Il weekend al cinema visto da me
Guai alle Haway mentre Steven Spielberg può attendere
Non lo so se vi ricordate di un film del 2004 intitolato Sidevays, un’opera che ci piacque molto da queste parti, proprio per la sua capacità di emanciparsi dai cliché del cinema americano, e dei suoi (falsi) miti. Beh il regista era proprio lui Alexander Payne.
Quel film gli valse un Oscar per la migliore sceneggiatura non originale (scritta proprio da lui, con l’aiuto di Jim Taylor, come sviluppo di una soggetto di Rex Pickett) e, di fatto, ci mostrò un’altra faccia del cinema americano.
Intelligente, colta, raffinata, ricca di citazioni interessanti, anche letterarie.
Che affrontava, in modo molto originale, temi mai banali come l’amicizia e l’amore, incastrandoli in itinerari enologici californiani degni di annotazione.
Alexander torna, da venerdì 17, sugli schermi italiani con il suo nuovo film, che si aggiudica l’ormai ambitissima pole position di cinemavistodame.com, scalzando niente di meno che il Re Mida di Holliwood Steven Spielberg. Che mi ha telefonato in lacrime, giurandomi che me la farà pagare, per questo affronto. Dai su Steven, non fare così, pillolina? ;-)
Il film in questione è “Paradiso amaro” con George Clooney, titolo italiano di The Descendants (I Discendenti) (oramai non abbiamo più neanche le forze di capire i titolisti italiani), pellicola, anche questa, molto interessante, proprio per la sua capacità di stupire sempre, ad ogni bit, lo spettattatore, e per la trama assolutamente originale dell’opera, co-scritta sempre dal regista del film.
Il film è candidato agli Oscar come miglior film, migliore regia, migliore attore protagonista, ovvero George Clooney, migliore sceneggiatura non originale, e montaggio (scusate se è poco).
Trattasi, al dunque, di una trasposzione dal letterario al filmico del romanzo “Eredi di un mondo sbagliato” di Kaui Hart Hemmings.
Noi ve la consigliamo tanto, tanto.
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Al secondo posto non possiamo evitarci di menzionare il nuovo film di Steven Spielberg “War Horse“, un film epico, ricco di citazioni del cinema classico americano (quello che, per intenderci, Alexander Payne, fortunatamente contrasta), candidato ai seguenti Oscar: miglior film, fotografia, scenografia, colonna sonora, montaggio e missaggio sonoro.
Anche il film del vecchio Steven è una trasposzione dal letterario al filmico dell’omonimo romanzo di Michael Morpurgo.
Spielberg, a me personalmente, non è mai piaciuto tantissimo, anche se ammetto, che: alcune delle sue opere migliori, siano uscite fuori proprio quando questo regista si è cimentato con la tragedia della guerra, e che, ad esempio, Shindler’s List sia ancora oggi uno dei film più belli, intensi, ed onesti, mai girati sul nazzismo.
Non credo, però, che siamo a quei livelli.
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Si consuma dentro le quattro pareti di casa il dramma di “… E ora parliamo di Kevin” di Lynne Ramsay che, traspone, dal letterario al filmico, l’omonimo romanzo di Lionel Shriver, e che sembra essersi ispirata ai tragici fatti della Columbine, per raccontare di un adolescente, Kevin, che due giorni prima del suo sedicesimo compleanno, fa una strage nella scuola superiore che frequenta.
La madre, Eva, annientata dal dolore, comincia a chiedersi quali siano le sue responsabilità, fino ad affrontare il vero tabù: ha mai amato suo figlio?
Nel cast Tilda Swinton (Oscar europeo per questo ruolo), John C. Reilly e l’inquietante Ezra Miller. Il film, lo annotiamo per gli amanti delle rassegne, era stato presentato, in concorso, all’ultimo Festival di Cannes.
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Esce anche un film di fantascienza (ci sono sempre gli amanti della fantascienza), si tratta dell’americano “In time” di Andrew Niccol, per il quale i titolisti italiani non hanno saputo trovare un titolo più accattivante. La nuova sci-fi è firmata da Andrew Niccol, non nuovo, peraltro, all’utilizzo di questo genere, come cornice speculativa (Gattaca, un film che non ci dispiacque, era suo).
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Si cambia decisamente registro narrativo con “Jack e Jill“, di Dennis Dugan, una commedia che non le manda a dire (leggi anche: greve), in cui l’esistenza di un pubblicitario di successo, e della sua famiglia, viene sconvolta dall’annuale visita per il Giorno del Ringraziamento della sorella gemella. Ecco diciamo che anche “Shame“, ridotto all’osso, potrebbe potrebbe avere una trama simile, ma le distanze tra questo film, e quello di Steve McQueen, sono siderali.
Nel cast Adam Sandler e Katie Holmes, ed un incredibile Cameo di Al Pacino nella parte di stesso.
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Lo spazio “Fanalino di coda” del post di oggi è tutto per l’horror “ATM – Trappola mortale“, di David Brooks, dove non si narra della metropolitana di Milano, ma di una sosta-prelievo ad un bancomat di tre ragazzi, che si trasforma in una disperata lotta per la sopravvivenza, per l’attacco di uno sconosciuto psicopatico. Che ci risulta non essere Formigoni.
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N.B. Sulla piattaforma Own Air, ma non mi risulta nelle sale, esce anche “11 Metri“, del regista Francesco Del Grosso, il film documentario dedicato ad Agostino Di Bartolomei, il grande capitano della Roma, tragicamente scomparso.
Diretto da Francesco Del Grosso, già vincitore del Nastro D’Argento e del Globo d’oro come miglior documentario per “Negli occhi“, toccante ritratto della figura del grande attore precocemente scomparso Vittorio Mezzogiorno, raccontato dalla figlia Giovanna, 11 metri comincia la sua avventura nelle sale cinematografiche italiane da Roma, la città di Agostino, a poche centinaia di metri dallo Stadio Olimpico, che ha visto le sue gesta per molti anni, fino alla sconfitta in finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool nel maggio del 1984.
La sala romana “Politecnico Fandango” (dove io ho fatto il corso di sceneggiatura), – sito in via Tiepolo 13/A – lo ha in programmazione, in verità, già da venerdì 10 febbraio. La pellicola, prodotta dalla Vega’s Project di Daniele Esposito e Salvatore Allocca, dal 17 febbraio sarà possibile noleggiarla su Own Air (www.ownair.it), la piattaforma online in current download, dove sarà disponibile come video on demand.
Dopo l’uscita nella Capitale, 11 metri arriverà anche in altre città italiane nelle prossime settimane, con sale e date d’uscita che verranno comunicate non appena confermate. Orario degli spettacoli: 18:30, 20:30, 22.30 (lunedì chiuso). Il Politecnico Fandango è la sala cinematografica di Fandango a Roma, e si trova nel quartiere Flaminio in via G.B. Tiepolo 13A.
Avvertenze – come leggere questo post
Le preferenze accordate da cinemavistodame.com ai film in uscita, le evincete, come sempre, dall’ordine d’impaginazione delle pellicole nel post, con le schede delle medesime, nonché le relative sinossi, perché noi le inseriamo. E ciò solo al fine di rendere un servizio ai nostri lettori, i quali possono così farsi, in maniera più oggettiva e personale, una loro idea del film anche alternativa alla nostra. Ed anche perché, siamo seri, tra leggere una sinossi ed … assistere ad una proiezione di un film … ci passa un abisso di differenza. Ecco.
Dai anche uno sguardo ai film in sala, qui. O alle locandine qui.
Buona visione.
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