Cinemavistodame.com di Roberto Bernabò

The tree of life – di Terrence Malik

Post visivo/deduttivo – prima parte

Seguirà la consueta analisi di eventi, esistenti e linguaggio audiovisivo

The tree of life – di Terrence Malik

Cast artistico
Sig. O’Brien: BRAD PITT
Jack: SEAN PENN
Sig.ra O’Brien: JESSICA CHASTAIN
Nonna: FIONA SHAW
Moglie di Jack: JOANNA GOING
Giovane Jack: HUNTER McCRACKENRL: LARAMIE EPPLERSteve: TYE SHERIDANGuida: JESSICA FUSELIERFattorina: IRENE BEDARD
Cast tecnico
Regia e Sceneggiatura: TERRENCE MALICK
Produttrice: SARAH GREEN
Produttore: BILL POHLAD
Produttore: BRAD PITT
Produttrice: DEDE GARDNER
Produttore: GRANT HILL
Produttore Esecutivo: DONALD ROSENFELD
Co-Produttore: NICOLAS GONDA
Co-Produttori Esecutivi: STEVE SCHWARTZ, PAULA MAE SCHWARTZ
Direttore della Fotografia: EMMANUEL LUBEZKI, ASC AMC
Scenografie: JACK FISH
Montaggio: HANK CORWIN, ACE JAY RABINOWITZ, ACE, DANIEL REZENDE, BILLY WEBER, MARK YOSHIKAWA
Costumi: JACQUELINE WEST
Musiche: ALEXANDRE DESPLAT
Supervisore: Senior Effetti Visivi DAN GLASS
Casting: FRANCINE MAISLER, CSA e VICKY BOONE

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Essendo quest’opera un’esperienza eminentemente visiva, ritengo giusto provare a restituire ai miei lettori delle emozioni prevalentemente basate sulle immagini.

Partiamo, in questo primo post, con la prospettiva aristotelica del metodo “deduttivo” – “dall’universale al particolare”.

Buona visione.

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Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare – di Rob Marshall

Il quarto episodio della saga del capitano Jack Sparrow

analisi di eventi esistenti e linguaggio audiovisivo

titolo originale: Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides
nazione: U.S.A.
anno: 2011
regia: Rob Marshall
genere: Azione / Avventura / Fantasy
durata: 141 min.
tecnologia: 3D
distribuzione: Walt Disney Studios
cast: Johnny Depp (Jack Sparrow) • Geoffrey Rush (Barbossa) • Penélope Cruz (Angelica) • Ian McShane (Barbanera) • G. Ward (Tamara) • Stephen Graham (Scrum) • J. Dench • R. Griffiths (Re George II) • Astrid Bergès-Frisbey (Sirena) • K. McNally (Gibbs) • Greg Ellis (Luogotenente Theodore Groves) • Y. Matsuzaki (Garheng) • B. Webb (Cook) • S. Evets (Purser) • R. Kay (marinaio)
sceneggiatura: T. Elliott • T. Rossio
musiche: H. Zimmer
fotografia: D. Wolski
montaggio: D. Brenner • M. Kahn • W. Smith

Sinossi: Quando Jack Sparrow incontra Angelica, una donna del suo passato, non è certo se si tratti di amore o se lei sia una spietata artista dell’imbroglio intenzionata a usarlo per trovare la leggendaria Fontana dell’Eterna Giovinezza. Nel momento in cui lo costringe a salire a bordo della Queen Anne’s Revenge, la nave del famigerato pirata Barbanera, Jack si ritrova in un’inaspettata avventura in cui non sa chi temere di più: Barbanera o Angelica.

Tra archetipi junghiani ed ambientazioni da sogno, eccovi il film più crticato della saga, che a noi non è dispiaciuto

1. Introduzione – la questione onirica

Ci sono film in cui l’aspetto del mito, del sogno, dell’avventura sono assolutamente irrilevanti, la storia si sviluppa su un piano se non vero direi verosimile, sono i film che, in genere, quando li vediamo fanno scattare in noi dei processi d’identificazione, o di repulsione, perché toccano, dentro di noi, qualcosa che ha a che fare con la dimensione del nostro “reale“.

