Cinemavistodame.com di Roberto Bernabò

I film in uscita dal 28 e dal 30 maggio 2008

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I film in uscita dal 28 e dal 30 maggio

Come di consueto cari lettori di questo blog passiamo in rassegna i film in uscita questa settimana, e, come di quasi consueto, anche un’anticipazione.

Un anticipazione – nei cinema dal 6 giugno 2008:

  • L’anno in cui i miei genitori andarono in vacanza – di Cao Hamburger

Nei cinema dal 28 maggio 2008:

  • Il Divo – di Paolo Sorrentino

Nei cinema dal 30 maggio 2008:

  • Maradona – di Emir Kusturica
  • The Hitcher – di Dave Meyers
  • Sex and the City – di Michael Patrick King
  • Once – di John Carney
  • Alexandra – di Aleksandr Sokurov
  • Tutto torna – di Enrico Pitzianti
  • Charlie Bartlett – di Jon Poll

Un’anticipazione: nei cinema dal 6 giugno 2008

L’anno in cui i miei genitori andarono in vacanza

titolo originale: O ano em que meus pais saíram de férias
nazione: Brasile
anno: 2006
regia: Cao Hamburger
genere: Drammatico
durata: 104 min.
distribuzione: Lucky Red Distribuzione
cast: M. Joelsas (Mauro) • G. Haiut (Shlomo) • P. Autran (Nonno Mótel) • D. Piepszyk (Hanna) • S. Spoladore (Bia) • L. Castro (Irene) • E. Moreira (Daniel)
sceneggiatura: C. Hamburger • C. Galperin
musiche: B. Villares
fotografia: A. Goldman
montaggio: D. Rezende

Trama: Brasile, 1970. Il mondo è in subbuglio per la guerra in Vietnam e la crescente ondata dittatoriale nei paesi del Sud America, ma per il dodicenne Mauro l’unica preoccupazione è la nazionale di calcio brasiliana che sta per affrontare la finale dei mondiali di calcio in Messico contro l’Italia che le varrebbe la terza stella sulla maglia. Tuttavia, gli avvenimenti del suo paese influenzeranno prepotentemente la vita del ragazzo, costretto a lasciare la tranquilla cittadina di Minas Gerais per trasferirsi nel quartiere Bom Retiro di San Paolo, a casa di suo nonno, dopo che i suoi genitori, militanti di sinistra, abbandonano il Brasile per motivi politici …

Anche il Brasile con questa pellicola si apre al mondo della regia TV e, dai 18 awards vinti dal film e dalle 15 ulteriori nominations, tra le quali della del Berlino Film Festival, pare abbiano ragione.

E’ il momento dei film politici a quanto pare e questa pellicola del brasiliano Cao Hamburger: “Cidade dos Homens” (1 episode, 2004), “Castelo Rá-Tim-Bum, O Filme” (1999), sembra confermarlo.

Il cinema brasiliano è poco visto in Italia ma quelle rare volte a cui vi ho avuto accesso è sempre stata un’esperienza molto valida. Come tutto il cinema sud americano in generale.

Diciamo tre stars virgola cinque tendenti alle quattro.

Nei cinema dal 28 maggio 2008

Il Divo

titolo originale: Il Divo
nazione: Italia
anno: 2008
regia: Paolo Sorrentino
genere: Biografico
durata: 110 min.
distribuzione: Lucky Red Distribuzione
cast: T. Servillo (Giulio Andreotti) • A. Bonaiuto (Livia Andreotti) • G. Bosetti (Eugenio Scalfari) • F. Bucci (Franco Evangelisti) • P. Graziosi (Aldo Moro) • C. Buccirosso (Paolo Cirino Pomicino) • G. Colangeli (Salvo Lima) • A. Ralli (Giuseppe Ciarrapico) • M. Popolizio (Vittorio Sbardella) • G. Imparato (Vincenzo Scotti) • G. Vettorazzo (Magistrato Scarpinato)
sceneggiatura: P. Sorrentino
musiche: T. Teardo
fotografia: L. Bigazzi
montaggio: C. Travagliolo

Trama: A Roma, all’alba, quando tutti dormono, c’è un uomo che non dorme. Quell’uomo si chiama Giulio Andreotti. Non dorme perché deve lavorare, scrivere libri, fare vita mondana e, in ultima analisi, pregare. Pacato, sornione, imperscrutabile, Andreotti è il potere in Italia da quattro decenni. Agli inizi degli anni novanta, senza arroganza e senza umiltà, immobile e sussurrante, ambiguo e rassicurante, avanza inarrestabile verso il settimo mandato come Presidente del Consiglio. Alla soglia dei settant’anni, Andreotti è un gerontocrate che, equipaggiato come Dio, non teme nessuno e non sa cosa sia il timore reverenziale.

