Nei cinema dal 27 giugno 2008
Buon giovedì a tutti i lettori di questo blog.
Come al solito passiamo in rassegna i film in uscita da venerdì 27 giugno 2008 nelle sale italiane.
- 12 – di Nikita Mikhalkov
- La notte non aspetta – di David Ayer
- Rovine – di Carter Smith
- Gucha – di Dusan Milic
- Italian Dream – di Sandro Baldoni
- Impy e il mistero dell’isola magica – di Holger Tappe • Reinhard Klooss
- Postal – di Uwe Boll
12
titolo originale: 12
nazione: Russia
anno: 2007
regia: Nikita Mikhalkov
genere: Drammatico
durata: 153 min.
distribuzione: 01 Distribution
cast: V. Verzhbitsky • S. Makovetsky • A. Petrenko • V. Gaft • M. Yefremov • S. Garmash • N. Mikhalkov
sceneggiatura: N. Mikhalkov • V. Moiseyenko • A. Novototsky
musiche: E. Artemyev
fotografia: V. Opelyants
Trama: 12 personaggi – 12 verità. È il racconto di 12 giurati che devono stabilire la colpevolezza o meno di un giovane ceceno accusato di aver ucciso il proprio padre adottivo, un ufficiale dell’esercito russo. Il film è una riflessione intensa sulla vita attuale, sulla necessità di prestare ascolto a chi ci vive accanto e ad aiutarlo prima che sia troppo tardi. L’azione del film si svolge all’interno di una stanza: una palestra adattata ad aula per deliberare …
Iniziamo bene questa settimana.
Un film con una nomination all’Oscar 2007 come miglior film straniero (Russia), nominato per il leone d’oro a Venezia (2007) per la miglior regia (Nikita Mikhalkov, un regista che lavora da 30 anni a grandissimo livello senza mai vincere però raccogliere i riconoscimenti che meriterebbe, vedi il caso de “Il sole ingannatore” che avrebbe meritato la palma d’oro al Festival di Venezia), due premi vinti al Nika Awards per il migliore attore protagonista (Sergei Garmash ) e la migliore musica (Eduard Artemyev), insomma niente male per una validissima opera di una poliedrica personalità. Parlo di Nikita Mikhalkov che è attore, sceneggiatore oltre che regista, cosa molto usuale in Russia dove si studia in generale per fare del cinema non come in altri paesi tipo che ne so l’Italia. Ok mi fermo qui.
Anche Sergei Garmash vi assicuro che, aldilà di questo premio vinto, è una garanzia assoluta.
Insomma, non lo nego, a me il cinema russo piace sin dai primi studi sul cinema di Sergej Michajlovič Ejzenštejn.
E poi un crime thriller a sfondo drammatico è quello che ci vuole con questo caldo torrido, non vi pare? Noi ci sbilanciamo con ben quattro star virgola cinque, hai capito? Speriamo solo di riuscire a beccarlo in sala.
Gli accostamenti a “La parola ai giurati” di Sidney Lumet è d’obbligo, ma vi assicuro che la trasposizione russo cecena e di notevole spessore.
Unico neo il film è del 2007 … ma sapete come va la questione della distribuzione in Italia, no? Ed in questo post ne avremo un paio di conferme. E forse un doppiaggio non proprio all’altezza della versione originale. Forse l’impossibilità, per noi europei occidentali, di comprendere a fondo la complessità dell’universo dell’est.
Oh per una volta il titolo è rimasto fedele strano forse con i numeri è più probabile, chissà.
La notte non aspetta
titolo originale: Street Kings
nazione: U.S.A.
anno: 2007
regia: David Ayer
genere: Thriller
durata: 107 min.
distribuzione: 20th Century Fox
cast: K. Reeves (Detective Tom Ludlow ) • C. Evans (Detective Paul Diskant ) • H. Laurie (Capitano James Biggs ) • F. Whitaker (Capitano Jack Wander )
sceneggiatura: J. Ellroy • K. Wimmer • J. Moss
musiche: G. Revell
fotografia: G. Beristain
montaggio: J. Ford
Trama: Tom Ludlow è un poliziotto in crisi dopo la morte della moglie. Quando alcuni indizi lo indicano come il responsabile dell’esecuzione di un collega poliziotto, Ludlow decide di andare contro tutte le regole che hanno condizionato tutta la sua carriera.
Qui siamo al ritorno di Keanu Reeves, che, dopo pellicole non fortunate come la saga di Matrix: The Lake House (2006) …. Alex Wyler, A Scanner Darkly (2006) …. Bob Arctor, Constantine (2005) …. John Constantine, si ripropone in un crime thriller anche questo a sfondo drammatico (no dico del resto un crime tjriller con l’happy end che film sarebbe?)
