Film in uscita al cinema dal 24 Ottobre 2008
Al via ieri il rinnovato Festival del cinema di Roma che lancia, questa sera, il primo dei italiani film in concorso in anteprima mondiale. Si tratta de “L’uomo che ama” di Maria Sole Tognazzi nelle sale italiane da venerdì.
- L’uomo che ama – di Maria Sole Tognazzi
- Babylon A.D. – di Mathieu Kassovitz
- Tropic Thunder – di Ben Stiller
- Control – di Anton Corbijn
- The Melon Route – di Branko Schmidt
- Albakiara – di Stefano Salvati
L’uomo che ama
titolo originale: L’uomo che ama
nazione: Italia
anno: 2008
regia: Maria Sole Tognazzi
genere: Sentimentale
durata: 102 min.
distribuzione: Medusa Film
cast: P. Favino (Roberto) • M. Bellucci (Alba) • X. Rappoport (Sara) • P. Degli Esposti (Giulia) • M. Alhaique (Carlo) • M. Paredes (Dr.ssa Campo) • F. Sciarappa (dottore) • A. Ninchi (Vittorio) • G. Blackhall (Yuri)
sceneggiatura: M. Tognazzi • I. Cotroneo
musiche: C. Consoli
montaggio: W. Fasano
Trama: Una pellicola adulta sull’amore. Un film che racconta la grande passione di un uomo per una donna dal punto di vista maschile. L’uomo che ama è un uomo normale che in due storie diverse vive situazioni opposte: abbandona e viene abbandonato, diventa carnefice e poi vittima.
E si ragazzi questa settimana inizio da qui. E già sia perché, come ho già detto di là, questo è il film d’apertura della Festa … pardon del Festival del cinema di Roma (Gianluigi Rondi peto veniam … ed anche a te Walter il vero ideatore dell’iniziativa). La mia analisi non entusiasta al film è qui.
E sia perché, vivendo a Roma, ho già avuto modo di vedere il trailer del film che, nonostante certi componenti tipiche, del cinema italiano è secondo me degno di nota.
Maria Sole Tognazzi è da tenere d’occhio. E’ fresca, ispirata, ha il gusto per l’inquadratura raffinata ed evocativa, il casting giusto, un bilanciato rapporto tra cose che potremmo avere vissuto tutti, e colpi di scena ci attendono. Tutto con le profondità ed il tocco leggero di una donna che narra di uomo che ama. E con una inedita colonna sonora di Carmen Consoli.
Dobbiamo ammetterlo, nonostante il tema declinato al maschile, qui siamo all’uomo che ama … visto dalle donne.
Si insomma una storia declinata, paradossalmente rispetto al titolo della pellicola, al femminile.
Motivo in più per non perdersela.
Ammetto, peraltro, che in questo momento l’amore è per me una cosa alla quale sono avvezzo più o meno nei modi raccontati nel film.
Siete avvistati … qui siamo a quei film melodrammatici che molti criticheranno … ma che io adoro.
Peraltro segnalo anche il nominativo di Ivan Cotroneo un co-sceneggiatore che abbiamo già apprezzato in “Piano Solo” di Riccardo Milani. Eh si.
Quattro orgogliose italiche stars, Tutte vistedame. Che scendono a due dopo la visione in sala.
Il nome da segnalare di questo film, oltre ad Ivan Cotroneo, è quello l’attrice della scuola teatrale russa, da me già segnalata per la sua eccellente interpretazione de “La sconosciuta” di Peppuccio Tornatore, qui la mia analisi al film, Kseniya Rappoport, premiata con il David di Donatello nel 2007, proprio come migliore attrice protagonista.
Babylon A.D.
titolo originale: Babylon A.D.
nazione: U.S.A. / Francia
anno: 2008
regia: Mathieu Kassovitz
genere: Azione / Avventura
durata: 90 min.
distribuzione: Moviemax
cast: V. Diesel (Toorop) • M. Yeoh (Rebecca) • M. Thierry (Aurora) • G. Depardieu (Gorsky) • C. Rampling (Neolite Priestess) • L. Wilson (Dottor Arthur Darquandier) • M. Strong (Finn)
sceneggiatura: M. Kassovitz • E. Besnard • J. Simas
musiche: A. Orvarsson
fotografia: T. Arbogast
montaggio: B. Weill
Trama: Il mercenario veterano di guerra Toorop accetta l’incarico di scortare una misteriosa giovane donna dalla Russia a NY City. Non sa però che la sua compagna di viaggio ha subito una terribile manipolazione genetica, diventando il vettore di un ospite che si nutre di lei, un organismo geneticamente modificato creato in laboratorio da una setta religiosa che vuole dare vita ad una sorta di Messia …
Qui stiamo di fronte ad un film genere avventura/azione alla francese. Un genere che ha avuto proprio in Vin Diesel uno dei suoi profeti, eh si.
Ma ho paura che un cast all stars … qualche anno dopo, sia più un disperato tentativo di riportare in sala rianimazione un genere che forse ha oramai troppo poco da dire.
