Cinemavistodame.com di Roberto Bernabò

I film in uscita dal 24 febbraio 2012

Il weekend al cinema visto da me

La diversità degli eroi di Soderberg

In principio furono “Sesso, bugie e videotape” ad avvicinare il vostro cineblogger di fuducia del weekend e non solo, al Cinema di Steve Soderberg. In quel film del 1989 intuii che non eravamo al cospetto di un regista qualunque. La conferma totale venne con l’ormai quasi mitico “Traffic“. Quella pellicola gli valse l’Oscar nel 2001 come miglior regista, e segnò l’incontro con l’attore Benicio del Toro (anche lui premio Oscar per quel film), con il quale girò poi Che l’argentino e con il quale ha collaborato per il sequel Che – Guerriglia(Guerrilla) (2008). “Traffic” vinse anche l’Oscar per il miglior montaggio che andò a Stephen Mirrione, quello della miglior sceneggiatura non basata su materiale precedentemente prodotto o pubblicato che andò a Stephen Gaghan, ed anche una nomination per il miglior film: Edward Zwick, Marshall Herskovitz, Laura Bickford. E molti altri internationals award (qui).

Insomma, ve la sto a farla breve, esce questo venerdì “Knockout – Resa dei conti” (Haywire) il suo ultimo film con un cast all star: G. Carano (Mallory Kane)  • M. Fassbender (Paul) • E. McGregor (Kenneth) • M. Douglas (Coblenz) • A. Banderas (Rodrigo).

Il nostro si guadagna la pole position del weekend, perché il film è di quelli che la merita tutta, e non solo per i quattro interpreti maschili Fassbender (reduce dal successo di “Shame), McGregor, Douglas, Banderas, che voglio dire son cose, ma anche per la conturbante Gina Carano, che è sempre un piacere per gli occhi ammirare sugli schermi.

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E ora dove andiamo? | di Nadine Labaki

2011 | Francia / Libano / Egitto / Italia

analisi di eventi, esistenti e linguaggio audiovisivo

Gli opposti s’invertono, ma non si toccano – un’opera coraggiosa contro i fondamentalismi, ed a favore del dialogo tra le religioni – a cura di Roberto Bernabò

E ora dove andiamo?

titolo originale: Et maintenant, on va où?
nazione: Francia / Libano / Egitto / Italia
anno: 2011
regia: Nadine Labaki
genere: Commedia
durata: 100 min.
distribuzione: Eagle Pictures
cast: C. Moussawbaa (Takla) • L. Hakim (Afaf) • N. Labaki (Amale) • Y. Maalouf (Yvonne) • A. Noufaily (Saydeh) • J. Farhat (Rabih) • M. Aqil (Abou Ahmad)
sceneggiatura: R. Al Haddid • T. Bidegain • J. Hojeily • N. Labaki • S. Mounier
musiche: K. Mouzannar
fotografia: C. Offenstein
montaggio: V. Lange

Sinossi: In un piccolo villaggio libanese isolato, una comunità vive in pace e buon umore, senza tensioni apparenti, nonostante la divisione religiosa che ritma della vita del villaggio. Tra musulmani e cattolici, l’accordo è cordiale fino a che, la televisione non fa irruzione nel villaggio. Gli uomini imparano la violenza interreligiosa nel Paese. Pertanto, i rapporti s’inaspriscono ed il conflitto sta per esplodere, quando le donne decidono di salvare la pace del villaggio.

Alcune sequenze del film “E ora dove andiamo?” sono state girate di fronte a milizie divertite e spaventate vicino a Hezbollah nella Bekaa, che si trova tra Beirut e Damasco.

Altre sono state realizzate nelle cristiane montagne a nord della capitale del Libano.

Completato nell’autunno 2010, “E ora dove andiamo?“, presentato all’ultimo Festival di Cannes nella sezione “Un Certain Regard“, mi è apparso come un film rondine, che annuncia la primavera araba.