Ci sono, invece, film nei quali il mito, l’avventura, il sogno, sono direi centrali.

In questi film entriamo, in pratica, in relazione con una realtà altra, fantastica, immaginaria, epica molto spesso, ed anche divertente, ma si.

Ecco, diciamolo subito, per questa seconda ontologia di cinema, nutro, da sempre, una non meglio identificata diffidenza.

Non lo so, forse non abbiamo più tanti motivi per sognare, forse la società dei consumi ci rende più cinici, più egoisti, lentamente corrode la nostra capacità d’immaginare un altrove, nel quale e dal quale ri-analizzare e ri-elaborare il nostro quotidiano.

Ma, se ci pensiamo bene, dovrebbe essere a anche, se non soprattutto, questa, la ragione che spesso ci spinge (o che dovrebbe spingerci), ad andarci a prendere un momento di “vacanza” dal nostro io conscio, per assistere (possibilmente in sala), alla proiezione di un film.

Perché alle volte ri-entrare in connessione con quelli che, un po’ pomposamente, ho definito gli archetipi junghiani, ci può fare molto bene.

Amo dire che, in certi casi, il cinema è come se ci curasse, ed, in quelli più felici, un po’ ci guarisse anche, persino.

In casi come questi, ho capito assistendo al quarto episodio della saga del Capitan Sparrow, può essere molto utile, come ho fatto io, vincere tutte le diffidenze di questa ontologia di cinema, e abbandonarci, lasciandoci trasportare, per un paio d’ore, all’interno di questo favoloso mondo, dove poter ri-scoprire delle emozioni profonde, che scaturiscono dalla risonanza che, questi archetipi narrativi, risvegliano dento di noi.

Fiuuu, fine dell’introduzione.

Ci siete ancora? Si?

Bene, possiamo allora entrare nel merito dello specifico dell’opera.

2. Circa gli eventi e gli esistenti del film

Molto è stato detto e scritto sul passaggio di testimone della regia di questo film da Gore Verbisnki (che se n’è andato su migliori lidi, dirigendo il bellissimo Rango), a quelle di Rob Marshall, il regista del famigerato remake, niente di menso che di “8½” di Fellini,Nine“, che ha fatto storcere un po’ il naso agli appassionati della saga.

In realtà, non avendo visto (eh si lo ammetto) gli altri episodi, posso fare pochi confronti.

Ma posso dire che, magari, ok, ho faticato un po’ ad entrare nella storia, ma poi quando ci sono entrato mi sono lasciato trasportare.

Ho letto in giro, e per dovere di cronaca riferisco, che, per gli amanti della saga, e gli appassionati delle gesta del capitano Sparrow, questo quarto episodio sarebbe un po’ deludente rispetto alle  legittime aspettative che, soprattutto il terzo episodio avrebbe generato, ma noi, come nostro solito, ce ne freghiamo un po’ di ciò, e cercheremo, comunque, di cercare di comprendere meglio i meriti di questo film.

2.1 Circa gli archetipi junghiani del film

L’innesco è mooooolto archetipale.

Niente di meno è in gioco la possibilità di rimanere giovani.

O meglio di ricevere, attraverso alchemici procedimenti, gli anni di vita di un altro essere vivente, destinato a morire.

Un presupposto degno di ben altre ontologie di cinema, e che, se messo in mano a, che ne so, un regista come Lars von Trier, potrebbe generare pellicole di ben altri spessori esoterici.

E si perché, questo episodio, strizza l’occhio all’esoterismo, ma direi un esoterismo molto acqua e sapone.

Il pregio di questi film è che i ruoli sono abbastanza chiari e netti.

C’è l’eroe, il mitico, sotto più accezioni del termine, Capitan Sparrow, una sorta di alter ego di Johnny Depp, calotosi per la questa volta in questo personaggio.

C’è il suo o meglio i suoi antagonisti. Nel caso di specie il Pirata Barbanera, interpretato, direi splendidamente, da un cattivissimo Geoffrey Rush.

Padre, scopriremo, dell’altro archetipo narrativo di questi film, la bella Angelica – Penélope Cruz, scelta dal regista già anche in Nine, il cui complesso ed ambiguo legame sentimentale con il Capitan Sparrow è uno degli elementi centrali dell”intreccio, se addirittura l’evento dinamico della storia, è tutto affidato a lei.

