Cinemavistodame.com di Roberto Bernabò

I film in uscita dal 3 febbraio 2012

Il weekend al cinema visto da me

Il realismo, inquietante e commovente, di Maïwenn contro i colossi di Holliwood (candidati agli Oscar)

Sarà una bella lotta questa settimana per la leadership del box office.

La Francia, con “Polisse“, di Maïwenn Le Besco, che all’ultimo Festival di Cannes si è aggiudicato niente di meno che il Prix du Jury, che è stato premiato anche con il Prix Lumières 2012Meilleure Réalisatrice, il Prix Jacques Deray du film policier 2012Prix Jacques Dera, e che ha ricevuto, proprio in questi giorni, ben 13 nominations ai César 2012, conquista anche la ben più ambita pole position di cinemavistodame.com, per i film da vedere questo weekend. Nonostante, pensate un po’, la presenza nel cast di Riccardo Scamarcio, che, bisogna riconoscerlo, sta facendo di tutto per emanciparsi da certi cliché.

Realistica, commovente, inquietante, la pellicola di Maïwenn Le Besco, ha convinto la giuria di Cannes praticamente all’unanimità. La sua è un’opera che ibrida finzione e documentario, esplorando la vita quotidiana di una squadra dei vigili a protezione dei minori (BPM Brigade de Protection des Mineurs). Nel cast, oltre la stessa regista Maïwen, Karin Viard, Marina Fois, Sandrine Kiberlain Joeystarr …

A Roma è in uscita in poche sale ma di quelle di cui mi fido come il Quattro Fontane e l’Eden, l’Alcazar. Per i romani … ci siamo capiti!

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Ma attenzione però, perché in questo magico finesettimana scendono in campo i film che hanno nominations dell’Academy molto importanti, come “Hugo Cabret” – il film di avventura del maestro Martin Scorsese, in lizza per l’Oscar più ambito: quello di miglior film. Prima prova in 3D per questo regista, che intende, con l’utilizzo di questa nuova tecnologia, e con questo film, omaggiare il Cinema.

Una fantasy, che ci narra l’arte di costruire i sogni, e, più ancora, i meccanismi che li fanno muovere.

Non mancano citazioni, e palesi rievocazioni di un’epoca, nella quale il Cinema era vera magia.

Oltre a quello per il miglior film, la pellicola è candidata a ben altri 11 statuette.

Tra queste annoveriamo la nomination per Dante Ferretti, il nostro scenografo più titolato ad Hollywood, e non solo.

Che, come amo dire, son cose.

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O come “Millennium – Uomini che odiano le donne“, di David Fincher (“The Social network”, “Il curioso caso di Bejamin Button”, “Fight Club” – che gareggia per ben 6 statuette). Remake “americano” del fortunato film “svedese” del 2009 di Niels Arden Oplev: “Uomini che odiano le donne“, trasposizione dal letterario al filmico del primo romanzo di Stieg Larrson di quella che è divenuta celebre come la trilogia di “Millennium“.

E del quale vi avevo accennato qui.

In esclusiva, per il lettori di cinemavistodame.com, una video intervista a Rooney Mara, in cui l’attrice americana, fresca di nomination al premio Oscar come miglior attrice, ci parla più approfonditamente del suo personaggio Lisbeth Salander, complesso quanto estremamente affascinante.

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In uscita anche l’americano “Hesher è stato qui!” titolo italiano del film “Hesher” di Spencer Susser, un regista di cortometraggi e di serial TV americane, pellicola dobbiamo riconoscerlo non molto apprezzata dal pubblico americano, a giudicare dal rating attribuitogli su Metacritic.com, dove non possiamo non annotare, peraltro, la gentile presenza del premio Oscar Natalie Portman, molto ammirata, sotto ogni punto di vista possibile, dal vostro cine – blogger di fiducia.

