Cinemavistodame.com di Roberto Bernabò

Millennium – Uomini che odiano le donne | di David Fincher

Due interviste e trailer in anterprima

 

In questo post:

  1. Intervista a David Fincher

  2. Intervista a Rooney Mara

  3. Trailer

Ma godetevi, prima, il trailer, in anterprima.

Poi le interviste.

Buona visione.

Il film uscirà nelle sale italiane dal 3 febbraio 2012.

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I film in uscita dal 4 gennaio 2012

Il weeekend al cinema visto da me

Aridateme il misitco Clint!

E tenetevi pure il biopico, eh.

Si legge di tutto, sull’ultima fatica del regista, ritiratosi dalle scene come attore, che ho amato molto nei suoi film più narrativi.

Nelle ultime sue opere cinematografiche, sempre di spessore notevole, si avverte, però, ammettiamolo, una certa perdita di profondità e di freschezza.

Sarà l’età che incede impietosa, anche per questo maestro del Cinema, ma “Hereafter“, a me, ad esempio, non è piaciuto troppo. Troppa carne al fuoco, gestita anche con una certa qual approssimazione, ed, arrivo a dire, supeficialità persino, ma si. Per non parlare di “Invictus” (altra suo biopic movie).

In questo “J. Edgar“, usa un ambizioso Leonardo di Caprio, a caccia di Oscar, e gli fa interpretare, ispirandosi a fatti realmente accaduti, il celeberrimo capo dell’FBI, J. Edgar Hoove, citato nel titolo del film, che è, senza dubbio, come molti di voi sanno, un personaggio assai complesso, e dai molteplici volti, che è già apparso in biopic movies, come, ad esempio, “Nemico Pubblico – Public Enemies” – di Michael Mann, incentrato, però, sulla figura del celeberrimo e mitico gangstar di Chicago, John Dillinger, interpetato da un elcettico ed ispiratissimo Johnny Depp.

In realtà, il lavoro di Eastwood degli ultimi venti anni, non è stato molto omogeneo, pur nella sua, solo apparente, immutabilità.

Il tempo di maggiore cristallizzazione cinematografica è stato tra 1992-95, con la realizzazione di una sorta di triangolo perfetto formato da “Gli Spietati“, “Un mondo perfetto” e “I ponti di Madison County“. Poi, una decina di anni minori, più modesti, più scuri, dove però in realtà maturavano i grandi film degli anni 2000 (quelli che, per intenderci, ho amato di più): “Mystic River” (2003), “Million Dollar Baby” (2004), “Flags of Our Fathers” / “Lettere da Iwo Jima” (2006). Film che non sono stati sempre facili da fare, contrariamente a quanto si immagina, e che riflettono un desiderio ed una convinzione, rara, nel settore. Se si eccettua “Gran Torino” (2008), alcuni film, sono stati molto diversi tra loro – “Changeling (2008), “Invictus” (2009), “Hereafter” (2010) – al punto che l’immagine del regista è diventata sempre più offuscata, ambigua, se non per l’intenzione di impegnarsi in modo puramente melodrammatico.

Con “J. Edgar“, Eastwood dovrebbe ritornare un po’ più pieno, immagino: questa tendenza melodrammatica è ancora presente qui (e molto), ma compensata dall’ambizioso ritratto di una figura paradossale. Quello che è, a mio avviso, curioso da verificare, è come, tutti questi progetti, non siano però riusciti a fare risuonare qualcosa di profondamente intimo in lui, soprattutto in termini di tempo. Clint Eastwood ha ormai 81 anni. E la maschera della vecchiaia, in J. Edgar, è come la traccia dell’ossessione per la morte, e per quello che verrà dopo, che, invece, ha probabilmente molto a che fare con la sua età.

Anche se non lo so, ma non credo che ci troviamo di fronte al capolavoro di questo regista.

Ma, per poter esprimere un giudizio serio, bisognerà andare a vedere questo film, sperando che Clint ritorni, presto, ai suoi temi migliori.

Come alternativa al biopico film del vecchio Clint, abbiamo da proporvi, signori, l’anglosassone pellicola “Finalmente Maggiorenni” (e abbiamo appena parlato, nel precedente post, di come vengono tradotti i titoli dei film dai nostri, misteriosi ed inquietanti, strateghi del marketing cinematografico italiano). Il titolo originale del film è infatti: “The Inbetweeners Movie” che altro non è, se non uno di quei film che vengono realizzati dalle produzioni televisive di serial di successo, come questa, parto della TV inglese (la mitica E4, il medisimo channel delle celeberrime Skins e Misfits), trasmessa anche in Italia da Mtv, e che annovera, anche da noi, un discreto numero di fan, che immagino festanti per l’abominevole traduzione del titolo dell’opera.