Il secondo lungometraggio di Nadine Labaki (dopo Caramel, presentato nel 2007 alla Quinzaine des réalisateurs), non ci parla solo di una libertà dai dogmi, sia di quelli religiosi e sia quelli di una società che comprime il femmineo, ma ci parla anche, e probabilmente assai di più, di una conosiderevole capacità di espressione.

Quella di questa coraggiosa regista libanese, che ci aveva già favorevolmente colpito per la sua opera prima, Caramel.

Il Libano, così rappresentato, con tutte le sue luci, e le sue ombre, ci appare al dunque, dobbiamo proprio riconoscerlo, come una luce di speranza, nella costellazione dei paesi arabi, se capace di generare talenti che riescono ad esprimere con tanta creatività, ironia, pathos, e comicità, la possibile via per una vera primavera araba.

Forse più ipotetica che reale, ok, ma pur sempre già nelle corde dell’espressione artistica cinematografica delle latitudini libanesi di questa giovanissima regista.

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I fratelli Taviani vincono l’Orso d’oro di Berlino

Era da 21 anni che l’Italia non si aggiudicava il prestigioso riconoscimento

Ibridazioni tra cinema e teatro

Il contesissimo Orso d’oro di questa 62/ma edizione del Festival di Berlino è andato a Paolo e Vittorio Taviani per “Cesare deve morire“.

La pellicola è la trasposizione all’interno dello speciale teatro del carcere romano di Rebibbia del “Giulio Cesare” di Wiliam Shakespeare.

I due registi omaggiano i detenuti: “Sono e restano uomini, il nostro pensiero è rivolto a loro.”

I film in uscita dal 17 febbraio 2012

Il weekend al cinema visto da me

Guai alle Haway mentre Steven Spielberg può attendere

Non lo so se vi ricordate di un film del 2004 intitolato Sidevays, un’opera che ci piacque molto da queste parti, proprio per la sua capacità di emanciparsi dai cliché del cinema americano, e dei suoi (falsi) miti. Beh il regista era proprio lui Alexander Payne.

Quel film gli valse un Oscar per la migliore sceneggiatura non originale (scritta proprio da lui, con l’aiuto di Jim Taylor, come sviluppo di una soggetto di Rex Pickett) e, di fatto, ci mostrò un’altra faccia del cinema americano.

Intelligente, colta, raffinata, ricca di citazioni interessanti, anche letterarie.

Che affrontava, in modo molto originale, temi mai banali come l’amicizia e l’amore, incastrandoli in itinerari enologici californiani degni di annotazione.

Alexander torna, da venerdì 17, sugli schermi italiani con il suo nuovo film, che si aggiudica l’ormai ambitissima pole position di cinemavistodame.com, scalzando niente di meno che il Re Mida di Holliwood Steven Spielberg. Che mi ha telefonato in lacrime, giurandomi che me la farà pagare, per questo affronto. Dai su Steven, non fare così, pillolina? ;-)

Il film in questione è “Paradiso amaro” con George Clooney, titolo italiano di The Descendants (I Discendenti) (oramai non abbiamo più neanche le forze di capire i titolisti italiani), pellicola, anche questa, molto interessante, proprio per la sua capacità di stupire sempre, ad ogni bit, lo spettattatore, e per la trama assolutamente originale dell’opera, co-scritta sempre dal regista del film.

Il film è candidato agli Oscar come miglior film, migliore regia, migliore attore protagonista, ovvero George Clooney, migliore sceneggiatura non originale, e montaggio (scusate se è poco).

Trattasi, al dunque, di una trasposzione dal letterario al filmico del romanzo “Eredi di un mondo sbagliato” di Kaui Hart Hemmings.

Noi ve la consigliamo tanto, tanto.