Sottolineo, sempre a proposito di Natalie Portman, che l’attrice ha co-prodotto la pellicola (vorrà dire qualcosa, o no?), ma anche che … se lo sguardo sperduto dietro grandi occhiali, del suo personaggio minore, è di quelli che si fanno ricordare, … non credo che questo basti a salvare questo film, ma, ad ogni modo, un plauso a chi scommette su nuovi autori. A Roma dovrebbe uscire al Quattro Fontane. E ho detto tutto.

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Esce, in questo weekend, anche, un’opera prima tutta italiana, è “Sulla strada di casa” di Emiliano Corapi che al Festival del cinema italiano di Annecy, ha ricevuto, dalla giuria presieduta da Marco Risi, proprio il Premio Speciale della Giuria. Nel cast un’attrice molto apprezzata da queste parti, Donatella Finocchiaro, sempre molto attenta alle nuove vibrazioni del cinema italiano. Insomma … certo il trailer non aiuta, eh. Qui. Però attenzione che a Roma esce al Greenwich e questa è un’ulteriore garanzia.

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Infine, sul lungometraggio sui “I Muppet” di James Bobin, direi che stendiamo un velo pietoso, voi che dite?

Non per niente, ma mi domando, davvero, che senso possa avere, oggi, a tanti anni di distanza dal loro successo, riesumare una pellicola buonista su questi che furono, per la mia generazione, una sorta di mito?

Preferisco non commentare oltre. Del resto, temo, che né il pubblico adulto, né quello più piccolo, apprezzerà quest’opera.

Ma, magari, mi sbaglio io.

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Avvertenze – come leggere questo post

Le preferenze accordate da cinemavistodame.com ai film in uscita, le evincete, come sempre, dall’ordine d’impaginazione delle pellicole nel post, con le schede delle medesime, nonché le relative sinossi, perché noi le inseriamo. E ciò solo al fine di rendere un servizio ai nostri lettori, i quali possono così farsi, in maniera più oggettiva e personale, una loro idea del film anche alternativa alla nostra. Ed anche perché, siamo seri, tra leggere una sinossi ed … assistere ad una proiezione di un film … ci passa un abisso di differenza. Ecco.

Dai anche uno sguardo ai film in sala, qui. O alle locandine qui.

Buona visione.

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I film in uscita dal 27 gennaio 2012

Il weekend al cinema visto da me

Il coraggio di Jasmila

In pole position questa settimana, per noi di cinemavistodame (che poi sarei sempre io), il nuovo film “Il sentiero (‘Na Putu’), della regista bosniaca Jasmila Zbanic, presentato all’ultimo Festival di Berlino Interntional. Jasmila ha già vinto l’Orso d’Oro a Berlino nel 2006, con il suo primo lungometraggio, “Grbavica“. E’ il miglior film a venire fuori dalla regione, dopo la decostruzione YU.

A parte il talento, è il coraggio di questa giovane donna, che si distingue.

I suoi film trattano temi che non molti bosniaci affronterebbero a proprio agio, anche in privato.

Ma anche se impostato nel dopoguerra, Grbavica svolge questa sensibilità, che è nata nella Sarajevo negli anni 80.

Non credo che chi è cresciuto a Sarajevo negli anni 70 ‘e 80’ potrebbe vedere la sequenza finale senza commuoversi profondamente.

E’ difficile, per me, non ammirare le donne che sognano di diventare regista, nella Bosnia di oggi, o in tutti i paesi che versano nelle medesime condizioni, per non parlare di una donna che è diventata un successo.

Jasmila è giovane, coraggiosa ed ha molto, molto talento. “Grbavica“, o “Il segreto di Esma“, che è il titolo italiano, è disponibile su DVD, anche nel tuo negozio locale Blockbuster, andate a vederlo, se vi capita.

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Ed ora il consueto excursus sugli altri film in uscita, tutti, che più, chi meno, degni di nota, con sfumature assai diverse.

Al secondo posto, il vostro cineblogger di fiducia colloca, coraggiosamente, e probabilmente solo contro tutti, un film italiano.

Si tratta di “ACAB – All Cops Are Bastards“.

Una pellicola dalla parte della Polizia. Un lungometraggio che ci narra quel mondo, molto spesso, solo, odiato.

