cinemavistodame.com di Roberto Bernabò

Wall-E – di Andrew Stanton (2008)

breve analisi di eventi esistenti e linguaggio audiovisivo

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Wall-E

titolo originale: Wall-E
nazione: U.S.A.
anno: 2008
regia: Andrew Stanton
genere: Animazione
durata: 97 min.
distribuzione: Buena Vista International
sceneggiatura: A. Stanton
musiche: T. Newman

Trama: Wall-E (Waste Allocation Load Lifter Earth-Class) è un robottino che da centinaia di anni conduce un’esistenza solitaria sulla Terra perché gli esseri umani hanno abbandonato il pianeta, ormai invivibile. Un giorno, mentre WALL.E compie le sue consuete mansioni, una misteriosa astronave atterra sul pianeta. Da quel momento il piccolo automa avrà un nuovo scopo nella vita: seguire attraverso la galassia EVE, la robot-ricercatrice che, grazie a lui, ha scoperto una nuova chiave per il futuro dell’umanità …

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Circa le sceneggiature costruite su più livelli narrativi

Sapete come si dice in questi casi, che questo genere di cinema made in Usa, e questo film direi in maniera particolare, sa utilizzare quel sistema di screenplay che, quelli che parlano di cinema in maniera dotta, definiscono su più livelli di narrazione.

Che cosa significa?

Significa, prima di tutto, che dovete andare in sala quando ci vanno i bambini.

Significa che dovete lasciare spazio sia al bambino, che inevitabilmente ancora alberga in voi, senza censurare, stupidamente, l’intelligenza e la capacità di analisi che l’adulto, un po’ cinefilo più per pratica che per necessità, che vive in maniera ci auguriamo in maniera non eccessivamente vigile in voi.

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Se adotterete questa difficile, e solo apparentemente ingenua, disposizione d’animo, sarete nello spirito giusto per poter rendervi conto che, mentre il fanciullino si lascerà guidare, sognante, della narrazione, l’adulto non potrà evitare d’interrogarsi sull’acutezza, magari anche un po’ facilona, e l’intelligenza dei temi sottesi nel storia e nel discorso dagli esistenti, narrata non senza una vena di sarcasmo e spirito anticipatorio circa la possibile evoluzione dell’uomo.

Il film arriva per la comicità dentro la drammaturgia.

Una drammaturgia quanto mai attuale anche se trasposta all’incontro tra due robot.

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Il simpatico innamorato, impavido, e irresistibile Wall-E, vero eroe della storia, ed Eve, la sua altra metà, il suo complemento femmineo, inizialmente nei panni allegorici dell’altro. Del diverso, dell’apparentemente superiore.

Senza arrivare ad essere didascalico, Wall-E esprime e contiene tutta quella parte buona degli esseri viventi.

Quella parte che intravede nell’altro sempre e comunque qualcosa da scoprire, da incontrare, da conoscere, e, perché no, d’amare fino a correre, in nome di questa ineluttabile scoperta, pericoli e situazioni che solo nel nome di questa ancestrale spirituale energia primordiale, si può avere il coraggio di affrontare, certi che il risultato, qualunque esso potrà essere, sarà comunque valso la pena.

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Nel suo viaggio iniziatico il robot Wall-E conoscerà (e come evitarla) una umanità inerme, impigrita, quasi deformata dalla inconsistente supremazia delle macchine, che sembrano avere preso il controllo su di essa, in una sorta di oblio narcotico in cui solo un archivio elettronico conserva ancora traccia della missione che l’astronave vagante nello spazio è realmente chiamata a compiere.

Eppure, in questo mirabolante ed allegorico racconto dei racconti, saranno proprio due robot che restituiranno alla razza umana la dignità ed il luogo natio, il nostro caro e vecchio pianeta terra.

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Piante che evocano la rinascita, coraggio che evoca il superamento delle diffidenze tra le genti, inquadrature mai banali, atmosfere filmiche degne delle migliori pellicole di genere, citazioni quasi inevitabili (come non pensare ad ET telefono casa), effetti d’animazione (quelli dei maestri della Pixar per intenderci) poetici ed esilaranti, non potranno non commuovere tanto l’adulto che il bambino.

E consegnare questo film ai veri e propri capolavori del genere.

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