Il regista: ho gia’ ascoltato dietrologie di bassa lega

Il Divo
di Paolo Sorrentino, fresco vincitore del premio della giuria a Cannes, esce oggi in Italia in 340 copie, distribuito da Lucky Red.

Il regista definisce la sua opera un film per i giovani e oggi l’ha presentata a Roma dicendo di aver gia’ ascoltato “dietrologie di bassa lega”, che non è un movimento politico del Sud Italia (ho fatto la battuta), su un film che sarebbe, a seconda dei casi, troppo duro o troppo morbido.

Siccome ho fatto un film anche sul teatrino della politica – ha detto il regista partenopeo – spero che il teatrino non si ripeta anche nei commenti sul Divo“.

Ok, non faccio fatica ad ammetterlo. Attendo con ansia questo film che in concorso al Festival di Cannes, si è aggiudicato il gran premio della giuria che voglio dire sono cose. Un po’ perché Paolo Sorrentino è un regista napoletano, come me, che mi sembra quasi più essere un amico di famiglia, mi si perdoni la citazione involontaria della sua opera, che un regista di talento qual’è, un po’ perché in questo film una mia cugina, Marcella Libonati, gli ha fatto d’assistente alla regia, ed un po’ perché è da tempo che seguo le vicende di questo film. La prova è qui.

In una intervista a “La venticinquesima ora” Paolo ha confessato che una delle ragioni per cui da sempre ha avuto l’intenzione di girare un film su Giulio Andreotti (prova ne sia, tra mito e leggenda metropolitana, che uno dei suoi primi soggetti mai realizzati per un cortometraggio era incentrato proprio sul politico italiano più discusso sotto più profili, e che la causa principale di tale mancata realizzazione consisté nel non riuscire a ricreare le orecchie del senatore a vita) è il fatto che una sua parente, pare, gli assomigliasse così tanto che tutte le volte che si recavano in visita da lei, nella sua famiglia si dissertasse poi a lungo, una volta tornati a casa, di quanto incredibilmente questa zia gli somigliasse.

La verità però è (anche) un’altra, aldilà delle fascinazioni adolescenziali del regista.

Ed è che Guilio Andreotti, forse più di molti altri politici italiani, ha rappresentato un’icona della gestione del potere nel nostro paese per oltre quarant’anni. Eh Silvio, ne devi magiare di biada …

Ad interpretare il Divo Andreotti il recente Premio David di Donatello Tony Servillo, che ritorna a svolgere la sua collaborazione, assai proficua, con il regista, e che è d’annoverare tra gli attori anche dell’altro film italiano in concorso e premiato a Cannes: Gomorra di Matteo Garrone, trasposizione dal letterario al filmico dell’omonimo libro shock di Roberto Saviano, che ha anche collaborato alla sceneggiatura.

Tornando al Divo ho visto qualche foto sul sito ufficiale e del film e credo che Servillo, un attore che personalmente amo molto, si sia davvero superato in quanto ad immedesimazione nel personaggio.

Insomma quattro stars aprioristiche sempre più curiose ed impazienti.

Nei cinema dal 30 maggio 2008

Maradona

titolo originale: Maradona
nazione: Francia / Spagna
anno: 2006
regia: Emir Kusturica
genere: Documentario
durata: 90 min.
distribuzione: Bim Distribuzione
sceneggiatura: E. Kusturica
musiche:  M. Chao
fotografia:  R. Pulpeiro
montaggio: S. Zajc

Trama: Il regista Emir Kusturica negli ultimi anni ha trascorso lunghi periodi con il più grande campione della storia del calcio: Diego Armando Maradona. Dall’incontro fra due straordinari talenti nasce un documentario illuminante sulla complessa figura del Pibe de Oro – selezionato fuori concorso al Festival di Cannes 2008. Con le musiche originali di Manu Chao.