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Al secondo posto non possiamo evitarci di menzionare il nuovo film di Steven SpielbergWar Horse“, un film epico, ricco di citazioni del cinema classico americano (quello che, per intenderci, Alexander Payne, fortunatamente contrasta), candidato ai seguenti Oscar: miglior film, fotografia, scenografia, colonna sonora, montaggio e missaggio sonoro.

Anche il film del vecchio Steven è una trasposzione dal letterario al filmico dell’omonimo romanzo di Michael Morpurgo.

Spielberg, a me personalmente, non è mai piaciuto tantissimo, anche se ammetto, che: alcune delle sue opere migliori, siano uscite fuori proprio quando questo regista si è cimentato con la tragedia della guerra, e che, ad esempio, Shindler’s List sia ancora oggi uno dei film più belli, intensi, ed onesti, mai girati sul nazzismo.

Non credo, però, che siamo a quei livelli.

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Si consuma dentro le quattro pareti di casa il dramma di “… E ora parliamo di Kevin” di Lynne Ramsay che, traspone, dal letterario al filmico, l’omonimo romanzo di Lionel Shriver, e che sembra essersi ispirata ai tragici fatti della Columbine, per raccontare di un adolescente, Kevin, che due giorni prima del suo sedicesimo compleanno, fa una strage nella scuola superiore che frequenta.

La madre, Eva, annientata dal dolore, comincia a chiedersi quali siano le sue responsabilità, fino ad affrontare il vero tabù: ha mai amato suo figlio?

Nel cast Tilda Swinton (Oscar europeo per questo ruolo), John C. Reilly e l’inquietante Ezra Miller. Il film, lo annotiamo per gli amanti delle rassegne, era stato presentato, in concorso, all’ultimo Festival di Cannes.

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Esce anche un film di fantascienza (ci sono sempre gli amanti della fantascienza), si tratta dell’americano “In time” di Andrew Niccol, per il quale i titolisti italiani non hanno saputo trovare un titolo più accattivante. La nuova sci-fi è firmata da Andrew Niccol, non nuovo, peraltro, all’utilizzo di questo genere, come cornice speculativa (Gattaca, un film che non ci dispiacque, era suo).

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Si cambia decisamente registro narrativo con “Jack e Jill“, di Dennis Dugan, una commedia che non le manda a dire (leggi anche: greve), in cui l’esistenza di un pubblicitario di successo, e della sua famiglia, viene sconvolta dall’annuale visita per il Giorno del Ringraziamento della sorella gemella. Ecco diciamo che anche “Shame“, ridotto all’osso, potrebbe potrebbe avere una trama simile, ma le distanze tra questo film, e quello di Steve McQueen, sono siderali.

Nel cast Adam Sandler e Katie Holmes, ed un incredibile Cameo di Al Pacino nella parte di stesso.

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Lo spazio “Fanalino di coda” del post di oggi è tutto per l’horrorATM – Trappola mortale“, di David Brooks, dove non si narra della metropolitana di Milano, ma di una sosta-prelievo ad un bancomat di tre ragazzi, che si trasforma in una disperata lotta per la sopravvivenza, per l’attacco di uno sconosciuto psicopatico. Che ci risulta non essere Formigoni.

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N.B. Sulla piattaforma Own Air, ma non mi risulta nelle sale, esce anche “11 Metri“, del regista Francesco Del Grosso, il film documentario dedicato ad Agostino Di Bartolomei, il grande capitano della Roma, tragicamente scomparso.

Diretto da Francesco Del Grosso, già vincitore del Nastro D’Argento e del Globo d’oro come miglior documentario per “Negli occhi“, toccante ritratto della figura del grande attore precocemente scomparso Vittorio Mezzogiorno, raccontato dalla figlia Giovanna, 11 metri comincia la sua avventura nelle sale cinematografiche italiane da Roma, la città di Agostino, a poche centinaia di metri dallo Stadio Olimpico, che ha visto le sue gesta per molti anni, fino alla sconfitta in finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool nel maggio del 1984.