Ci sono poi gli aiutanti dell’eroe, e gli aiutanti dell’antagonisita dell’eroe.

E c’è tutta l’ambiguità, ambivalente, di un amore suddiviso, per la bella Angelica, tra il padre (Barbanera), e lo spavaldo, oltre che invincibile, Capitan Sparrow.

L’eroe, come mito esige, deve affrontare per portare a compimento la sua avvenutra una serie sempre più difficile di peripezie.

E deve dare prova non solo di essere capace di affrontarle ma ache di superarle.

Diciamo pure che questo aspetto rappresenta, come dire, lo specifico filmico di questo genere di film, che, nel caso di specie, è davvero scritto, sotto questo punto di vista, in modo davvero esemplare. D’altra parte parliamo della Walt Disney Production, mica di pizza e fichi.

Ed è qui che forse il film perde un po’ di smalto.

Non tutte le trovate sono divertenti, come quelle alle quali Johnny Depp aveva abituato gli appassionati.

Un ruolo che mi è molto piaciuto, e che ci riconduce all’analisi junghiana degli archetipi, è svolto dalle Sirene.

Forse la cosa che ho amato di più nel film. E non solo per l’incantevole bellezza di Astrid Bergès-Frisbey.

Il rapporto con questi esistenti, anche qui, si sbina.

Da un lato la loro bellezza, pari solo alla loro ferocia.

E dall’altro il complesso intreccio che si genererà tra una di loro, rapita per dare modo di avere una sua lacrima all’eroe nel momento dell’acme della’alchimia, che vi lascio scoprire assistendo anche voi al film, ed uno degli esistenti che aiuteranno l’antagonista di Sparrow, un antagonista ambiguo, come tutto l’intreccio tra i personaggi, ed un sacerdote, che rappresenta, certamente, l’elemento del Bene che si contrappone al Male.

2.2 Circa l’ambiguo ed il duale, come protagonista dell’intreccio

I miti, gli archetipi, come vedete sono precisi netti. Anche se sviluppati in un intreccio che fa dell’ambiguità il suo principale dante causa.

Ma è proprio questa nettezza, unita all’ambiguità, la cosa che più mi ha curato di più la psiche durante la proiezione.

Non viviamo, anche noi, un mondo popolato da archetipi altrettanto netti, ed altrettanto ambigui?

Non è forse il collega che sembra esserci amico, anche, un poco, il nostro rivale?

Non è forse pronto, anche lui, al momento buono, a sparigliare le carte della nostra relazione, se questo potrà favorirlo?

Capitan Sparrow ci aiuta, da un lato a capire, e, dall’altro, ad esorcizzare questi demoni.

Lo fa con leggerezza, con un incedere un po’ guascone.

Ma lo fa anche con gande intelligenza e raffinatezza d’animo.

Sarà anche il peggiore degli episodi, ma io vi assicuro mi sono molto divertito.

Sarà che perché infondo forse desidero, anche io, ridiventare giovane, secondo voi?

Il Concorso TIM

Curiosità, il film è collegato al seguente concorso:

CON TIM VIVI UN’AVVENTURA DA PIRATA DEI CARAIBITIM ti regala avventure caraibiche: partecipa al concorso online e vinci un viaggio in Giamaica!

Con l’uscita del film Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare parte il concorso TIM che ti fa vincere un viaggio da pirata in Giamaica!

Come funziona? Se hai Facebook puoi cliccare mi piace sulla pagina TIM e partecipare al concorso cliccando su questa applicazione, in più puoi invitare a tentare la fortuna anche tutti i tuoi amici di FB!Per partecipare bisogna giocare con il gioco online ispirato al film: solo chi avrà terminato il gioco potrà partecipare all’estrazione finale. Si può giocare più volte, ma si entra solo una volta nel file che sarà usato per estrarre il vincitore. L’estrazione sarà effettuata attraverso un sistema informatico il 15 giugno e ci sarà un solo vincitore.

Cosa si vince?

L’ambito premio è il Pacchetto avventura Pirati dei Caraibi, uno splendido viaggio per due persone nella Montego Bay, in Giamaica.