Non lo so … è che, da qualche tempo, sono contro gli odi, le guerre.

Avverto, effettivamente, la necessità di un dialogo.

Mi attrae la possibilità di abbattere muri. Credenze errate, basate su singoli episodi. Fondamentalismi. Cose, spesso, solo immaginate senza un’effettiva congnizione di causa.

Certo il limite dei film è che sono (solo) finzione.

Ma quanti risvegliano le coscienze?

E poi, certo, Stefano Sollima, non è uno che viene proprio dal nulla.

Anzi, ha lavorato come cameraman di news per CNN, NBC, CBS, realizzando documentari da zone di guerra.

Ha realizzato making-of di vari film e special su musicisti.

Ed è stato regista di serie tv del calibro de “La squadra“, della fortunatissima, andata in onda su SKY, “Romanzo criminale – La serie“, e di “Crimini 2“.

Per non parlare delle 01 Distribuiton, che in genere è una garanzia.

Insomma, non fosse altro che l’idea di santificare Margaret Thatcher, la trovo vagamente manipolatoria, nei confronti dell’opinione pubblica italiana, soprattuto in questo momento, assegno a questo film, in cui recita anche, si lui, Pierfrancesco Savino l’Industriale, il secondo posto tra i film da vedere, secondo il nostro personalissimo metro di giudizio, in questo weekend.

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Dopo di che al terzo posto come faccio a non mettere l’interpretazione di Margaret Thatcher di Meryl Streep?

Lo faccio, invece, e sapete perché?

Perché esce il nuovo film di Brad Pitt “L’arte di vincere“, titolo italiano di Moneyball di Bennett Miller (no comment sui titolisiti italiani di questo film), che, sia chiaro, sbancherà al box office più di quello della Streep, (e non chiamatemi profeta), per tre ragioni.

La prima, ovviamente, perché c’è lui, Brad Pitt, che ha dichiarato che, con tutti i soldi che ha, lui farà solo film di cui non dovrà vergognarsi con i figli, quando questi diventeranno grandi.

La seconda è che, in questo lungometraggio, il suo personaggio tenterà di scardinare le logiche del business system degli stipendi dei giocatori di una squadra di Baseball. E la cosa, lo devo proprio ammettere, se non fosse clamorosamente paracula, ci piace assai, e, probabilmente, ci piacerebbe ancora di più, se il lungometraggio fosse uno di quei film a basso budget, tipici del Sundance.

La terza, ma non ultima come importanza, attiene al fatto che la pellicola ha ricevuto ben 6 nominations dall’Accademy per gli Oscar 2012 (miglior film, miglior attore protagonista per Brad Pitt, miglior attore non protagonista per Jonah Hill, miglior montaggio, miglior sceneggiatura non originale e miglior missaggio audio). Che sono cose.

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The Iron Lady“, il biopic su Margaret Thatcher diretto da Phyllida Lloyd merita questa collocazione nel post per una ragione sola.

L’ennesima nomination agli Oscar, conferita dall’Accademy a Meryl Streep, che scherzi a parte, potrebbe essere premiata con la terza statuetta, dopo quelle ricevute per “Kramer contro Kramer” (Kramer vs. Kramer), il film del 1979 diretto da Robert Benton, trasposizione dal letterario al filmico dell’omonimo romanzo di Avery Corman, e per “La scelta di Sophie” (Sophie’s Choice) il film del 1982, diretto da Alan J. Pakula, trasposizione dale letterario al filmico, dell’omonimo romanzo di William Styron, che sono cose o no?

Del film l’attrice ha detto che la regista Phyllida Lloyd non ha voluto concentrarsi su un personaggio che il potere lo detiene, quanto, piuttosto su quella fase della vita dell’ex Primo Ministro, che narra chi il potere lo perde. Attuale come visione, soprattutto nel nostro paese.

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In ultima posizione, ma non certo per i fan del genere, l’ennesimo episodio di quella che è ormai è diventata una saga.