La sala romana “Politecnico Fandango” (dove io ho fatto il corso di sceneggiatura), – sito in via Tiepolo 13/A – lo ha in programmazione, in verità, già da venerdì 10 febbraio. La pellicola, prodotta dalla Vega’s Project di Daniele Esposito e Salvatore Allocca, dal 17 febbraio sarà possibile noleggiarla su Own Air (www.ownair.it), la piattaforma online in current download, dove sarà disponibile come video on demand.

Dopo l’uscita nella Capitale, 11 metri arriverà anche in altre città italiane nelle prossime settimane, con sale e date d’uscita che verranno comunicate non appena confermate. Orario degli spettacoli: 18:30, 20:30, 22.30 (lunedì chiuso). Il Politecnico Fandango è la sala cinematografica di Fandango a Roma, e si trova nel quartiere Flaminio in via G.B. Tiepolo 13A.

Avvertenze – come leggere questo post

Le preferenze accordate da cinemavistodame.com ai film in uscita, le evincete, come sempre, dall’ordine d’impaginazione delle pellicole nel post, con le schede delle medesime, nonché le relative sinossi, perché noi le inseriamo. E ciò solo al fine di rendere un servizio ai nostri lettori, i quali possono così farsi, in maniera più oggettiva e personale, una loro idea del film anche alternativa alla nostra. Ed anche perché, siamo seri, tra leggere una sinossi ed … assistere ad una proiezione di un film … ci passa un abisso di differenza. Ecco.

Dai anche uno sguardo ai film in sala, qui. O alle locandine qui.

Buona visione.

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Box office Italia 2012 – ultimi 3 weekend

Contra factum non valet argumentum

“La frequentazione della verità rende liberi” 

Gli italiani, quando vanno al cinema, vogliono vedere questi film. Non aggiungo altri commenti, prendo atto. Ma non cambierò, per questo, l’idea di battermi per scelte di cinema di qualità. Noto, peraltro, che, spesso, la qualità premia.

Chi ha ragione? Il pubblico o i cinebloggers?

Probabilmente tutti e due, ma da prospettive diverse.

Un dato su tutti per iniziare un ragionamento in questa dimensione. “Benvenuti al nord“, di Luca Miniero con Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro, Valentina Lodovini, girato in solo 4 settimane, ha incassato, fino ad ora, oltre 28 milioni di €uri. Non lo so, ma questo spiega molte cose sullo stato di salute del Cinema Italiano, di certe scelte attoriali, del perché attori di talento finiscano, poi, in produzioni del genere. Del coraggio dei nostri produttori. E, perché no, anche dei nostri sceneggiatori. Dei nostri registi, che immagino in difficoltà. Perché devono convincere i produttori che, alla fine, con operazioni del genere, risolvono un’intera annata, e anche di più. Ma, magari, forse, è proprio per questo, che certi film servono al sistema produttivo.

Questo post avrà aggiornamenti settimanali. Dai quali proverò a tirar fuori una relazione conclusiva.

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I film in uscita dal 10 febbraio 2012

Il weekend al cinema visto da me

Guerre tra le stelle cadute, tre uomini, una pecora e poco altro

Settimana fiacca, ragazzi, se devo mettere in pole position un film del 1999, che riesce nelle sale anche in versione 3D.

A beh, direte voi, ma stai parlando, però, di un cult movie. Di, niente di meno che:

Star Wars – Episodio 1 – La Minaccia Fantasma“, che torna sul grande schermo in versione 3D.

Episodio 1 ha inaugurato nel 1999 la nuova trilogia di Guerre Stellari, la famosa saga creata da George Lucas nel 1977.

Il film, primo in ordine cronolgico nella storia, vede i due jedi Qui-Gon Jin (Liam Neeson) e Obi-Wan Kenobi (Ewan McGregor) inviati a trattare con la Federazione dei Mercanti, che sta assediando il pianeta Naboo. Ma l’azione diplomatica fallisce, l’attacco ha inizio e i due dovranno portare in salvo la regina di Naboo, Padmè Amidala (Natalie Portman).

