Breve analisi di eventi, esistenti e linguaggio audiovisivo
Un omaggio toccante a un’icona della musica italiana
a cura di Roberto Bernabò
Regista: Riccardo Milani
Genere: Documentario biografico
Anno: 2023
Paese: Italia
Durata: 135 min
Data di uscita: 06 novembre 2023
Distribuzione: Lucky Red
Personaggi ed interpreti: Gianfranco Aiolfi, Massimo Bernardini, Pier Luigi Bersani, Claudio Bisio, Mario Capanna, Francesco Centorame, Lorenzo Jovanotti Cherubini, Ombretta Colli, Paolo Dal Bon, Fabio Fazio, Ivano Fossati, Dalia Gaberscik, Ricky Gianco, Gino e Michele, Guido Harari, Paolo Jannacci, Lorenzo Luporini, Roberto Luporini, Sandro Luporini, Mercedes Martini, Vincenzo Mollica, Gianni Morandi, Massimiliano Pani, Giulio Rapetti – Mogol, Michele Serra.
Sinossi: Girato o tra Milano e Viareggio – le due città che racchiudono i più importanti luoghi della vita sua vita – il docufilm di Riccardo Milani ci racconta Giorgio Gaber, protagonista assoluto di una delle pagine più preziose dello spettacolo italiano, dalla musica leggera dei primi anni al Teatro Canzone della sua maturità artistica. Un viaggio intimo ed esclusivo nella sua vita straordinaria. Da una parte la storia più privata attraverso le parole della figlia e delle persone storicamente a lui più vicine. Dall’altra, un racconto corale di grandi personaggi ed artisti che lo hanno vissuto e amato negli anni. Ognuno di loro attraverserà, a suo modo, l’Italia per raggiungere uno dei teatri storici milanesi più cari al Signor G: il Teatro Lirico Giorgio Gaber. A vent’anni dalla scomparsa il primo docufilm ufficiale su Giorgio Gaber. Io, noi e Gaber, il documentario diretto da Riccardo Milani, è un omaggio a uno dei personaggi più preziosi della musica e dello spettacolo italiani. Giorgio Gaber lascia un’eredità fondamentale per la cultura del Paese. Attraverso interviste e materiali di repertorio, ascoltiamo le parole della famiglia e riviviamo insieme a chi l’ha conosciuto, il suo grande genio. Artisti come Enzo Jannacci, Celentano, Maria Monti, che hanno cantato con lui, e altri come Jovanotti o Claudio Bisio che ne ricordano le opere. Gaber impegnato politicamente che si esibisce sul palco e sul piccolo schermo, la creazione del Teatro Canzone insieme a Sandro Luporini, immagini e suoni raccolti per celebrare il Signor G.
“Io, noi e Gaber” è un documentario biografico scritto e diretto da Riccardo Milani, uscito nel 2023. Il film racconta, a vent’anni dalla sua comparsa, la storia del celebre cantautore italiano Giorgio Gaber, ripercorrendo la sua vita, la sua carriera e il suo impatto sulla società italiana.
Iniziamo analizzando gli eventi del documentario.
Il film si sviluppa attraverso una serie di episodi cronologicamente ordinati, che seguono la vita di Gaber dalla sua infanzia fino alla sua morte. Vengono mostrati i momenti chiave della sua carriera artistica, i suoi successi, le sue battaglie politiche e sociali, ma anche le difficoltà personali che ha affrontato lungo il cammino.
I personaggi principali del documentario sono Gaber stesso, e le persone che lo hanno conosciuto e lavorato con lui. Tra questi ci sono amici, colleghi e familiari (Claudio Bisio, Francesco Centorame, Ombretta Colli, Ivano Fossati, Ricky Gianco, Paolo Jannacci, Jovanotti, Vincenzo Mollica, Gianni Morandi, Dalia Gaberscik), che offrono una prospettiva intima e personale sulla vita e la personalità di Gaber. Attraverso le loro testimonianze, il documentario offre uno sguardo approfondito sulla complessità e l’importanza di Gaber come artista e figura pubblica.
