La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha fatto le sue scelte
Riflettevo sulla rassegna.
Sui film in concorso.
Sulla scadenza di ben due mandati, di quattro anni ciascuno, al bravissimo Direttore della Mostra del Cinema di Venezia Marco Müller.
Riflettevo e pensavo che oggi è l’11 settembre.
Sono, cioè, passati esattamente 10 anni, dai misteriosi (sento il dovere di definirli così), attentanti alle Torri Gemelle di New York.
Penso non sia un caso che, a vincere il Leone d’oro, e altri premi, siano stati, in questa mostra che terminava la sera prima di questo anniversario, film che narrano, un po’ tutti, questo disagio del nostro millennio.
Questa urgente necessità di comprendere l’altro.
Di riuscire, in qualche modo, in un qualsiasi, qualsivoglia, modo, ad integrarlo. Farlo entrare nel cerchio.
Sento, troppo spesso, dire, che bisognerebbe aiutare queste persone nei paesi dai quali fuggono. E che, accettare questo stato delle cose, significhi, in pratica, non solo non risolvere questo problema, ma addirittura crearne un secondo.
Io non riesco ad essere così categorico, e netto, in questo giudizio.
Non ci riesco, non c’è niente da fare, ed, anzi, sono portato a credere che, se esiste un flusso migratorio così importante, se esiste gente senza scrupoli che lucra su questo infinito disagio, è perchè il mondo viaggia – da troppo tempo, ormai – a due velocità.
Una guidata da un regime di vita, quello occidentale, che spreca risorse.
Ed una seconda nella quale il regime di vita è quello di morire ancora di fame e di guerra.
Chiudere gli occhi difronte a questa verità, ed affermare che è necessaria una politica fatta di chiusure e respingimenti, temo, che significhi ignorare che, prima o poi, questa gente si sarebbe stufata di questo stato delle cose.
E, certe affermazioni, mi appaiono troppo lapidarie, e, soprattutto, ciniche.
Anche se, al dunque, questo dovere morale a cui accenno, siamo proprio noi, come italiani, seppure con i nostri tanti problemi, a riuscirlo ad interpretare, forse proprio perché siamo stati, anche noi, un popolo di migranti.
Forse è proprio per questo che il film di Emanuele Crialese, Terraferma, mi è piaciuto così tanto.
Insomma, per dirla in una frase, sono convinto, fermamente, della necessità di dover fare tutti, in questa parte del mondo, un passo indietro, per poter far compiere, all’altra parte del mondo, e arrivo a dire all’umanità intera, mille passi avanti.
Ringrazio, quindi, Marco Müller, che, nel suo piccolo, ha saputo dare voce a questo disagio, ed ha saputo dirigere una mostra così intensa di emozioni.
E ringrazio tutti coloro nel mondo del Cinema, a qualunque titolo, si sono impegnati, e si stanno impegnando, in questa direzione.
Non vedo molte alternative … per il futuro dell’umanità.
Dette queste vaneggianti parole passiamo ai premi.
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VENEZIA 68
La Giuria Venezia 68, presieduta da Darren Aronofsky e composta da Eija-Liisa Ahtila, David Byrne, Todd Haynes, Mario Martone, Alba Rohrwacher, André Téchiné, dopo aver visionato tutti i ventitre film in concorso, ha deciso di assegnare i seguenti premi:
Leone d’Oro per il miglior film
Faust di Aleksander Sokurov (Russia)
Leone d’Argento per la migliore regia
Shangjun CAI per il film Ren Shan Ren Hai (People Mountain People Sea) (Cina – Hong Kong)
Premio Speciale della Giuria
Terraferma di Emanuele Crialese (Italia) (cinemavistodame.com felicissimo !!!)
Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile
Michael Fassbender nel film Shame di Steve McQueen (Gran Bretagna)
Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile
Deanie Yip nel film Tao jie (A Simple Life) di Ann Hui (Cina – Hong Kong)
Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente
Shôta Sometani e Fumi Nikaidô nel film Himizu di Sion Sono (Giappone)
Osella per la miglior fotografia
Robbie Ryan per il film Wuthering Heights di Andrea Arnold (Gran Bretagna)
Osella per la migliore sceneggiatura
Yorgos Lanthimos e Efthimis Filippou per il film Alpis (Alps) di Yorgos Lanthimos (Grecia)
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Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”
Là-bas di Guido Lombardi (Italia) – Settimana della Critica, nonché un premio di 100.000 USD, messi a disposizione da Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore
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ORIZZONTI
Premio Orizzonti (riservato ai lungometraggi):
Kotoko di Shinya Tsukamoto (Giappone)
Premio Speciale della Giuria (riservato ai lungometraggi):
Whores’ Glory di Michael Glawogger (Austria, Germania)
Premio Orizzonti Mediometraggio:
Accidentes Gloriosos di Mauro Andrizzi, Marcus Lindeen (Svezia, Danimarca, Germania)
Premio Orizzonti Cortometraggio:
In attesa dell’avvento di Felice D’Agostino, Arturo Lavorato (Italia)
Menzioni Speciali:
O Le Tulafale (The Orator) di Tusi Tamasese (Nuova Zelanda, Samoa)
All The Lines Flow Out di Charles LIM Yi Yong (Singapore)
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CONTROCAMPO ITALIANO
Premio Controcampo (per i lungometraggi narrativi)
Scialla! di Francesco Bruni
Premio Controcampo (per i cortometraggi)
A Chjàna di Jonas Carpignano
Premio Controcampo Doc (per i documentari)
Pugni chiusi di Fiorella – Infascelli
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Menzioni Speciali:
Al documentario Black Block di Carlo Augusto Bachschmidt
a Francesco Di Giacomo per la fotografia di Pugni chiusi
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Leone d’Oro alla carriera
Marco Bellocchio
Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker Award 2011
Al Pacino
Premio Persol 3D per il più creativo cinema stereoscopico dell’anno
Zapruder Filmmakers Group (David Zamagni, Nadia Ranocchi, Monaldo Moretti)
Premio L’Oréal Paris per il cinema
Nicole Grimaudo
caro Roberto ho visto Terraferma a Venezia e ti dirò che non mi è piaciuto
al di là della tematica condivisibile al 100% ho trovato i personaggi quasi tutti fuori ruolo, anche beppe fiorello che imitava il fratello fiorello, come dire un film senz’anima mi sono rifatta il giorno dopo con la proiezione del film del maestro Olmi Il villaggio di cartone che ti invito a vedere
@didola … anche io l’ho visto il film ed è proprio vero quello che mi disse un tassista di Napoli: Io gli avevo detto: “Ogni capa è nu munno” e lui mi corresse dicendo: “No dottò” … “Ogni capa è nu tribunale“.
A me, il film, è, invece, piaciuto molto.
Certo Donatella Finocchiaro … non è Charlotte Gainsbourg.
E Beppe Fiorello non è Vincenzo Amato. Questo te lo concedo.
Ma, detto questo, la sequenza tra la Finocchiaro e Timnit T., prima della fuga, vale il prezzo del biglietto, solo quella.
Senza parlare di Filippo Pucillo, un ragazzo che tengo d’occhio da tempo.
E come non considerare la bellezza intrinseca della dimensione puramente visiva, che mi ha ricondotto, come ho avuto modo di dire, all’arte visiva di Bill Viola.
Della direzione della fotografia di: Fabio Cianchetti.
Crialese è l’unico regista italiano che continua ad ogni film a progredire nel tentativo di creare un linguaggio audiovisivo altro.
Che tenta di sperimentare nuovi codici visivi.
Che si assume il rischio di nuove scelte scelte attoriali, magari anche in parte condizionate dal suo crescente successo, anche se, quando ha ricevuto il premio, ha ringraziato tutti per la libertà che ha avuto in questo film.
Viva la faccia. A spingere giovani attori italiani.
La Finocchiaro non è molto in palla all’inizio. Ok.
Troppo poco siciliana, isolana.
Ma recupera in progressione.
Io difendo il cinema di Crialese, sempre e comunque, ed in ogni luogo, e sono fiero che esistano registi che cercano di crescere ad ogni film.
Ad averceli registi come lui, in questo paese allo sfascio.
Io sono uscito dalla proiezione molto commosso.
Sarà che sono diventato buddista?
Na’ lacrima lucente.
Rob.