Sto parlando di “Mission Impossible: Protocollo Fantasma“, titolo italiano accettabilissimo di Mission: Impossible – Ghost Protocol.

La Universl Picture mi aveva anche invitato all’anteprima, ma impegni del mio vero lavoro, mi hanno impedito la visione in sala, che probabilmente non avrebbe spostato l’impaginazione del film.

Ma, ripeto, gli amanti del genere avranno pane per i loro denti. Del resto, non a caso, qui si parla del cinemavistodame. Con tutte le conseguenze del caso.

Avvertenze – come leggere questo post

Le preferenze accordate da cinemavistodame.com ai film in uscita, le evincete, come sempre, dall’ordine d’impaginazione delle pellicole nel post, con le schede delle medesime, nonché le relative sinossi, perché noi le inseriamo. E ciò solo al fine di rendere un servizio ai nostri lettori, i quali possono così farsi, in maniera più oggettiva e personale, una loro idea del film anche alternativa alla nostra. Ed anche perché, siamo seri, tra leggere una sinossi ed … assistere ad una proiezione di un film … ci passa un abisso di differenza. Ecco.

Dai anche uno sguardo sui film in sala, qui. O alle locandine qui.

Buona visione.

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Shame | di Steve McQueen

Gran Bretagna | 2011

analisi di eventi, esistenti e linguaggio audiovisivo

La gabbia del corpo come metafora della solitudine dell’universo metropolitano contemporaneo – Un J’accuse di rara potenza visiva e morale
a cura di Roberto Bernabò

Shame

titolo originale: Shame
nazione: Gran Bretagna
anno: 2011
regia: Steve McQueen
genere: Drammatico
durata: 99 min.
distribuzione: Bim Distribuzione
cast: M. Fassbender (Brandon) • C. Mulligan (Sissy) • J. Dale (David) • N. Beharie (Marianne) • H. Ware (Samantha)
sceneggiatura: S. McQueen • A. Morgan
musiche: H. Escott
fotografia: S. Bobbitt
montaggio: J. Walker

Sinossi: Brandon è un trentenne newyorchese che non è in grado di instaurare una relazione seria con una donna a causa della sua incapacità di controllare i suoi appetiti sessuali. L’arrivo della sorella minore stravolgerà la sua vita. Sesso, amore e vergogna.

In questo post:

1. Introduzione – l’essere umano single al tempo di internet
2. Circa gli eventi e gli esistenti del film
3. Circa gli aspetti formali

  • 3.1 Colonna sonora originale del film Shame
  • 3.2 Montaggio sonoro

4. Conclusioni – circa i riferimenti buddisti dell’opera

 1. Introduzione – l’essere umano single al tempo di internet

Ti chiedi, assistendo ad una proiezione dell’ultima fatica del regista londinese Steve McQueen (che nome impegnativo), perché questi, anche co-sceneggiatore del film, peraltro, sia così parco nel rivelare elementi completivi, della vita dei due protagonisti, al fine di abilitare una migliore comprensione delle motivazioni di ciò che li spinge all’azione.

Molti eventi, infatti, privi di tali elementi, risultano, in parte, incomprensibili, allo spettatore ignaro dello svolgimento degli accadimenti antecedenti a quelli narrati, nella vita di questi due esistenti-chiave dell’opera.

Ma, gradualmente, quando il quadro della drammaturgia del film si compie, riesci a darti una spiegazione di ciò che, in qualche modo, giustifica il point of concentration della narrazione.

Una spiegazione amara, cinica, che suona quasi come un j’accuse sulla condizione dell’uomo moderno – forse più bella da vedere, che profonda ed incisiva nelle sue argomentazioni – in una società sempre più virtuale, dove la solitudine unita ad una, grave e progressiva, perdita di valori, riduce l’esistenza umana ad una sorta di naufragio psichico nel mare magnum delle pulsioni e dei desideri, che, svuotati di una direzione chiara, diventano una prigione, una gabbia, che si erge a metafora dell’intera società consumistica di stampo occidentale.

