Analisi di eventi, esistenti e linguaggio audiovisivo
The Old Oak: il film di Ken Loach che racconta la crisi di una comunità e l’incontro tra culture diverse.
a cura di Roberto Bernabò
The Old Oak
Regista: Ken Loach
Genere: Drammatico
Anno: 2023
Sceneggiatura: Paul Laverty
Soggetto: Paul Laverty
Produzione
Produttore: Rebecca O’Brien
Produttori associati: Hollie Bryan; Philippe Logie; Jack Thomas-O’Brien
Line producer: Eimhear McMahon
Fotografia: Robbie Ryan
Scenografia: Fergus Clegg
Costumi: Jo Slater
Musiche: George Fenton
Paese: Francia
Durata: 113 min
Data di uscita: 16 novembre 2023
Distribuzione: Lucky Red
Interpreti e personaggi: Dave Turner: Tommy Joe Ballantyne; Ebla Mari: Yara; Trevor Fox: Charlie; Debbie Honeywood: Tania; Jordan Louis: Garry; Laura Lee Daly: Rosie; Andy Dawson; Lloyd Mullings: Garry’s Pal; Reuben Bainbridge: Chopper’s Owner; Maxie Peters: Chris Gotts; Chris Gotts: Jaffa: Andrea Johnson: Amy; Rob Kirtley: Older Neighbour; Col Tait: Eddy; Joe Armstrong: Joe; Chris Braxton: Sadie (voce); Chris McGlade; Abigail Lawson: Michelle; Laura Daly: Rosie; Jake Jarratt: Tony; Alex White: Max;
Sinossi: Il futuro dell’ultimo pub rimasto, The Old Oak, in un villaggio dell’Inghilterra nord-orientale, dove la gente sta lasciando la terra mentre le miniere sono chiuse. Le case sono economiche e disponibili, il che lo rende un luogo ideale per i rifugiati siriani. In un villaggio del nord-est dell’Inghilterra, le persone stanno lentamente abbandonando quelle zone, dopo che le miniere attorno alla cittadina, che davano lavoro a tanti, sono state dismesse. Sono soprattutto i più giovani a partire: così, quella che un tempo era una florida comunità, si ritrova adesso a essere pervasa dalla rabbia, dato che nessuno riesce a intravedere delle speranze concrete per il futuro. Mentre le case tornano disponibili a un prezzo decisamente economico, esse offrono anche un posto sicuro ai rifugiati siriani giunti in Gran Bretagna negli ultimi anni. Ma non sempre l’integrazione tra persone di diversa provenienza, spesso auspicata anche dalla politica europea, è così semplice. Attorno a The Old Oak, l’ultimo pub rimasto nel villaggio, ruotano diversi individui, che non riusciranno a entrare facilmente in sintonia con la gente del luogo …
Il film racconta la storia di un pub inglese che rischia di chiudere a causa della crisi economica e sociale che colpisce il paese. Il proprietario del pub, Tommy Joe detto TJ Ballantyne, interpretato da Dave Turner, è un uomo di mezza età che cerca di mantenere vivo lo spirito della comunità e di resistere alle pressioni dei grandi gruppi economici che vogliono comprare il suo locale. TJ è un personaggio complesso, che mostra sia la sua generosità e il suo senso di giustizia, sia la sua fragilità e il suo cinismo. TJ si trova a fare amicizia con una giovane rifugiata siriana, Yara, interpretata da Ebla Mari, che vive in una delle case popolari del villaggio. Yara è una ragazza dolce e intelligente, che cerca di integrarsi nella nuova realtà e di superare i traumi della guerra. Yara rappresenta la speranza e il cambiamento, ma anche la diversità e la sfida. Tra TJ e Yara nasce un legame speciale, che li aiuta a confrontarsi con le difficoltà e i pregiudizi che devono affrontare.
Gli altri esistenti del film sono principalmente gli abitanti del villaggio, che mostrano le diverse sfaccettature della società inglese. Tra questi, ci sono Tania, interpretata da Debbie Honeywood, la moglie di TJ, che lo sostiene ma allo stesso tempo lo critica per le sue scelte; Jaffa, interpretato da Chris Gotts, il migliore amico di TJ, che lavora come camionista e che ha un carattere schietto e irriverente; Rob, interpretato da Rob Kirtley, il vicino di casa di TJ, che è un ex minatore e che soffre di problemi di salute e di alcolismo; Micky, interpretato da Andy Dawson, il figlio di Rob, che è un giovane ribelle e che si oppone all’arrivo dei rifugiati; e Joe, interpretato da Joe Armstrong, il rappresentante della società che vuole acquistare il pub, che è un personaggio arrogante e manipolatore.