Che cosa dovrei dire su questo film. Io che ho fondato insieme ai miei amici un’associazione culturale nel ricordo di questo grande e contraddittorio personaggio? “Gli orfani romani di Diego“. Il cui simbolo è un cuore azzurro?

Diego rappresenta davvero Napoli, con le sue forti contraddizioni, con la sua commistione di miserie e nobiltà, con il suo senso estetico, con il suo viscerale amore al gioco del football.

Maradona stregò Napoli perché ne incarnava l’anima, era uno scugnizzo argentino.

Aveva l’estro, la genialità, ma anche la strafottenza, la guapparia.

Spero che questo film di un regista che con il tempo è diventato amico del campione, del Diego, possa restituire un’immagine meno stereotipata su di lui. Meno inquinata dai veleni della droga e della caduta dell’uomo prima ancora che del campione.

Noi gli vogliamo bene e andremo a vedere questo film con commozione e forse con una punta di rimpianto.

Perché Maradona è meglio e Pelè e c’ammo fatto o mazzo tanto pe’ l’avè.

E poi dopo l’orribile pellicola di Marco Risi attendo molto di vedere un film serio su Diego.

Cinque strars azzurre. In pieno conflitto d’interessi.

The Hitcher

titolo originale: The Hitcher
nazione: U.S.A.
anno: 2007
regia: Dave Meyers
genere: Horror
durata: 90 min.
distribuzione: Medusa Film
cast: S. Bean (John Ryder) • S. Bush (Grace Andrews) • Z. Knighton (Jim Halsey) • N. McDonough (Tenente Esteridge) • K. Davis (Buford’s Store Clerk) • S. O’Brien (Sceriffo Harlan Bremmer Sr.) • D. Bolero (Agente Edwards) • L. Cohn (Marlene)
sceneggiatura     E. Red • J. Wall • E. Bernt
musiche:     S. Jablonsky
fotografia:  J. Hawkinson
montaggio: J. May

Trama: Una giovane coppia di universitari, Grace e Jim, decide di passare qualche giorno di vacanza nella casa di campagna di lei. Si mettono in viaggio e in una notte di pioggia torrenziale prendono a bordo un uomo rimasto con la macchina in panne. Sarà troppo tardi quando i due capiranno chi è veramente il misterioso-mostruoso passeggero …

Qui siamo al remake del più bello e più premiato film del regista Robert Harmon del 1986.

Cosa abbia spinto l’idea di un’operazione del genere non saprei dire, a giudicare dai risultati.

Ma tanto è.

Il film del 1986 rimane un cult del genere, che peraltro io non amo alla follia,  questo credo passerà alla storia come uno scult.

Due stars molto basite.

Sex and the City

titolo originale: Sex and the City
nazione: U.S.A.
anno: 2008
regia: Michael Patrick King
genere: Commedia
durata: 135 min.
distribuzione: 01 Distribution
cast: S. Parker (Carrie Bradshaw) • K. Cattrall (Samantha Jones) • K. Davis (Charlotte York) • C. Nixon (Miranda Hobbes) • C. Noth (Mr. Big)
sceneggiatura: M. King
musiche: A. Zigman
fotografia: J. Thomas
montaggio: M. Berenbaum

Trama: La serie televisiva più amata dalle donne diventa un lungometraggio. Nata da un’idea di Darren Star e basata sull’omonimo, fortunato romanzo di Candace Bushnell, la serie Sex and the City viene trasmessa fra il 1998 e il 2004 dalla tv via cavo americana HBO e, in Italia, da TMC, La 7 e Canal Jimmy. 94 episodi in 6 stagioni, 7 Emmy Award, 8 Golden Globe. Numeri impressionanti, che da soli però non bastano a rendere l’eccezionalità di una serie che ha fatto epoca. Tema del serial, come noto, è la vita sentimentale e sessuale di quattro affermate professioniste sopra i 30 anni nella New York più alla moda ed esclusiva.

Questa disgustosa operazione commerciale la trovo ripugnante.

E’ difficile leggere su IMDB un ranking dato dai visitatori del sito così basso.

Eppure sono sicuro che questa pellicola sbancherà al box office.