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La seconda scelta del vostro cineblogger di fiducia è una coproduzione Australia / Gran Bretagna diretta dall’inglese Stephan Elliott (Scherzi maligni (Fraud) (1993) Priscilla, la regina del deserto (The Adventures of Priscilla, Queen of the Desert) (1994), Benvenuti a Woop Woop (Welcome to Woop Woop) (1997), The Eye – Lo sguardo (Eye of the Beholder) (1999), Un matrimonio all’inglese (Easy Virtue) (2008), Tre uomini e una pecora (A Few Best Men) (2011).

Si tratta di “Tre uomini e una pecora” (A Few Best Men). Noi continuiamo a non capire come si definiscano i titoli italiani di certi film, ma graidamo inascoltati da anni, nel deserto cinico e spesso incompetente, ci duole dirlo, dei responsabili del marketing cinematografico italiano. Secondo loro questo titolo “tira di più” di quello originale, o di di una sua onesta traduzione.

Per capire le atmosfere del film, vi lascio nel post il trailer, credo valga più di tutto quello che potrei, inutilmente, scrivere su questo blog, al riguardo. Ed assai più di quello che sarebbe possibile evincere dal titolo italiano.

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Esce anche un film comprodotto da Gran Bretagna / Irlanda. E’ la nostra terza scelta e si tratta di “Albert Nobbs“, nel quale troverete il premio Oscar Glenn Close che ha ribadito, in molte interviste, quanto abbia lottato per portare il personaggio di Albert Nobbs sul grande schermo.

Il film, diciamocelo subito, non piace proprio a tutti, e merita solo per una delle più complesse interpretazioni della carriera di questa eclettica attrice, quella cioè di una donna costretta a travestirsi da uomo per poter sopravvivere, nel 19° secolo, in Irlanda.

Glenn Close ha giustamente ricevuto riconoscimenti per la sua performance, tra gli altri, una candidatura al Golden Globe come migliore attrice. L’Academy l’ha recentemente inclusa fra le nominations per gli Oscar 2012, come migliore attrice in un ruolo di protagonista.

Nella foto Glenn Close nella produzione originale teatrale dell’opera ispirata alla vita di Albert Nobbs, andata in scena al Manhattan Theatre Club con il titolo di “The Singular“, scritta e diretta da Simone Benmussa, che ha adattato un racconto di George Moore.

Albert Nobbs il film, è, invece, diretto da Rodrigo Garcia, da una trasposizione dal teatrale / letterario al filmico della stessa Glenn Close con l’aiuto di John Banville.

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Esce un film de paura questo weekend è la co-produzione Colombia / Spagna del film in lingua spagnola “La verità nascosta” titolo italiano ed all’italiana de “La cara oculta” del regista columbiano Andrés Baiz. Che ha vinto qualche premio per un altro suo film, sempre in chiave horror, si tratta di “Satanás” (2007) – Colombia.

Un film claustrofobico su una casa molto particolare in cui è possibile vivere nascosti. Nel film si narra la storia di una coppia che vive in questa casa. Poi lei lascia lui e sparisce. Chissà dove sarà finita la donna, no? Il titolo non lascia presagire nulla, no? Scherzi a parte, mi sembra ben girato, ma non credo sia da annoverare come un capolavoro di genere. Fatevi una vostra idea con il trailer del film.

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Se poi volete emozionarvi con un thriller girato a 78 metri dal suolo divertitevi con l’americano “40 Carati” lo strano titolo italiano di “Man on a Ledge” di Asger Leth un regista soprattutto di docufiction. (The five obstruction (Le Cinque Variazioni) – 2003), Ghosts of Cité Soleil (2006), 40 carati (Man on a Ledge) – 2012), New scene from American (2003). Il cinemaverticale” è un’ontologia che annovera illustri precedenti.