Ok, Gérard Depardieu, Charlotte Rampling, e arrivo a dire la stessa Michelle Yeoh, sono tutti degni di menzioni di merito … ma non certo per questa pellicola che archiviamo coma una delle sole della settimana.
Poi non dite che non vi avevo avvisato eh.
Peccato però no, dare solo sue stars virgola cinque a questo cast … ma tanto è.
Il nominativo da segnalare è Maurice G. Dantec, lo scrittore della novella che è stata trasposta dal letterario al filmico, e che è stato regista televisivo in Francia.
Tropic Thunder
titolo originale: Tropic Thunder
nazione: U.S.A.
anno: 2008
regia: Ben Stiller
genere: Commedia
durata: 107 min.
distribuzione: United International Pictures
cast: B. Stiller (Tugg Speedman) • R. Downey jr. (Kirk Lazarus) • J. Black (Jeff Portnoy) • D. McBride (Cody) • B. Jackson (Alpa Chino) • J. Baruchel (Kevin Sandusky) • S. Coogan (Damien Cockburn) • B. Hader (Rob Slolom) • N. Nolte (Quadrifoglio) • B. Soo Hoo (Tran) • R. Lee (Byong) • M. McConaughey (Rick Peck) • T. Cruise (produttore)
sceneggiatura: J. Theroux • E. Cohen • B. Stiller
musiche: T. Shapiro
fotografia: J. Toll
montaggio: G. Hayden
Trama: Cinque attori, per interpretare un film di guerra, dovranno prima frequentare un corso di addestramento militare su un’isola. Scoppiata una ribellione tra gli abitanti, si ritroveranno a combattere una vera guerra.
Ben Stiller … non è che per me rappresenti un punto di riferimento cinefilo.
Cioè, voglio dire, se mi capita un suo film su SKY dopo una giornata di lavoro pesante, non cambio canale … e si che è facile farlo con tutti quei programmi disponibili.
Ma al cinema mi metto troppo spesso la mano sul cuore, perché, come diceva Massimo Troisi a proposito dei libri … quelli sono tanti a girare … io sono uno a vedere ed allora penso … non li acchiapperò mai.
Motivo per cui ho aperto questo blog.
Nel caso di specie questo film merita, peraltro, una menzione speciale perché si cerca di uscire dallo stereotipo.
E dal genere puramente goliardico in stile con l’attore protagonista, la pellicola ha momenti invece di genere assai diverso.
Stra-pompato dal marketing made USA, visti i successi al box office del nostro eroe, va dato merito a Stiller di sperimentare altre corde nelle sue capacità attoriali.
Forse, però, ancora troppo poco per il mio palato troppo raffinato.
Diciamo tre stars ma è che io sono esigente.
Qui il nome da segnalare è quello di Justin Theroux co-sceneggiatore del film, e già al lavoro sullo sviluppo del soggetto di Iron Man 2 (2010).
Control
titolo originale: Control
nazione: U.S.A.
anno: 2007
regia: Anton Corbijn
genere: Biografico
durata: 119 min.
distribuzione: Metacinema
cast: S. Riley (Ian Curtis) • S. Morton (Deborah Curtis) • C. Parkinson (Tony Wilson) • A. Lara (Annik Honoré) • J. Anderson (Peter Hook) • N. Harrison (Corrine Lewis) • T. Kebbell (Rob Gretton) • M. McNulty (Nick Jackson) • B. Naylor (Martin Hannett) • J. Pearson (Bernard Sumner) • T. Plester (Earnest Richards) • R. Shelly (Twinny) • H. Treadaway (Stephen Morris)
sceneggiatura: M. Greenhalgh
fotografia: M. Ruhe
montaggio: A. Hulme
Trama: La vita di Ian Curtis, cantante della rock band post-punk Joy Division, tra il 1977 e il 1980 cambia radicalmente. La band sta finalmente emergendo nel panorama musicale britannico e gli impegni si fanno più pressanti. Improvvisi e violenti attacchi di epilessia lo assalgono fuori e sul palcoscenico. Il rapporto con la moglie Debbie entra in una crisi profonda a causa dell’amore per la belga Annik Honoré …
La cosa che mi ha colpito studiando la pellicola è che Deborah Curtis co-sceneggiatrice del film è autrice di autobiografia “Touching from a Distance” che è la base dell’adattamento cinematografico realizzato da Anton Corbijn.
Questo restituisce a questo film, che secondo me merita una menzione speciale, un imprinting neorealista e documentarista, nonostante l’archiviazione come Biopic Novel drammatica e musicale.
E’ il momento dei film musicali. Eh si, almeno uno a settimana ci tocca. La mia analisi di questo bellissimo film è qui.
Gli Abba cedono il posto a Ian Curtis, cantante della rock band post-punk Joy Division.
E sia noi accreditiamo, senza riserva, cinque stars.
Occhio che il film è del 2007 … ma questo è solo perché i markettari del nostro cinema non capiscono niente di musica … il film merita ed il nominativo da segnalare è proprio quello di Deborah Curtis, la moglie dell’artista nonché autrice del libro: “Touching from a Distance” dal quale è stata realizzata la trasposizione dal letterario al filmico. Qui la mia analisi svolta di là.