Particolarmente toccanti sono i ricordi che di Giorgio Gaber fa una figura fondamentale della sua evoluzione artistica: Sandro Luporini, probabilmente il suo più importante collaboratore, che ha svolto un ruolo significativo nella sua carriera. E’ stato il principale paroliere delle canzoni dell’artista milanese, e ha scritto molte delle sue canzoni più famose. Dai suoi racconti emerge un Gaber inedito. Curioso, impegnato, più filosoficamente che politicamente. Mentre Luporini si dichiara “comunista” convinto, ammette nel contempo, che Gaber lo fosse più su un piano filosofico-esistenziale. Emerge dai suoi ricordi una prospettiva non così limitata come quella politica, che correrebbe il rischio di una inevitabile omologazione qualunquistica, ma una molto più personale, intima, inedita, inimitabile, spesso scomoda, provocatoria addirittura nei confronti del suo pubblico, come in “Polli di allevamento“. Un Gaber esistenzialista, solo apparentemente rassegnato e pessimista.
Dal punto di vista del linguaggio audiovisivo, il documentario utilizza una varietà di tecniche per raccontare la storia dell’artista in modo coinvolgente ed emozionante. Vengono utilizzati estratti di interviste, immagini d’archivio, spezzoni di concerti e spettacoli teatrali, che si alternano per creare un ritmo narrativo dinamico.
La colonna sonora del documentario, composta principalmente, ma non esclusivamente dalle canzoni di Gaber, svolge un ruolo fondamentale nell’esperienza visiva. Le canzoni di Gaber vengono utilizzate per sottolineare e amplificare le emozioni e i messaggi del film, creando un legame emotivo tra lo spettatore e l’artista.
Inoltre, il documentario si avvale di una regia attenta ai dettagli e adotta uno stile visivo coinvolgente. L’uso di immagini d’archivio, fotografie e documenti personali di Gaber contribuisce a creare un senso di autenticità e intimità nella narrazione. Inoltre, l’uso di montaggio e transizioni fluide rende la visione del documentario scorrevole e piacevole.
Il documentario – attraverso la figura di Gaber – affronta tematiche sociali e politiche. Vengono esplorate le sue posizioni critiche sulla società italiana, la sua lotta per la libertà di espressione e il suo impegno politico. Il film invita lo spettatore a riflettere sul ruolo dell’arte e della musica come strumento di denuncia e di cambiamento sociale.
Il film presenta diversi punti di forza che contribuiscono a renderlo un’opera cinematografica notevole.
- Regia sensibile: La regia di Riccardo Milani è impeccabile e dimostra una grande sensibilità nel raccontare la storia di Giorgio Gaber. Milani riesce a catturare l’essenza dell’artista e a trasmettere al pubblico la sua passione e la sua energia.
- Sceneggiatura coinvolgente: La sceneggiatura del film è ben strutturata e offre una narrazione coinvolgente. La storia di Gaber viene presentata in modo avvincente, tenendo lo spettatore incollato allo schermo dalla prima all’ultima scena.
- Interpretazioni eccezionali: Le performance degli attori sono straordinarie. Edoardo Leo, nel ruolo di Gaber, offre un’interpretazione impeccabile, riuscendo a incarnare perfettamente l’essenza dell’artista. Anche gli altri membri del cast offrono prestazioni di alto livello, contribuendo a creare un’atmosfera autentica e coinvolgente.
- Colonna sonora emozionante: La colonna sonora del film è un punto di forza significativo. Le canzoni di Gaber sono il cuore pulsante della storia e vengono presentate in modo magistrale, con performance live che regalano momenti di pura magia. La musica di Gaber ha un potere emozionale unico, e il film riesce a catturare questa essenza in modo straordinario.