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I film in uscita dal 18 e dal 20 gennaio 2012

Il weekend al cinema visto da me

L’incertezza di Nadine

In pole position questa settimana, dopo l’improvviso spostamento dell’uscita del film “Il sentiero“, di Jasmila Zbanic, balza, per noi di cinemavistodame, il film di una regista libanese che abbiamo amato molto, da queste parti, con il sui “Caramel“. Si tratta Nadine Labaki che esce nelle sale con il suo nuovo lungometraggio: “E ora dove andiamo?“, titolo italiano dell’opera “Et maintenant, on va où?

Lo ho visto per noi l’ottimo Chrsitian che ci scrive:

E ora dove andiamo?”, della libanese Nadine Labaki, è un film molto bello e ricco di spunti: l’ho visto all’ultimo festival di Venezia, e mi aveva colpito per la capacità di affrontare temi delicati e scomodi (la guerra, la religione, il ruolo delle donne), in maniera allegra e vitale (vedi i magnifici intermezzi musicali). Come dici anche tu, le donne che scelgono di diventare registe in parti del mondo che hanno vissuto o vivono tuttora momenti difficili (ex Jugoslavia, Medio Oriente, Iran) sono da ammirare per il loro coraggio e il loro entusiasmo.

Ma questo lo diremo, di nuovo, la prossima settimana, quando uscirà il nuovo film di Jasmila Zbanic:Il Sentiero“. Rimanete sintonizzati.

Al secondo posto, non fosse altro che per le rese attoriali da Oscar del film spoiler agli Oscar 2012, di Tate Taylor, cinemavistodame consiglia: “The Help“, titolo orginale stranamente non tradotto, dagli strateghi del marketing cinematografico italiano. (Che avessero iniziato a leggere i cine blog?). Il ranking di questo film su IMDB è 8,1 (altissimo).

Terza scelta di cinemavistodame, è il film dei gemelli torinesi Massimiliano e Gianluca De Serio, “Sette opere di misericordia“.

Siamo al nostro primo lungometraggio, che arriva anche dopo un cammino durante il quale ci siamo nutriti di visioni, domandandoci ogni volta, da spettatori, che cosa i vari registi volessero dire a proposito della vita.  I Dardenne? Anche il percorso dei loro film prevede un discorso morale ma il nostro approccio è diverso, abbiamo una sorta di ossessione per la fissità della macchina da presa, con il mondo che si muove all’interno. E quando è il mondo a muoversi, di fronte a noi può accadere qualsiasi cosa“.

Massimiliano e Gianluca De Serio, gemelli, torinesi classe 1978, dopo aver portato “Sette opere di misericordia” in giro per i festival di mezzo mondo (da Locarno a Villerupt, da Annecy a Londra, da Torino a Rio, da Marrakesh al Tertio Millennio Film Fest, dove hanno ritirato il Premio Navicella – Cinema Italiano assegnato da FEdS e dalla Rivista del Cinematografo), sono pronti al banco di prova più importante, il confronto con il pubblico, quando Cinecittà Luce distribuirà (in circa 15 copie, nelle città capozona) il loro film d’esordio: “L’esperienza filmica è individuale e collettiva – dice Massimiliano -. Noi siamo convinti del ruolo fondamentale giocato dal pubblico, senza il quale non esisterebbe il film“.

E con la provocazione lanciata da Sokurov, fresco del Leone d’Oro a Venezia per il suo Faust (“Al mio film non serve il pubblico, ma viceveresa”), Gianluca De Serio, risponde “diplomaticamente”:

“Sono d’accordo con Sokurov, per quanto riguarda il suo film. Per il nostro, invece, credo che possa avere un suo pubblico, che possa toccare ogni singolo spettatore, anche emozionare”. Noi ne consigliamo la visione.”

Per gli amanti del film Fantasy, con derive dark, consigliamo l’ennesimo episodio della saga di Underworld, fatta molto bene, (parlo degli episodi che ho visto), e che esce anche in versione 3D. Si tratta di “Underworld – il risveglio (Underworld: Awakening), dei registi Måns Mårlind • Björn Stein. Nel film sono in lotta tra loro due specie. I vampiri ed i lyken, una sorta di uomini lupo. Sarà la più brutto tra i seque?

