Cinemavistodame.com di Roberto Bernabò

Post restaurati che meritano di essere riletti

A 67 anni dall’esplosione della bomba atomica su Hiroshima do evidenza a questo vecchio post del 2005 in versione totalmente restaurata

Molte immagini, all’epoca in cui lo scrissi, non erano disponibili in rete, ma grazie a qualche amico, ho realizzato una vera e propria opera di restauro, restituendo al post un vestito tutto nuovo.

 Hiroshima Mon Amour – di Alain Resnais 

 1959 | Francia – Giappone

analisi di eventi, esistenti e linguaggio audiovisivo

Hiroshima Mon Amour

Regia: Alain Resnais
interpreti: Emmanuele Riva, Eiji Okada

Lo potete leggere qui:

Il Cinema italiano contemporaneo mi butta giù

Ovvero l’antropofagia dei produttori italiani

Il cinema italiano contemporaneo, quello basato sulle storie, o, meglio, sul modo di narrarle, di scrivere le sceneggiature, che rievocano gli autori del passato, dovrebbe essere ormai considerata una pratica superata, obsoleta, al limite sopravvissuta – ma non in quanto utile, o, darwinianamente parlando, perché abbia saputo adattarsi al cambiamento – ma perché siamo in Italia, e nessuno ha il coraggio di ammettere che, il nostro Cinema, segna il passo, ormai, da troppi lustri.

Con le dovute, rare, eccezioni, per fortuna! Che, guarda caso, mietono premi e prestigiosi award, nei Festival Internazionali di Cinema non italiani.

E’ ora di dire: “Basta!”

Bisogna voltare pagina!

Liberarsi del complesso edipico del Padre.

Non dobbiamo più tentare, goffamente, di compiacere ai nostri genitori, ma abbiamo l’obbligo, morale ed artistico, di creare nuovi linguaggi comprensibili alle generazioni future.

Anche solo per questo, amo il costante sforzo di ricerca di maestri come Lars von Trier, che osano ad ogni loro pellicola.

Il futuro del cinema è basato, dunque, sulla ricerca su nuovi codici visivi. Nuovi idiomi, nuovi lessici.

Sia visivi, che di screenplay.

Produttori italiani svegliatevi!

State navigando a vista!

Non vi rendete conto che vi cibate solo o di tossici film vacanzieri, o, in maniera del tutto antropofagica, di autori che non hanno più nulla da dire, da interi decenni?

O, peggio, che tentano di raccontare vicende – che siano passate, o contemporanee, ben poco importa – nel modo e negli stilemi dei grandi maestri del passato, che, però, avevano inventato un loro modo filmico di narrare, con risultati a dir poco grotteschi, che rasentano il patetico, e che non sono, ormai, più in grado di toccare né la mente, né il cuore, e nemmeno la pancia, di nessuno.

Tanto meno dei giovani.

Ma non vi accorgete … che il Cinema è altrove?

Che sperimenta nei giovani dei nuovi serial televisivi, anche di quelli distribuiti sul web?

O, al limite, nei cortometraggi, distribuiti gratuitamente, su YouTube?

Perché non fate girare un nuovo film kitsch e camp a Roberta Torre, come “Tano da morire“?

Se proprio vogliamo guardare al passato, è necessario mordere il presente, anche nell’espressione.

Amo il Cinema artistico

Digressione di un cineblogger, in una notte di mezza estate

Questa sera sento di dovere affermare una cosa importante.

Anche perché d’estate il Cinema, ammettiamolo, è cosa minore, anche se non è che non ci siano ottimi film nella sale.

Anzi a Roma diciamo, meglio, nelle Arene.

Anche perché, io, un film dal titolo “Travolti dalla cicogna“, proprio non riesco ad andare a vederlo.

Ma non è di questo che, per una volta, voglio parlare.

Questa sera desidero, anche io, permettermi il lusso di una sorta di digressione. Ma si.

Mi parlano di tanti film, ogni giorno.

Voi non immaginate, per il semplice fatto che rediga un blog di cinema, un cineblog, come preferisco dire, da oltre 8 anni, quante sono le cose di cui dovrei scrivere, manco fossi “Le Cahiers du Cinéma“, o “Positif“.

Davvero, sono impressionanti i numeri delle e-mail che arrivano all’account della redazione, e che mi segnalano nuove opere cinematografiche. Grazie continuate pure a farlo.