Come se qualcuno traducesse il titolo di film italiano, ispirato, che ne so, al “Maresciallo Rocca“, in “Finalmente scapolo“. Roba da chiodi.

Meglio, immagino, sicuramente, delle altre due uscite.

Il cartone “Alvin Superstar 3 – Si salvi chi può!“, ok, grazie, seguiremo il consiglio, e “Immaturi il viaggio“, che no te prego, ma che davero, davero!

Le preferenze accordate ai film in uscita, come sempre, le trovate nell’ordine d’impaginazione delle pellicole nel post, con le schede delle medesime, nonché  le relative sinossi, perché noi le inseriamo, ecco.

Buon anno ancora non ve l’ho detto, vero? Ecco rimedio subito:

Buon anno!!! E buona visione !!!

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La crisi dei cinepanettoni, Gigi Marzullo e i cine-blog

Ovvero Cinematografo di Gigi Marzullo e i cine-blog

Con tutto il rispetto per tutte le persone, i critici cinematografici (o, a volte, presunti tali, e mi piacerebbe poter affermare, anche solo perché non lo sono per professione, ma non lo affermerò, perché non intendo, sia chiaro, scagliarmi contro nessuno), che vi prendono parte, ieri la trsmissione ha toccato il tema della presunta crisi dei cinepanettoni.

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I migliori film del 2011

visti da me

alias il classificone di cinemavistodame.com

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I film in uscita dal 23 dicembre 2011

Il weekend al cinema visto da me

La nostra personale preferenza, per le ultime uscite del 2011, va ad un film per i più piccoli, ma non solo, si tratta del terzo capitolo della saga diretta da Luc Besson, “Arthur e la guerra dei due mondi“.

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Melancholia | di Lars von Trier

2011 | Danimarca | Svezia | Francia | Germania | Italia

analisi di eventi, esistenti e linguaggio audiovisivo

L’Apocalisse secondo Lars – a cura di Roberto Bernabò

Melancholia

titolo originale: Melancholia
nazione: Danimarca / Svezia / Francia / Germania / Italia
anno: 2011
regia: Lars von Trier
genere: Drammatico / Fantascienza
durata: 130 min.
distribuzione: Bim Distribuzione
cast: K. Dunst (Justine) • C. Gainsbourg (Claire) • K. Sutherland (John) • C. Rampling (Gaby) • J. Hurt (Dexter) • A. Skarsgård (Michael) • S. Skarsgård (Jack) • B. Corbet (Tim) • U. Kier (Wedding planner) • J. Christensen (padrino) • C. Spurr (Leo) • D. Fronko (madre di Michael)
sceneggiatura: Lars von Trier
fotografia: M. Claro
montaggio: M. Højbjerg • M. Stensgaard

Sinossi: Due sorelle, Justine e Claire, un tempo unite, si stanno allontanando sempre di più l’una dall’altra. Poco dopo la cerimonia in cui Justine ha sposato Michael, la donna piomba in un improvviso stato di malinconia che la rende particolarmente calma. Claire, invece, è terrorizzata per la minaccia che incombe dallo spazio: Melancholia, un misterioso pianeta apparso da dietro il sole, è in rotta di collisione con la Terra.

Siamo soli, la vita è soltanto sulla terra, … e per poco ancora …
Justine


§§§

In questo post:

  1. Premessa | dedicata alla comprensione di un’opera cinematografica com’esperienza, inevitabilmente, parziale
  2. Circa significante e significato nell’opera di Lars von Trier
  3. Circa i riferimenti seminali all’immagine della Melencoliah incisa a bulino da Albrecht Dürer
  4. Melancholia e la Terra – circa la dimensione del problema
  5. Circa il commento sonoro del prologo
  6. Circa il lungo indugiare sulla cerimonia del Matrimonio di Justine e Michael, la famiglia di Justine, promessa sposa mancata
    • 5.1. Perché, è, invece, necessario, secondo noi, questo tempo
  7. Circa i capitoli di Justine e Claire
  8. Circa le rese attoriali
  9. Conclusioni
  10. Award
  11. Links

§§§

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Permanent Error | di Pieter Hugo

Foto da una delle più grandi discariche hi-tech in mostra al Museo MAXXI di Roma

Circa l’inutilità delle cose utili (un tempo) – filosofica riflessione sulla tecnologia, ma, anche, sull’uomo che le usa – a cura di Roberto Bernabò

Fino al 12 dicembre

Gli ultimi decenni hanno generato una nuova problematica relativa allo smaltimento dei rifiuti: La e-waste, cioè i rifiuti tecnologici. L’occidente ha risolto la questione inviandone buona parte nei paesi del terzo mondo come merce di seconda mano, in teoria per colmare il divario digitale, facendo artatamente finta di non sapere che, nella str-grande maggioranza dei casi, questi finiscono accatastati in montagne di spazzatura inservibile.


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