Il pacchetto, del valore di circa 5.000€, comprende:

Viaggio aereo A/R da Roma o Milano; Trasferimento dall’aeroporto all’hotel e viceversa;

Sette notti al Rose Hall Resort, con trattamento all-inclusive e libero accesso ai campi da golf e da tennis, al club salute, al centro vela alla spiaggia e alla piscina;

Crociera attraverso la barriera corallina con oblò con vista sul fondo marino e l’assistenza di un esperto;

Glamour tour per conoscere la Giamaica più cool.

Fino a quando si può giocare?

C’è tempo fino al 29 maggio per partecipare al concorso e vincere un viaggio da film in Giamaica.

Articolo sponsorizzato

Viral video by ebuzzing

ZooSchool – di Andrea Tomaselli – il cinema 2.0 (Finalmente)

prodotto da Epica Film e da Indyca Film

ma tutti potete contribuire alla realizzazione di questo film

Sono le 14.

Un altro giorno di scuola è finito.

Un docente, armato di mazza, in preda a una follia omicida, uccide la preside, due colleghe, una collaboratrice scolastica, un allievo. Mentre il massacro si compie, torniamo indietro nel tempo, a conoscere le storie del carnefice e delle vittime, scoprendo che l’orrore è anche nella quotidianità.

ZooSchool è un horror a sfondo sociale, dove la narrazione si spinge ai limite del verosimile.

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Festival di Cannes – tutti i vincitori

Vince, come nelle previsioni, THE TREE OF LIFE – di Terrence Malick

Delusione per gli italiani: nessun premio

A sorpresa la giuria di Cannes premia, come migliore attrice protagonista, la ventinovenne Kirsten Dunst per Melancholia di Lars von Trier, nonostante le dichiarazioni sugli ebrei dell’espulso regista

Vince: "The Tree of Life" - di Terrence Malik - © Copyright di cinemavistodame.com

Kirsten DUNST vince come migliore attrice - © Copyright di cinemavistodame.com

LUNGOMETRAGGI


Palma d’Oro

THE TREE OF LIFE di Terrence Malick

Grand Prix

BIR ANADOLU’DA ZAMANLAR (Once Upon A Time In Anatolia) di Nuri Bilge Ceylan

THE KID WITH A BIKE di Jean-Pierre & Luc DARDENNE

Premio per la miglior regia

Nicolas WINDING REFN per DRIVE

Premio della Giuria


POLISS di MAÏWENN

Premio per il miglior attore


Jean DUJARDIN in THE ARTIST di Michel HAZANAVICIUS

Premio per la migliore attrice


Kirsten DUNST in MELANCHOLIA di Lars von Trier

Premio per la migliore sceneggiatura


Joseph CEDAR per FOOTNOTE

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I film in uscita dal 13 maggio 2011

In attesa delle kermesse di Cannes, annoto strane co-produzioni questa settimana: una italo marocchina, l’altra USA-Francia (come dire tesi ed antitesi)

Un perfetto gentiluomo

titolo originale: The Extra Man
nazione: U.S.A. / Francia
anno: 2010
regia: Shari Springer Berman • Robert Pulcini
genere: Commedia
durata: 105 min.
distribuzione: Bim Distribuzione
cast: P. Dano (Louis Ives) • K. Kline (Henry Harrison) • K. Holmes (Mary Powell) • J. Reilly (Gershon Gruen) • A. Goranson (Sandra) • J. Pankow (George) • C. Weston (Meredith Lagerfeld) • L. Cohen (Lois Huber) • M. Seldes (Vivian Cudlip) • D. Hedaya (Aresh) • J. Butler Harner (Otto Bellman)sceneggiatura: R. Pulcini • J. Ames • S. Springer Bermanmusiche: K. Badeltfotografia: T. Stacey

Sinossi: Louis Ives, un sognatore solitario che si crede l’eroe di un romanzo di F. Scott Fitzgerald, lascia il suo lavoro e si dirige verso Manhattan per diventare uno scrittore. Affitta una stanza nell’appartamento sgangherato di Henry Harrison, un eccentrico ma brillante commediografo che sembra essere un “extra man”, un accompagnatore sociale per le ricche vedove dell’alta società newyorkese …