Sento, quindi, però, quasi il dovere, di fare un po’ d’ordine, anche per indirizzare meglio, i miei lettori, e le persone che desiderano condividere le loro segnalazioni.

Amo il cinema artistico

Quello pensato, non per motivi ideologici, oppure, peggio, opportunistici, quell che ha delle tesi, predefinite, da dimostrare.

Quello girato, e, soprattutto, prodotto, perché si deve parlare di quel dato tema.

Capisco che si muova, anche così, l’industria del cinema, e non voglio criticare nessuno.

Ma il cinema, per me, è, o meglio, dovrebbe essere, espressione artistica.

E l’espressione artistica deve essere libera. Nella più profonda accezione del termine.

Libertà è partecipazione, cantava Giorgio Gaber.

Con tutto il rispetto, quell’affermazione, era ideologica.

Era di parte.

Del resto, essere di sinistra, era un’esigenza, in quegli anni.

Per me, mai come oggi, nel Cinema, come nella vita, libertà dovrebbe avere a che fare con qualcosa di profondamente ancorato all’idea di avere qualcosa da dire, da esprimere, e di riuscirlo a fare senza costrizioni. Senza tesi precostituite da altri.

Si può toccare qualunque tema.

Ma libertà è identificazione nell’individualità artistica.

Nanni Moretti – un regista unico nel suo genere

in occasione del suo incidente in vespa, che ha generato anche un post su Spinoza.it, ho discusso, difendendolo, in un thread su facebook

foto tratta dal sito www.spinoza.it

Anche se non amo ibridare questi due medium, trascrivo in parte ampliandola, la mia breve riflessione sul suo Cinema, verso chi lo attaccava.

Nanni Moretti è uno dei pochi registi italiani, degli ultimi anni, ad aver vinto la Palma d’oro a Cannes. Ed un Orso d’argento a Berlino.

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Napoli 24, di artisti vari

Italia | 2010

analisi di eventi esistenti e linguaggio audiovisivo

3 minuti per comprendere l’imperscrutabile: Napoli – a cura di Roberto Bernabò

Uno straordinario documentario di: Ugo Capolupo, Giovanni Cioni, Bruno Oliviero, Paolo Sorrentino, Mario Martone, Gianluca Iodice, Diego Liguori, Roberta Serretiello, Luca Martusciello, Pietro Marcello, Nicolangelo Gelormini, Guido Lombardi, Mariano Lamberti, Andrei Longo, Stefano Martone, Luigi Carrino, Fabio Mollo, Mario Spada, Andrea Canova, Lorenzo Cioffi, Massimiliano Pacifico, Marcello Sannino, Francesca Cutolo, Federico Mazzi, Vincenzo Cavallo, Gianluca Loffredo, Daria D’Antonio

Napoli 24

Titolo originale: Napoli 24
Nazione: Italia
Anno: 2010
Genere: Documentario
Durata: 75′
Regia: Giovanni Cioni, Bruno Oliviero, Gianluca Iodice, Diego Liguori, Roberta Serretiello, Luca Martusciello, Nicolangelo Gelormini, Guido Lombardi, Mariano Lamberti, Andrej Longo, Stefano Martone, Mario Martone (II), Luigi Carrino, Fabio Mollo, Mario Spada, Pietro Marcello, Andrea Canova, Lorenzo Cioffi, Massimiliano Pacifico, Marcello Sannino, Francesca Cutolo, Federico Mazzi, Vincenzo Cavallo, Gianluca Loffredo, Daria D’Antonio, Ugo Capolupo, Paolo Sorrentino
Produzione: Teatri Uniti, Indigo Film, Ananas, Ananas, Sky Dancers
Distribuzione: Cinecittà Luce

Sinossi: Tre minuti ciascuno per uno sguardo sulla città di Napoli: questo è il punto di partenza per l’opera collettiva di ventiquattro registi. Una pluralità di sguardi che racconta una metropoli dove convivono tradizione e avanguardia, superstizione e cosmopolitismo. Ad ispirarli, persone, luoghi e atmosfere di una città naufraga tra sogno e realtà, e che pare perdersi tra poli opposti, molteplici identità ed una irrimediabile complessità.

Ambientazione: Napoli

Note: La gestazione di “Napoli 24 ” è durata quasi tre anni, coincidendo beffardamente con l’esplosione e la recente riemersione dell’emergenza rifiuti. Le vicende della città ne hanno segnato e prolungato il non facile processo produttivo, partito con la ricezione e la selezione di oltre un centinaio di proposte, di autori prevalentemente giovani e giovanissimi, coraggiosi testimoni della inesauribile vitalità creativa del territorio campano.