Nick Cassidy, un ex poliziotto di New York, evade dalla prigione nella quale stava scontando una lunga pena per aver rubato e poi rivenduto (dopo averlo tagliato) un prezioso diamante appartenente a un potente e avido uomo d’affari.

Nel film Nick si trova sul cornicione di una stanza di uno dei piani più alti del Roosevelt Hotel a 78 metri dal suolo, e nel mentre proclama la propria innocenza, minaccia, però anche, di buttarsi giù.

Risultato di queste prime sequenze?

Traffico paralizzato, ed attenzione dei media a palla. Nick, che ha fornito false generalità, pretende la presenza della detective Lydia Spencer, nota all’intera nazione per aver tentato, senza successo, di evitare un tentativo di suicidio qualche tempo prima.

Ciò che la donna dovrà assolutamente cercare di capire è: Nick vuole davvero suicidarsi o ha un altro fine?

Se la cosa vi ha intrigato, andate al cinema a scoprirlo.

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Vi segnalo in uscita anche 2 film italiani.

Si tratta di “Dorme” di Eros Puglielli, un regista di serie televisive, ed autore di cortometraggi (uno s’intitola appunto Dorme) e di qualche film che nessuno di voi ricorderà tipo: Dorme (2000) si proprio lui, Tutta la conoscenza del mondo (2001), Occhi di cristallo (2004), AD Project (2005).

Il film esce, a quasi vent’anni da quando è stato girato (1993), distribuito sul web dal sito: www.ownair.it, e sugli schermi italiani dei cinema del Circuito “Distribuzione Indipendente“.


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L’altro è niente di meno l’ultimo film di Fausto Brizzi: “Com’è bello far l’amore“.

Peccato. Perché Fausto Brizzi è un regista che ho cercato anche di sostenere, in questo blog, ma che è peggiorato film dopo film, con una progressione degna di miglior causa.

Adesso pretende, addirittura, che per vedere un suo melenso film, io dovrei pagare 10 euro, andare in una sala che proietta film in 3D, per vedere cosa?

Fabio de Luigi e Claudia Gerini, in un film in cui si narrano le avventure di una normale famiglia alle prese con l’arrivo inatteso di un pornodivo (Fabrizio Timi, ma come ci sei finito in un film di Fausto Brizzi?), sulle note della celeberrima canzone di Raffaella Carrà, per giunta?

Ma piuttosto vado a spalare tutta la neve che cadrà nel weekend nella capitale, ragazzi. Altro che com’è bello far l’amore!

Cala il sipario, con qualche nota di tristezza sul cinema italiano (si, anche quello in 3D).

Avvertenze – come leggere questo post

Le preferenze accordate da cinemavistodame.com ai film in uscita, le evincete, come sempre, dall’ordine d’impaginazione delle pellicole nel post, con le schede delle medesime, nonché le relative sinossi, perché noi le inseriamo. E ciò solo al fine di rendere un servizio ai nostri lettori, i quali possono così farsi, in maniera più oggettiva e personale, una loro idea del film anche alternativa alla nostra. Ed anche perché, siamo seri, tra leggere una sinossi ed … assistere ad una proiezione di un film … ci passa un abisso di differenza. Ecco.

Dai anche uno sguardo ai film in sala, qui. O alle locandine qui.

Buona visione.

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Google dedica tre Doodle a François Truffaut

Non posso esimermi dal pubblicare questa news

Google dedica tre Doodle a tre film di François Truffaut


I quattrocento colpi (Les Quatre Cents Coups)

Jules e Jim (Jules et Jim)

Farenheit 451 (Farenheit 451)

I tre Doodle sono stati pubblicati oggi, lunedì 6 febbraio 2012, in occasione dell’80° anniversario della nascita di François Truffaut.

Auguri Maestro, … chissà quanti altri bei film avresti potuto girare.

Links

Linko qui un mio storico post su “Jules e Jim e sul movimento della Nouvelle Vague“.