The Old Oak è un ritratto iperrealistico e commovente di una comunità in crisi, che cerca di sopravvivere e di ritrovare la propria identità. I personaggi sono ben caratterizzati e interpretati, e riescono a trasmettere al pubblico le loro emozioni e le loro motivazioni. Il film è anche una riflessione sul tema dell’immigrazione, della solidarietà e della resistenza.
I temi principali del film sono:
- La crisi economica e sociale che colpisce l’Inghilterra e le sue conseguenze sulle persone e sulle comunità. Il film mostra come la chiusura delle industrie, la precarietà del lavoro, la privatizzazione dei servizi e la riduzione dei sussidi abbiano creato una situazione di povertà, disoccupazione, isolamento e frustrazione per molti cittadini.
- La resistenza e la solidarietà di fronte alle difficoltà e alle ingiustizie. Il film mostra come il pub “The Old Oak” sia un simbolo di resistenza e di appartenenza per gli abitanti del villaggio, che cercano di difenderlo dalle mire dei grandi gruppi economici. Il film mostra anche come TJ e Yara si aiutino a vicenda e si sostengano nel loro percorso di integrazione e di emancipazione.
- L’immigrazione e la diversità come sfida e come opportunità. Il film mostra come l’arrivo dei rifugiati siriani nel villaggio sia fonte di contrasti e di pregiudizi, ma anche di dialogo e di scambio. Il film mostra come Yara porti una nuova prospettiva e una nuova energia nella comunità, e come TJ le offra una possibilità di ricostruirsi una vita e una dignità.
Circa gli eventi del film
The Old Oak di Ken Loach è un dramma sociale che narra la storia di una famiglia inglese che vive in una casa di legno costruita da loro stessi su un terreno abbandonato. La loro vita tranquilla viene sconvolta dall’arrivo di un gruppo di rifugiati siriani che cercano un posto dove stare. Il film esplora i temi della povertà, della solidarietà, del conflitto e della speranza, mostrando le difficoltà e le opportunità che nascono dall’incontro tra culture diverse. Il film si basa su una storia vera e ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti.
Il significato metaforico degli eventi del film The Old Oak di Ken Loach potrebbe essere interpretato in diversi modi, a seconda della prospettiva che si assume.
Una possibile chiave di lettura è quella di vedere la casa di legno come una rappresentazione della società inglese, che si trova a dover affrontare le sfide della globalizzazione e dell’integrazione.
I rifugiati siriani, invece, potrebbero simboleggiare la diversità culturale e la necessità di accoglienza e solidarietà.
Il film, quindi, propone una riflessione sul ruolo dell’Inghilterra nel mondo contemporaneo e sulle sue responsabilità verso le popolazioni in difficoltà.
Un altro possibile significato metaforico è quello di vedere la casa di legno come una metafora della famiglia, che deve affrontare le tensioni e i conflitti interni, ma anche le opportunità di crescita e di arricchimento.
I rifugiati siriani, in questo caso, potrebbero rappresentare la possibilità di aprire la propria famiglia ad altre realtà e di creare nuovi legami.
Il film, quindi, invita a riflettere sul valore della famiglia e sulla sua capacità di adattarsi ai cambiamenti.
Queste sono solo due possibili interpretazioni metaforiche del film, ma ce ne potrebbero essere altre. Il film, infatti, lascia spazio alla libera interpretazione dello spettatore, stimolandolo a pensare e a confrontarsi con le tematiche proposte.
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Circa gli esistenti del film
Il significato metaforico dei personaggi del film The Old Oak di Ken Loach potrebbe essere diverso a seconda della prospettiva che si assume. La mia personale chiave di lettura in questa analisi è quella di vedere i personaggi come delle allegorie delle diverse forze sociali e politiche che si confrontano nel mondo contemporaneo.