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Festival di Cannes 2012 – tutti i vincitori dei premi

A pochi secondi della loro consegna vi comunico tutti i film premiati al festival di Cannes 2012.

EN COMPÉTITION:

LONGS MÉTRAGES

Palme d’Or
AMOUR réalisé par Michael HANEKE


Grand Prix
REALITY réalisé par Matteo GARRONE

Prix de la mise en scène
Carlos REYGADAS pour POST TENEBRAS LUX
Prix du scénario
Cristian MUNGIU pour DUPÃ DEALURI (AU-DELA DES COLLINES)
Prix d’interprétation féminine
Cristina FLUTUR dans DUPÃ DEALURI (AU-DELA DES COLLINES) réalisé par Cristian MUNGIUCosmina STRATAN dans DUPÃ DEALURI (AU-DELA DES COLLINES) réalisé par Cristian MUNGIU
Prix d’interprétation masculine
Mads MIKKELSEN dans JAGTEN (LA CHASSE) réalisé par Thomas VINTERBERG
Prix du Jury
THE ANGELS’ SHARE (LA PART DES ANGES) réalisé par Ken LOACH

COURTS MÉTRAGES

Palme d’Or du court métrage
SESSIZ-BE DENG (SILENCIEUX) réalisé par L.Rezan YESILBAS

UN CERTAIN REGARD:

Mention spéciale – Un Certain Regard
DJECA (ENFANTS DE SARAJEVO) réalisé par Aida BEGIC
Prix d’interprétation féminine Un Certain Regard
À PERDRE LA RAISON interprété par Emilie DEQUENNE
LAURENCE ANYWAYS interprété par Suzanne CLÉMENT
Prix spécial du Jury Un Certain Regard
LE GRAND SOIR réalisé par Gustave KERVERN, Benoît DELÉPINE
Prix Un Certain Regard
DESPUÉS DE LUCIA réalisé par Michel FRANCO

CINÉFONDATION:

Premier Prix de la Cinéfondation
DOROGA NA (EN CHEMIN) réalisé par Taisia IGUMENTSEVA
Deuxième Prix de la Cinéfondation
ABIGAIL réalisé par Matthew James REILLY
Troisième Prix de la Cinéfondation
LOS ANFITRIONES (LES HÔTES) réalisé par Miguel Angel MOULET

CAMÉRA D’OR :

Caméra d’or
BEASTS OF THE SOUTHERN WILD (LES BÊTES DU SUD SAUVAGE) réalisé par Benh ZEITLIN

Il mio 25 aprile – La Libertà che ci meritiamo

Libertà è una parola che, nel nostro paese, è stata, gradualmente e pervicacemente, svuotata del suo significato.

Non credo, peraltro, che possa, e nemmeno che debba essere sostituita con quella di responsabilità.

Responsabilità poi di chi, se non pretendiamo, prima di tornare alle urne, di cambiare le regole della legge elettorale?

Credo, piuttosto, che la parola Libertà, il cui referente non abbiamo più, debba essere sostituita, oggi, per cercare di ridarle l’accezione che aveva, con i concetti di cambiamentorinnovamentorinascimento e di etica.

Cambiamento, perché ci meritiamo una classe politica e dirigente diversa.

Rinnovamento, perché la nuova nomenclatura dovrà essere interprete del bisogno di trasformazione di cui il paese ha bisogno.

Rinascimento, perché da questi prioritari elementi, possano poi scaturire nuove idee perriformare la nostra vilipesa democrazia, al fine di renderla più equa, e giusta, nelle sue scelte di politica economica e fiscale, che da troppi lustri gravano, invece, sempre e solo sulle classi più deboli.

Se tutti pagassimo le tasse, ad esempio, sono assolutamente certo che potremmo allentare la pressione fiscale sia sui lavoratori, che sulle imprese, creando, allora si, le condizioni più faveroveli per una ripresa.

Etica, perché dopo tutto questo, la nuova classe – eletta democraticamente sul principio della rappresentanza parlamentare, derivante dal voto dei cittadini, e non da nomine – dovrebbe orientare la sua azione pubblica e (non guasterebbe affatto, anzi), privata, in modo etico.

Di questo avrebbe bisogno il Paese, ma vedo la realizzazione di un programma così semplice da delineare, molto lontano dalla sua concreta applicazione.

Eppure, chi dette la vita, sognava proprio tutto questo.