Al mometo sono in vantaggio i Lycen, se non ricordo male.

Opere minori in sala sono l’americano “L’ora nera” (The Darkest Hour) di Chris Gorak, in cui si narra la peripezia di 5 ragazzi a mosca dirante un’invasione aliena. Va beh.

Ed infine l’incredibile “sequel” di uno dei film più discutibili del cinema italiano dell’anno scroso (fatti salvi i suoi incassi), si tratta di “Benvenuti al Nord” di Luca Miniero, sequel appunti del fortinatissimo “Benvenuti al Sud“, che, nonostante questo blog, incasserrà molti, molti, soldi.

Avvertenze – come leggere questo post

Le preferenze accordate da cinemavistodame.com ai film in uscita, le evincete, come sempre, dall’ordine d’impaginazione delle pellicole nel post, con le schede delle medesime, nonché le relative sinossi, perché noi le inseriamo. E ciò solo al fine di rendere un servizio ai nostri lettori, i quali possono così farsi, in maniera più oggettiva e personale, una loro idea del film anche alternativa alla nostra. Ed anche perché, siamo seri, tra leggere una sinossi ed … assistere ad una proiezione di un film … ci passa un abisso di differenza. Ecco.

Alla prossima.

Buona visione.

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Abbiamo trasferito la Cinebloggers Connection – avviso ai naviganti

Ci sono delle cose che vanno fatte. Comunque. E a prescindere.
Salvare la Connection era una di quelle.

Il Trasferimento

Allora, dopo mille peripezie con gli strumenti di wordpress, sono riuscito, a fatica, a trasferire solo l’ultimo anno di post.

Un delirio, ragazzi.

Il problema è stato legato, essenzialmente, alle dimensioni del blog, ed al fatto che un caricamento progressivo dei post, non so per quale motivo, faceva saltare tutti i parametri d’impaginazione dei post.

Dubito che WordPress metterà una patch, a questi bachi, anche perché il tempo stringe, e dal 31 gennaio Splinder sparirà.

La nuova Cinebloggers Connection è raggiungibile qui. Aggiornate i link e i feed.

L’abilitazione dei “Giudici” come amministratori

Bene. Da adesso in poi, direi, che tutti i giudici devono essere abilitati come amministratori.

Chi ha un blog, che è anche giudice, mi deve scrivere un email all’indirizzo: roberto.bernabo@mac.com.

Deve specificare il nome del blog, la sua url, ed un indirizzo email con il quale desideras essere abilitato. Aggiungerò, così, i giudici agli strumenti di amministrazione del blog.

Ho trasferito, anche, tutti i link dei giudici, aggiornandoli, (molti hanno cambiato nome e url, mi sono preso la briga di ricercarli tutti, a volte con fatica). ;-)

Chi ha ancora un blog che poggia su Splinder, (cito a titolo di esempio: Cineroom e “Il teatro dei Vampiri“, del mitico Conte Nebbia), ma non ha indicato nulla lì, sarà linkato con l’indirizzo di splinder. E, dal 31 gennaio 2012, rischia di essere cancellato dai link dei giudici.

Se ha cambiato blog, e desidera rimanere giudice, mi deve scrivere.

Anche, successivamente alla disattivazione del blog su Splinder, … che mica sono Equitalia, io ;)

Il redierct da Splinder

Ho attivato il redirect da Splinder, modificando il template, in qanto lo strumento di reindirizzamento, predisposto da Supereva | Splinder, al momento, non funziona, infatti, e dubito che funzionerà mai.

Vecchio template di Splinder

Ho salvato il vecchio template in un file con estensione .rxt, … chi lo volesse come ricordo, o, magari, perché vuole rimastruzzare anche lui, con quel codice, può scrivermi. So che potrebbero essere dei feticisti. ;-)

Nuovo giudice

Ho aggiunto un nuovo giudice, è Alberto Di Felice, che mi ha molto aiutato, con la sua esperienza, al porting del blog. E che scrive di cinema molto bene, da molto più dei due mesi previsti dal regolamento. Sono certo che molti di voi, conoscendolo, approveranno.