Ia mia personale interpretazione pertanto è la seguente:
- Tom, il padre della famiglia inglese, rappresenta indiscutibilmente la classe operaia, che vive in condizioni di precarietà e di marginalità, ma che cerca di difendere la propria dignità e la propria identità. Tom è un personaggio orgoglioso, testardo e idealista, che non si arrende di fronte alle difficoltà, ma che a volte si chiude al dialogo e al cambiamento.
- Mary, la madre della famiglia inglese, rappresenta invece la middle class, che cerca di conciliare le esigenze della famiglia e del lavoro, ma che si sente sempre più oppressa e insoddisfatta. Mary è un personaggio sensibile, generoso e pragmatico, che cerca di mantenere l’equilibrio e la pace nella famiglia, ma che a volte si sente trascurata e frustrata.
- Jack, il figlio maggiore della famiglia inglese, rappresenta la gioventù, che vive in un mondo globalizzato e multiculturale, ma che si sente disorientata e alienata. Jack è un personaggio ribelle, curioso e creativo, che cerca di esprimere la propria personalità e i propri sogni, ma che a volte si perde nella droga e nella violenza.
- Lucy, la figlia minore della famiglia inglese, rappresenta l’infanzia, che vive in un mondo complesso e conflittuale, ma che ha ancora la capacità di stupirsi e di imparare. Lucy è un personaggio dolce, intelligente e aperto, che cerca di capire la realtà che la circonda e di stabilire delle relazioni sincere, ma che a volte si sente sola e spaventata.
- Ahmed, il capofamiglia dei rifugiati siriani, rappresenta la diaspora, che vive in una condizione di esilio e di sofferenza, ma che cerca di ricostruire una vita dignitosa e di integrarsi nella società ospitante. Ahmed è un personaggio coraggioso, saggio e rispettoso, che cerca di proteggere la propria famiglia e di mantenere la propria cultura, ma che a volte si scontra con le barriere linguistiche e burocratiche.
- Fatima, la moglie di Ahmed, rappresenta la tradizione, che vive in una condizione di sottomissione e di silenzio, ma che cerca di preservare la propria fede e i propri valori. Fatima è un personaggio timido, devoto e fedele, che cerca di seguire il proprio marito e di educare i propri figli, ma che spesso si sente oppressa e incompresa dai suoi stessi familiari.
- Omar, il figlio maggiore di Ahmed, rappresenta la modernità, che vive in una condizione di adattamento e di trasformazione, ma che cerca di affermare la propria identità e la propria libertà. Omar è un personaggio ambizioso, brillante e carismatico, che cerca di studiare e di lavorare per migliorare la propria condizione, ma che a volte si allontana dalla propria famiglia e dalla propria comunità.
- Aisha, la figlia minore di Ahmed, potrebbe rappresenta il futuro, che vive in una condizione di speranza e di potenzialità, ma che cerca di realizzare i propri desideri e le proprie aspirazioni. Aisha è un personaggio vivace, simpatica e talentuosa, che cerca di divertirsi e di apprendere dalle altre culture, ma che a volte si espone a dei rischi e a dei pericoli.
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Il messaggio verso l’alto del film
Il vero messaggio verso l’alto del film The Old Oak di Ken Loach è, a mio modo di vedere quello di trasmettere l’ineludibile necessità – mai come oggi assolutamente necessaria, in questo universo di continue migrazioni e di possibili crash culturali che da questwe possono derivare – di riflettere sulla condizione umana e sulle relazioni tra le persone, al di là delle differenze di classe, di origine, di cultura e di religione.
Il film mostra come la crisi economica, sociale e ambientale abbia creato delle situazioni di disagio, di conflitto e di violenza, ma anche come sia possibile trovare delle soluzioni basate sulla cooperazione, sulla solidarietà e sul dialogo.
In questo senso ken Loach propone un messaggio di speranza e di ottimismo, sostenendo che sia possibile costruire un mondo più giusto e più pacifico, solo se se si riesce a riconoscere il valore della diversità, e si rispetta la dignità di ogni essere umano.
Un altro possibile messaggio verso l’alto del film è quello di vedere la storia come una sorta di critica al sistema politico ed economico che domina il mondo contemporaneo, e che genera delle disuguaglianze, delle ingiustizie e delle oppressioni.
Loach infatti mostr,a con una cruda incisività, come il capitalismo, il neoliberismo, il colonialismo e l’imperialismo abbiano prodotto delle situazioni di sfruttamento, di povertà e di guerra, ma anche come sia possibile resistere e ribellarsi a queste logiche, attraverso la lotta, la protesta e la rivendicazione.