- Omaggio autentico a Gaber: “Io, noi e Gaber” è un omaggio autentico a uno dei più grandi artisti italiani di tutti i tempi. Il film riesce a catturare la magia e l’essenza di Gaber, offrendo al pubblico un’esperienza che va oltre il semplice racconto biografico, rivelando l’impatto duraturo che l’artista ha avuto sulla cultura italiana.
A suggellare la prospettiva politica dell’opera dell’artista Milanese il film include le testimonianze di assoluto rilievo di due protagonisti, in epoche diverse, della sinistra italiana:
Pierluigi Bersani, che mi ha molto colpito per la profondità, l’acutezza e la passione del suo ricordo dell’artista. Un vero insospettabile intellettuale.
Mario Capanna, che svela i legami tra l’artista e gli attivisti della sinistra italiana. Una testimonianza probabilmente fondamentale per cogliere le implicazioni politiche del teatro e della canzone di Gaber, che incontrò la sinistra proprio grazie a lui.
Ma quali sono i messaggi verso l’altro del film? Per me i più importanti sono i seguenti:
- La libertà di espressione artistica: Gaber era noto per le sue canzoni impegnate e per il suo stile provocatorio. Il film sottolinea l’importanza di esprimere liberamente le proprie idee attraverso l’arte.
- L’impegno sociale e politico: Gaber era un artista molto impegnato che si esprimeva anche sulle questioni sociali e politiche del suo tempo. Il film mette in luce l’importanza di essere attivi e consapevoli della realtà che ci circonda.
- L’eredità culturale: Gaber ha lasciato un’impronta significativa nella cultura italiana. Il film mette in risalto l’importanza di preservare e apprezzare il patrimonio culturale di un paese.
- La forza della musica: Gaber è stato un cantautore molto talentuoso e le sue canzoni hanno avuto un impatto duraturo. Il film celebra in qualche modo il potere della musica di toccare le persone in profondità e di riuscire s trasmettere messaggi significativi. Come ci dice ad esempio Vincenzo Mollica (pensiero che condivido al 100% avendo visto moltissimi suoi concerti e spettacoli a teatro): “Si usciva dai suoi spettacoli migliori di come vi si era entrati, anche quando i messaggi ti arrivavano come un pugno nello stomaco”.
Il mio ricordo personale.
Non posso non lasciare in questa breve analisi il mio personale ricordo di lui.
Alla fine di un suo concerto, al quale avevo portato mia madre, lei lo volle conoscere. Ci presentammo con la faccia tosta tipica di Misa mia madre al camerino dell’artista. Ci fece entrare. Mia madre esordì con una delle sue frasi: “Siamo uniti da idee diverse”, gli disse. Questa frase colpì Gaber che ci concesse di fargli qualche domanda. Io allora gli chiesi come mai avesse cambiato, in quel concerto, un verso della sua celebre canzone: “C’è solo la strada” (aveva tolto ogni riferimento a questo verso: “Perché il giudizio universale non passa per le case, in casa non si sentono le trombe, in casa ti allontani dalla vita dalla lotta, dal dolore, dalle bombe). Lui mi disse che un artista deve sentirsi in sintonia con le cose che dice, e che quel verso non rappresentava più il suo sentire. Per me fu una grande lezione sulla “libertà” di una artista.
In conclusione, i punti di forza di “Io, noi e Gaber” risiedono nella regia sensibile, nella sceneggiatura coinvolgente, nelle interpretazioni eccezionali, nella colonna sonora emozionante e nell’omaggio autentico a Gaber. Questi elementi si combinano per creare un film che riesce a catturare la magia e l’essenza di uno dei più grandi artisti italiani di tutti i tempi. La pellicola riesce a catturare la magia e l’essenza di Giorgio Gaber, offrendo al pubblico un’esperienza cinematografica indimenticabile. Un omaggio straordinario a uno dei più grandi artisti italiani di tutti i tempi.