Credetemi anche se siete degli amanti del serial, fatti vostri, evitate questa pellicola del 2008.

1 stars in onore al serial televisivo.

Delusi? Mi dispiace ma datemi ascolto una volta, ok?

Once

titolo originale: Once
nazione: Irlanda
anno: 2007
regia: John Carney
genere: Drammatico
durata: 91 min.
distribuzione: Sacher Distribuzione
cast: G. Hansard (Lui) • M. Irglová (Lei) • B. Hodnett (Padre di lui) • D. Ktrestova (Madre di lei)
sceneggiatura: J. Carney
musiche: G. Hansard • M. Irglová
fotografia: T. Fleming
montaggio: P. Mullen

Trama: Dublino. Un giovane cantautore irlandese in cerca di successo, che si mantiene riparando aspirapolvere e suonando per le strade, incontra una ragazza emigrata dalla Repubblica Ceca, che mantiene se stessa, sua madre e sua figlia facendo vari mestieri, ma che è una pianista di talento che decide di aiutarlo nella realizzazione di un disco da presentare ad una casa discografica di Londra. Insieme, i due ragazzi incideranno una serie di canzoni in cui racconteranno le loro vite e i loro amori passati.

Oh questa è finalmente a mio avviso se non ci fosse stata l’uscita oggi del film di Paolo Sorrentinoil Divo” la migliore uscita della settimana almeno per i miei gusti.

Premio Oscar Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Song per Glen Hansard Markéta Irglová.

Una domanda che credo tutti noi ci facciamo.

Quanto spesso s’incontra la persona giusta?

Ecco magari su questo glisserei un attimo.

La regia di John Carney, il regista irlandese nato a Dublino, che si è aggiudicato diversi premi per questa pellicola e per un’altra, “On the Edge” (2001).

Io dico quattro stars molto romantiche per un moderno film musicale che levati. E mi tengo basso mi tengo.

Alexandra

titolo originale: Aleksandra
nazione: Russia
anno: 2007
regia: Aleksandr Sokurov
genere: Drammatico
durata: 92 min.
distribuzione: Movimento Film
cast: G. Vishnevskaya (Alexandra Nikolova) • V. Shetvtsov (nipote) • E. Tkatchuk • R. Gichaeva (Malika)
sceneggiatura: A. Sokurov
musiche: A. Sigle
fotografia: A. Burov
montaggio: S. Ivanov

Trama: Un ufficiale russo di stanza in Cecenia riceve la visita della nonna Alexandra, dallo spirito libero e dalla franchezza sconvolgente. L’arrivo della donna porta scompiglio nel campo militare e quando si reca nel villaggio vicino per fare la spesa, il contatto con gli abitanti del luogo la rendono consapevole del fatto che le differenze tra russi e ceceni non sono così evidenti da giustificare un conflitto.

Una nomination a Cannes per la Palma d’oro alla migliore regia per il regista sovietico Aleksandr Sokurov che, voglio dire, non è così facile avere. Anche se Zucconi dice che non bisonga scrivere voglio dire. Voglio dire.

Un tema quello del conflitto etnico che non trova requie, e che fra russi e ceceeni va avanti da secoli.

Il conflitto tra la Russia e la piccola regione Caucasica conosciuta come la Repubblica di Cecenia denominata la Repubblica di Ichkeria, ha radici secolari.

Si tratta di un conflitto mai spento con origini lontanissime. Il tentativo di assimilazione della Cecenia all’interno della Russia degli zar, dell’Unione sovietica poi e della Federazione Russa oggi, ha inevitabilmente svegliato resistenza e ribellione.

La Cecenia si è formata da un ampio gruppo di tribù abitanti delle catene montuose del Caucaso ed origini antichissime, basata su clan e famiglie spesso rivali tra loro e facili alla vendetta di sangue.

Oggi, in parte, sono ancora presenti usi e costumi dell’epoca, pur non essendoci reali differenze di ceto o di classe, al contrario della società russa degli zar dove le classi contadine erano praticamente ridotte in schiavitù o comunque vivevano in condizioni di pesante miseria e povertà a spese di una piccola e ricca borghesia.

Per questo motivo la Cecenia puo’ essere considerata piu’ vicina a principi democratici occidentali e non accentratrice come la madre russia.

Tutte cose che viste da un russo diventano interessanti, non vi pare?

