate del 1944, il paesino di San Martino è nel mezzo della guerra civile. Quando i tedeschi arrivano in paese e ordinano a tutta la popolazione di riunirsi in chiesa, un gruppo di uomini donne e bambini, temendo una possibile trappola, decide di fuggire. Abbandonano il villaggio col favore della notte, per andare incontro agli americani che arrivano dal sud. Intanto ha luogo nella chiesa il paventato massacro. Mentre i fuggitivi si trovano in un campo a raccogliere il grano con un gruppo di contadini legati alla Resistenza, vengono attaccati e massacrati dai fascisti. All’arrivo delle truppe alleate le camicie nere si disperdono e fuggono con ogni mezzo. È la Liberazione. La mattina seguente, i sopravvissuti fanno insieme ritorno a San Martino.

Questo sempre a proposito di un paese diviso in due.

Non so, ma credo che questo film meriti una menzione speciale per il rigore, oltre che per il talento, di Terry George.

Pertanto ritengo che quest’opera meriti e che sia una delle uscite più interessanti, anche se, certamente, meno distribuite di altre pellicole. Ve lo segnalo, pertanto con ben quattro stars e garantisce la casa.

Alla prossima.

A cura di cinemavistodame.

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