The Melon Route
titolo originale: Put Iubenica
nazione: Croazia
anno: 2006
regia: Branko Schmidt
genere: Drammatico
durata: 89 min.
distribuzione: R.V.EN
cast: K. Mikic (Mirko) • M. Sun (ragazza cinese) • L. Lucev (Seki) • A. Omerovic (Meho) • E. Hadzihafizbegovic (Gojko) • I. Gregurebic (Cale)
sceneggiatura: B. Schmidt • O. Svilicic
musiche: M. Skoro
fotografia: V. Vrdoljak
montaggio: V. Lazeta • H. Mrsic
Trama: Mirko trasporta i clandestini lungo il confine tra Bosnia Erzegovina e Croazia. La sua barca sovraccarica si capovolge e i cinesi annegano. Sopravvive solo una giovane donna e Mirko decide di nasconderla. Sotto la sua influenza sperimenta un cambiamento nella sua vita. Ma la donna cinese è un testimone e la mafia la rapisce con l’aiuto del capo della polizia locale, lo zio di Mirko …
Ma chi traduce i titoli dei film ???
Codesto è un film croato del 2006. Com’è che spunta solo adesso nelle nostre sale?
Ma è chiaro … il cinema e la televisione hanno il mandato di evangelizzare gli italiani al tema dell’integrazione razziale.
Bosnia Erzegovina, Croazia con inserti di Cina. E vai. Ci mancano i napoletani e i mafiosi siciliani e poi siamo a posto.
Il film è drammatico e credo che, un po’ per i carenti mezzi di produzione, ed un po’ per altre lacune … non sia un capolavoro.
Il nome da segnalare ovviamente è quello di Branko Schmidt.
Diciamo tre stars ma risicate risicate.
Albakiara
titolo originale: Albakiara
nazione: Italia
anno: 2007
regia: Stefano Salvati
genere: Commedia
durata: 93 min.
distribuzione: Mikado Film
cast: A. Haber (zio Baldo) • I. Marescotti (Comm. Guidotti) • L. Gigante (Chiara) • D. Bandiera (Andrea) • K. Potts (Kelly Jason) • F. Sabatucci • L. Cannata • R. Degan (Esmeralda) • D. Rossi (Nico)
sceneggiatura: S. Salvati • C. Lucarelli
musiche: G. Curreri • F. Nemola • D. Schiavo
fotografia: M. Calvesi • L. Martinucci
montaggio: P. Marzoni • F. Trebbi
Trama: Tratto dall’omonima canzone di Vasco Rossi. La “K” del titolo allude alla cosiddetta “generazione K” raccontata dal film, e svela il lato oscuro dei diciottenni di oggi: ragazzi e ragazze ancora in grado di amare ma incapaci di arrestare il degrado della propria generazione.
Si ragazzi teniamoci forte.
Questo è il film italiano non da deridere da commiserare della settimana.
Raz Degan, il quasi inevitabile Alessandro Haber, la new entry Laura Gigante.
Albakiara con la kappa ci attocca questa settimana … un po’ come il segno dei tempi.
Come un film che s’ispira al cantante che maggiormente incarna il senso di disagio dei giovani d’oggi.
Quelli accompagnati “L’ospite inquietante” dell’analisi dell’omonimo libro di Umberto Galiberti.
Questo disagio che pare solo la musica rock di un cantante come Vasco Rossi, e gli operatori di mercato, riescono a comprendere e ad indirizzare … nell’incapacità delle istituzioni scolastiche a dare un supporto non tanto al problema psicologico quanto a quello culturale delle giovani generazioni.
Un film sul nichilismo de noantri.
Che potrebbe arrivare a tangere nientemeno che il pensiero di Martin Heidegger, e che tracima nella notte, nella droga, nei percorsi che seguono i ragazzi, che, secondo certe dottrine cattoliche, perdono il senso della vita.
Due stars virgola cinque
La soluzione potrebbe risiedere nella capacità di farli incuriosire delle loro virtù, … e chissà forse scrivo questi blog, forse anche, per questo.
Ma certo film come questi non aiutano.
Si limitano a descrivere non ad analizzare.
Se il cinema riuscisse a fare incuriosire i giovani … forse “L’ospite inquietante” , il nichilismo (senza kappa), potrebbe essere sconfitto.
Due strars virgola cinque per un’operazione che va nella direzione esattamente contraria.
Peccato.
Vuoi vedere i trailer? Clicca qui.
Alla prossima.
A cura di cinemavistodame.
@tessapurna Ecco appunto … grazie ;) Rob.
no, infatti ho visto babylon e mi è piaciuto :-) vin un po’ meno che in altri film, devo dire.
@tessapurna Più che tante sono troppe … le dovevo abbassare a due dopo averlo visto in sala venerdì, scusami ;) … Però se il tema interessa magari. Grazie di essere passata.
@Godot Grazie ;)
Un saluto.
Rob.
penso che guarderò l’uomo che ama. mi interessa il tema.
poi 4 stelle sono tante.
:-)
ciao
Grazie ancora una volta per la soffiata… ormai arrivati al fine settimana mi sei indispensabile ;)