Tre stars virgola cinque le merita tutte non credete?

Tutto torna

titolo originale: Tutto torna
nazione: Italia
anno: 2008
regia: Enrico Pitzianti
genere: Commedia
durata: 86 min.
distribuzione: Zaroff Film
cast: A. Careddu (Massimo) • P. Marcialis (Zio Giuseppe) • Y. Broch Montano (Lorena) • M. Medda (Sig. Deiana)
sceneggiatura: E. Pitzianti • A. Iaccarino
musiche: G. Murgia
fotografia: M. Falomi
montaggio: I. Fraioli

Trama: Massimo ha vent’anni e da poco tempo ha lasciato il suo paese nel nord della Sardegna per trasferirsi a Cagliari. Vorrebbe diventare uno scrittore e sta cercando un editore per il suo primo romanzo, ma nel frattempo lavora nel locale di suo zio Giuseppe, con cui divide anche l’appartamento. L’amore per una danzatrice cubana, l’incontro con un gruppo di artisti e le difficoltà economiche di suo zio, porteranno Massimo ad affrontare il difficile percorso verso l’età adulta, che spesso costringe a rivedere i propri sogni e le priorità nella vita …

Enrico Pitzianti è un regista italiano nato a Cagliari nel 1961 : Tutto torna (2008) Il Guardiano (1998).

Il cinema sardo si affaccia ancora nelle sale italiane dopo il bellissimo “jimmy della collina” di Enrico Pau.

Attori rigorosamente sardi se si eccettua la protagonista Yonaiki Broch Montano.

Sono pellicole che mediano tra dimensioni molto local verso prospettive universali.

Sul sito ufficilale non è chiara la data di uscita, forse uscirà il 13 giugno.

Io intanto lo segnalo con tre stars.

Charlie Bartlett

titolo originale: Charlie Bartlett
nazione: U.S.A.
anno: 2008
regia: Jon Poll
genere: Commedia
durata: 96 min.
distribuzione: DNC
cast: A. Yelchin (Charlie Bartlett) • R. Downey jr. (Preside) • H. Davis (Marilyn Bartlett) • K. Dennings (Susan Gardner) • T. Hilton (Murphey Bivens) • I. Davé (Henry Freemont)
sceneggiatura: G. Nash
musiche: C. Beck
fotografia: P. Sarossy
montaggio: A. Baumgarten

Trama: Il giovane Charlie Bartlett è stato cacciato da tutti gli istituti privati in cui la sua famiglia benestante lo aveva mandato a studiare. Per cercare di calmare il suo carattere esuberante, lo hanno affidato alle cure di uno psichiatra e ora lo hanno iscritto ad una scuola pubblica. Charlie, dopo il difficile impatto con i nuovi compagni, si guadagna ben presto la popolarità grazie ad un attenta osservazione e ad un ingegnoso espediente: resosi conto del disagio che dilaga tra i suoi compagni, tutti affetti da qualche disturbo della psiche tipico dei giovani moderni, si improvvisa a sua volta psicologo e trasforma il bagno dei maschi nel suo studio dove ricevere i ‘pazienti’, ma soprattutto inizia a spacciare le ‘pillole miracolose’ che di volta in volta si fa prescrivere dal suo medico curante. Tuttavia, il brillante e intraprendente Charlie non ha fatto i conti con l’astuto e inflessibile preside.

Non ci bastavano i teenager nostri ci volevano i teenager vostri.

Questo potrebbe essere la chiosa lapidaria ad un film che credo sia molto difficile veda me entrare in una sala con la motivazione di assistere ad una sua proiezione.

Ma tanto è. Questo è il coraggio dei nostri distributori.

Peraltro non posso nemmeno parlare poi tanto male di questo film è che mi domando “Cosa ci insegneranno mai questi ggiovani?”

… omissis … si improvvisa a sua volta psicologo e trasforma il bagno dei maschi nel suo studio dove ricevere i ‘pazienti’, ma soprattutto inizia a spacciare le ‘pillole miracolose’ che di volta in volta si fa prescrivere dal suo medico curante … omissis

Ma è che sto invecchiando ammettiamolo.

Due pillole e mezzo miracolose … no volevo dire due stars virgola cinque.

A cura di cinemavistodame.

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