Last but not least

Dai ragazzi facciamola ripartire la Connection !!!

Roberto Bernabò AKA cinemvistodame.com.

Sono, siamo, aperto/i, a consigli, suggerimenti, ed anche a nuove idee, nel rispetto però della tradizione della community.

Vi aspetto numerosi.

Un’ultima cosa

Vi prego di aggiornare i link ed i feed.

Ringraziamenti speciali

Vanno, da parte di tutta la Cinebloggers Connection a:

Kekkoz
Fringe
Manuele Vannucci

Senza di loro la Cinebloggers Connection non esisterebbe.

Ed a:

Christian

che sta perfezionando, nell’editing, ogni singolo post, e che mi sta dando una mano per riscrivere le F.A.Q..

I film in uscita dal 13 gennaio 2012

Il weekend al cinema visto da me

voglio una vita, anzi un film come Steve McQueen, ovvero il sesso al tempo di Internet

Vergogna al Cinema?

Certo che si, perché esce, questo venerdì, l’attessissimo “Shame“, il film-scandalo in concorso alla mostra di Venezia, che è, senza ombra di dubbio, la pellicola da non perdere del weekend, non solo per la scabrosità di alcune sequenze, ed il tanto chiacchierato nudo frontale del protagonista, Michael Fassbender, già eccellente in “Bastardi senza Gloria” di Quentin Tarantino (bravissimo e Coppa Volpi alla Mostra).

Ma, direi soprattutto, per l’elogio, quasi unanime, della critica.

Ha dichiarato, a Venezia, il nostro eccellente Steve McQueen a proposito del film:

“E’ un film politico-emotivo, parla di come interagiamo, di come è cambiata la nostra sessualità, anche con l’avvento di internet. La libertà, l’accesso a tutto, può diventare una prigione”. Ed in fine ammette, anche, la sua vicinanza col protagonista: “Lo amo, non è cattivo, è un po’ come tutti noi, anche se a volte è difficile da capire. Fa parte del mondo attuale. Familiare a molti, riconoscibile da chiunque”. Come dire: non giudicatelo, comprendetelo.

Io, semplicemente, mi limito a dire che questo è uno dei film dell’anno !!!

Sempre a Venezia era in gara il film seconda scelta di cinemavistodame, per il weekend, “La talpa” di Tomas Alfredson, trasposizione dal letterario al filmico dell’omonimo romanzo di John Le Carré.

Spy-story, d’impianto classico, nel quale annotiamo un cast notevole (tra gli altri: Gary Oldman, Colin Firth e Mark Strong). Siamo in piena guerra fredda – è il 1973 – e le relazioni internazionali tra i paesi dei due blocchi sono compromesse. Anche la sicurezza del Regno Unito e dei suoi servizi segreti sembra in pericolo da quando tra i suoi vertici si è infiltrata una spia sovietica. Toccherà a un vecchio agente in pensione scoprirne l’identità.

Da vedere, diciamo.

Terza scelta del vostro cine blogger di fiducia è “La chiave di Sara” – di Gilles Paquet-Brenner: ambientato nella Parigi, della tristemente famosa notte del 16 luglio 1942, quando gli ebrei vennero arrestati e ammassati al Velodromo d’Inverno, per poi essere deportati nei campi di concentramento nazisti.

Tra loro il film ci narra della piccola Sara Starzynski, di soli dieci anni, e che riesce a nascondere il fratellino Michel in un armadio, prima dell’arrivo della polizia, promettendogli che un giorno sarebbe tornata.

A sessant’anni di distanza, la giornalista americana Julia Jarmond – sposata con il francese Bertrand e che vive in Francia da vent’anni – viene incaricata di realizzare un reportage sul rastrellamento.