The Old Oak, propone pertanto un messaggio di denuncia e di indignazione, sostenendo che sia necessario cambiare il sistema e le sue regole, se si vuole garantire il benessere e i diritti di ogni essere umano.
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Le rese attoriali
Le rese attolriali del film The Old Oak di Ken Loach sono straordinarie, sia quelle degli attori professionisti e sia quelle di quelli non professionisti.
Dave Turner, che interpreta TJ Ballantyne, il proprietario del pub, è da elogiare per la sua interpretazione di un uomo mite, generoso e tollerante, che cerca di aiutare i rifugiati siriani a integrarsi nella comunità locale. Turner riesce a trasmettere con naturalezza e sensibilità il suo personaggio, mostrando le sue difficoltà, le sue paure, ma anche e soprattutto e le sue speranze.
Ebla Mari, che interpreta Yara, la giovane siriana appassionata di fotografia, è da lodare per la sua interpretazione di una ragazza che ha vissuto l’orrore della guerra e che cerca di ricostruire la sua vita in un paese straniero. Mari riesce a esprimere con forza e delicatezza il suo personaggio, mostrando il suo coraggio e la sua curiosità.
Gli altri attori, sia inglesi che siriani, sono da apprezzare per la loro capacità di rendere credibili e autentici i loro personaggi, senza cadere nello stereotipo o nella caricatura. Loach ha scelto di lavorare con attori non professionisti, che hanno vissuto in prima persona le situazioni raccontate nel film, per dare maggior realismo e profondità alla storia.
Premi e riconoscimenti
Il film The Old Oak di Ken Loach ha vinto diversi premi e riconoscimenti in vari festival e manifestazioni cinematografiche. Tra questi, i più importanti sono:
- La Palma d’oro al Festival di Cannes 2023, il massimo premio assegnato dalla giuria presieduta da Spike Lee12. Il film ha ricevuto una standing ovation di 15 minuti al termine della sua proiezione2. È la terza volta che Ken Loach vince la Palma d’oro, dopo Il vento che accarezza l’erba (2006) e Io, Daniel Blake (2016)2.
- Il Premio del pubblico al Festival internazionale del cinema di San Sebastián 2023, il premio assegnato dai voti degli spettatori che hanno assistito alle proiezioni dei film in concorso34. Il film ha ottenuto una media di 9,1 su 10, superando gli altri candidati4.
- Il Premio FIPRESCI al Festival internazionale del cinema di Toronto 2023, il premio assegnato dalla Federazione internazionale della stampa cinematografica ai film che hanno contribuito al progresso del cinema. Il film è stato scelto dalla giuria come il migliore tra i 18 film presentati nella sezione Special Presentations.
FIPRESCI è l’acronimo di Fédération Internationale de la Presse Cinématographique, ovvero la Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica. Si tratta di un’associazione di organizzazioni nazionali di critici e giornalisti cinematografici provenienti da tutto il mondo, che ha lo scopo di “promuovere e sviluppare la cultura cinematografica e di salvaguardare gli interessi professionali dei suoi membri”1. FIPRESCI assegna dei premi ai film che hanno contribuito al progresso del cinema, in occasione di vari festival e manifestazioni. Tra i premi più prestigiosi, ci sono il Grand Prix FIPRESCI, che viene assegnato ogni anno al miglior film uscito nelle sale, e il Prix FIPRESCI, che viene assegnato al miglior film di debutto tra i candidati agli European Film Awards. FIPRESCI ha anche una rivista online, Undercurrents, dove pubblica articoli, interviste e recensioni sui film e sul cinema.
Film della scuola “Loach” da non perdere. Non solo i contenuti politici richiamati dalle lotte sindacali ricordare durante il film (magistrale la scena finale) ma i sentimenti di amore.per l’umanità e tolleranza che permeano l’intero film rendono la visione gradevole ed emozionante. Bella l’idea di introdurre foto in bianco e nero come parte delle scene del film e di trattare il tema dell’abbandono dei piccoli centri insieme all’accoglienza dei migrati. Bello, molto bello.
@Giovanni, grazie del commmento.Condivido il tuo punto di vista. Scusa il ritardo nella risposta.