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David di Donatello 2011 – tutti i vincitori

Molto bene Mario Martone e Rocco Papaleo, delude “Benvenuti al Sud”

MIGLIOR FILM
Noi credevamo – regia di: Mario Martone

MIGLIORE REGISTA
Daniele Luchetti – per il film: La nostra vita

MIGLIORE REGISTA ESORDIENTE
Rocco Papleo – per il film : Basilicata coast to coast

MIGLIORE SCENEGGIATURA
Giancarlo De Cataldo – Mario Martone – Per il film: Noi credevamo

MIGLIORE PRODUTTORE

Tilde Corsi – Gianni Remoli – per il film : 20 sigarette – di Aureliano Amadei

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA
Paola Cortellesi per il fimo: Nessuno mi può giudicare – di Massimiliano Bruno

MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA
Elio Germano – per il film: La nostra vita – di Daniele Luchetti

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Valentina Lodovini- per il film: Benvenuti al Sud – di Luca Miniero

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
Giuseppe Battiston per il film: La passione di Carlo Mazzacurati

MIGLIORE DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA
Renato Berta – per il film: Noi credevamo – di Mario Martone

MIGLIORE MUSICISTA
Rita Marcotulli – Rocco Papaleo per il film : Basilicata coast to coast – di Rocco Papaleo

MIGLIORE CANZONE ORIGINALE
“Mentre dormi” – Musica di Max Gazzè – Testi di Max Gazzè – Gimmi Santucci – Iinterpretata da Max Gazzè, per il film: Basilicata coast to coast – di Rocco Papaleo

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I film in uscita dal 6 maggio 2011

In serata, a Roma, anche l’assegnazione dei David di Donatello

Già nelle sale italiane da mercoledì il quinto capitolo di Fast & Furious, ottimo esordio al box office USA e oltre 1 milione di euro incassati da noi in soli due giorni. Hai detto cotica …

Lo raggiungono, da oggi, l’attesissimo Tatanka di Giuseppe Gagliardi, con il pugile Clemente Russo, tratto da un articolo di Roberto Saviano.

Probabilmente l’uscita migliore di questo venerdì, per quelli che sono i miei personali gusti.

Tanti i film italiani in arrivo sugli schermi:

Hai paura del buio – di Massimo Coppola.

Film d’esordio per questo autore, che collaborato con MTV.

Senza arte né parte di Giovanni Albanese, con la strana coppia Vincenzo Salemme e Giuseppe Battiston.

E la bella e brava Donatella Finocchiaro, che, ultimamente, mi stupisce sempre più, per le sue scelte artistiche.

Il primo incarico – di Giorgia Cecere.

Con la bellissima ed intensissima Isabella Ragonese, una delle nostre migliori attrici.

Il film è co-prodotto da Rai Cinema ed è passato alla rassegna di Venezia. Ho visto il trailer e non saprei proprio dire.

Isabella, in verità, spero di vederla presto recitare con registi come Giorgio Diritti, che a Poggio Mirteto, l’estate scorsa, mi disse che la voleva fare recitare in suo film.

In quel caso sarò il primo spettatore entusiasta di quella pellicola.

La misura del confine – di Andrea Papini, che dirvi?

Papini girò un primo film nel 2007 dal titolo “La velocità della luce“, ve lo ricordate? Io personalmente no.

Ma chissà, il trailer non mi sembra male.

E’ anche il giorno di Come l’acqua per gli elefanti di Francis Lawrence, già messosi in evidenza con Constantine e I Am Legende. Il film è la trasposizione dal letterario al filmico dell’omonimo romanzo di Sara Gruen, e secondo non è detto che valga il prezzo di un biglietto nelle sale. Fate vobis.

Segnalo infine l’uscita di Machete di Robert Rodriguez. Un film che sicuramente merita l’attenzione di chi segue da tempo i virtuosismi di questo regista.

Le preferenze di cinemavistodame le trovate nelle locandine della tool bar di destra del blog.

Questa sera si assegnano i David di Donatello.

Io faccio il tifo per “Basilicata coast to coast” – di Rocco Papaleo, ma proprio sfacciatamente, speriamo bene.