Quando costei scopre che la casa in cui sta per trasferirsi è la stessa in cui viveva la famiglia di Sara, si auto-convince che la bambina è sopravvissuta allo sterminio e per questo decide di seguirne le tracce.

Come è un classico in questi film, l’esame degli archivi, le interviste ai testimoni e le ricerche dei sopravvissuti faranno si che la giornalista scopra nuovi e sconosciuti aspetti della Francia e del suo popolo, portando alla luce anche singolari risvolti della sua stessa esistenza. Nel cast Kristin Scott Thomas e Mélusine Mayance.

Al Roma Film Festival – fuori concorso – invece, è stato presentato “L’industriale” di Giuliano Montaldo, uno degli registi storici della sinistra italiana, che porta sullo schermo una sorta di dramma, a tinte fosche,  sull’odierna crisi economica italiana.

Sarà contento il Premier Monti.

Ambientato in quella che il regista ha definito “la nostra Detroit”, Torino, “l’industriale” del titolo, altri non è, se non il personaggio interpetato, pare molto bene, da Pierfrancesco Favino: Nicola Ranieri. Senza dirvi di più, la pellicola ripropone un tema caro, ai vecchi registi della sinistra, e che, ahimè, temo, tornerà di moda.

Il caro, vecchio, “conflitto di Classe“.

Mi sembra quasi di sentire la voce di Fiorello, che, imitando Bruno Vespa, ci dice sornione: “quarda chi è tornato a trovarci … signori: il conflitto di classe”. Sarà, anzi è, il segno dei tempi.

Nel cast anche Carolina Crescentini e Francesco Scianna.

Notizia che lascia perplessi … il film è in bianco nero. Almeno a giudicare dal trailer, qui.

Dagli USA arriva l’horror, prodotto da Guillermo Del Toro, “Non aver paura del buio” di Troy Nixey, con Katie Holmes, Guy Pearce.

Grosso modo ex aequo con la precedente pellicola, vi segnalo anche, ovviamente da partenopeo esule a Roma, la docu-fiction “L’era legale” di Enrico Caria, che ci narra una Napoli senza mafia, senza monnezza, senza malavita di alcun tipo.

Merito del nuovo Sindaco De Magistris?

No, ve prego, vi stiamo soltanto evocando l’immaginifica Napoli del 2020.

Nel cast, in ricordo del programma televisivo “L’altra domenica”, niente po’ po’ di meno che Renzo Arbore e Isabella Rossellini.

Dall’America arriva anche “L’incredibile storia di Winter“, il delfino in 3D che ha già commosso grandi e piccini oltreoceano. La pellicola, diretta da Charles Martin Smith, è ispirata a una storia vera accaduta in Florida qualche anno fa: un giovane delfino resta incastrato in una trappola per granchi, danneggiando seriamente la propria coda.

Strane sono anche le creature che popolano Succhiami, parodia demenziale della saga e dei personaggi di Twilight. Vabbeh va … non mi fate aggiungere altro.

Le preferenze accordate ai film in uscita, come sempre, le trovate nell’ordine d’impaginazione delle pellicole nel post, con le schede delle medesime, nonché  le relative sinossi, perché noi le inseriamo, ecco.

Alla prossima.

Buona visione.

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Circa lo spettatore del Cinema #1

Una inevitabile riflessione per il cine blog del cinema visto dalla cinepresa

Tutte le arti sono fondate sulla presenza dell’uomo;
solo nella fotografia ne godiamo
l’assenza.
André Bazin

Anche se questo è il blog, anzi il cine blog, del cinema visto dalla cinepresa, non è sbagliato, ogni tanto, fare qualche digressione, mettendosi, come amo fare, dalla parte dello spettatore del Cinema, quello, che per intenderci assiste alle proiezioni nelle sale.

E questo sopratutto perché, come vedremo, questa specifica prospettiva è, in qualche modo, complementare e completiva, rispetto a quella di quella di questo blog, il suo, come dire, naturale completamento.

Che senso avrebbe, infatti, una cinepresa senza uno spettatore, e, di contro, uno spettatore, cinematografico, senza una cinepresa?

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