Il regista David Ayer, classe 1968 Illinois USA, ha al suo attivo come regista solo un altro film, ma, come sceneggiatore, ben altri 5: S.W.A.T. (2003), Dark Blue (2002), Training Day (2001), The Fast and the Furious (2001), U-571 (2000), che voglio dire son cose. In più segnalo che dei film del quale è stato regista è stato anche produttore e queste sono cose importanti da sapere, almeno per me.
Cos’altro. il film è tratto dall’ennesimo romanzo trasposto dal letterario al filmico di James Ellroy ve lo segnalo autore dei romanzi dei film: The Black Dahlia (2006) e L.A. Confidential (1997), non male, ma neanche troppo bene, o sbaglio?
Segnalo, tra gli attori del cast, Hugh Laurie, molto più celebre come il dr. House e Forest Whitaker, sempre notevolmente bravo e poliedrico.
Tre stars virgola cinque ad un regista che oltre al talento ci mette i soldi e ad un attore che è sempre meglio di molti altri, o mi sbaglio pure qui, e poi a chi mi riferisco?
Sul titolo italiano no comment.
Rovine
titolo originale: The Ruins
nazione: U.S.A.
anno: 2007
regia: Carter Smith
genere: Horror
durata: 91 min.
distribuzione: United International Pictures
cast: J. Tucker (Jeff) • L. Ramsey (Stacy) • S. Ashmore (Eric) • J. Anderson (Mathias) • D. Baveas (Pablo) • J. Malone (Amy)
sceneggiatura: S. Smith
musiche: G. Revell
fotografia: D. Khondji
montaggio: J. Betancourt
Trama: Un gruppo di amici và in vacanza a Cancun, Messico; si recano in un sito archeologico, ma si rendono conto di non conoscere bene i luoghi e presto si perdono nella giungla, dove incontreranno qualcosa di malvagio …
Su questo film avrò un approccio classico in chiave parodia.
Ora io dico ragazzi già ve ne andate da soli in Messico, poi, dico, state niente di meno che a Cancun, mito delle spiagge sudamericane e che fate, senza conoscere i luoghi? Vi recate in un sito archeologico e … vi perdete nella giungla?
Beh ma allora ve lo meritate d’incontrare qualcosa di malvagio, ecco.
Andrei a vedere questo film solo per farmi delle matte risate, e per parlare, ma a lungo con gli sceneggiatori, chiedendo loro come è cominciata l’idea di scrivere questo film.
Due stars virgola cinque per il sadismo di questo genere di film nei confronti dell’intelligenza degli spettatori. Salvo poi sentire il pubblico di Gigi Marzullo (ma dove lo trova?) dire che infondo il film non era male, e che la storia, pure se assurda, era atta bene.
Contenti loro. Il titolo italiano stranamente regge.
Gucha
titolo originale: Gucha
nazione: Serbia e Montenegro / Bulgaria / Austria
anno: 2007
regia: Dusan Milic
genere: Sentimentale
durata: 94 min.
distribuzione: Archibald
cast: M. Markovic (Romeo) • A. Manasijevic (Juliana) • M. Nelevic (Satchmo) • N. Okanovic (Bean)
sceneggiatura: D. Milic
musiche: D. Pejovic
fotografia: P. Popovic
montaggio: M. Glusac
Trama: Juliana, la figlia 16enne del più grande trombettista serbo, Satchmo, si innamora di Romeo, un giovane trombettista romeno dell’orchestra rivale, le tigri di Sandokan. Satchmo respinge in modo assoluto Romeo per la sua pelle scura, e farebbe di tutto per separare la coppia e proibire il loro amore. Ma dato che il ragazzo, come lui, è un grande ammiratore di Louis Armstrong, promette di cedere e di concedergli la mano della figlia a patto che Romeo lo batta durante la famosa competizione per trombettisti – il Gucha Festival. Per portare avanti questo amore proibito, Romeo deve compiere l’impossibile: suonare meglio del padre di Juliana.
Occhio qui siamo in zona sola.
Come ce ne accorgiamo?
Semplice. Primo indizio il film è del 2006.
Secondo indizio. Il film ha un canovaccio che sa di già visto lontano un miglio.
Terzo indizio la pellicola ha vinto un premio … ehm … ma trattasi del Sofia International Film Festival e voi sapete meglio di me questo cosa significa se il film in questione è bulgaro per l’appunto.
Non lasciatevi pertanto ingannare dal titolo italiano, per una volta non storpiante, e passate avanti. Non ditemi grazie … se scrivo questo blog è per aiutarvi, puro spirito di servizio.
Diciamo 2 stars in onore al premio bulgaro, ma si.
Italian Dream
titolo originale: Italian Dream
nazione: Italia
anno: 2008
regia: Sandro Baldoni
genere: Grottesco
durata: 95 min.
distribuzione: Venerdì srl
cast: I. Marescotti • T. Celio • S. Coen • M. Foschi
sceneggiatura: S. Baldoni
musiche: C. Siliotto
fotografia: D. Massaccesi
montaggio: I. Fraioli
Trama: Antonio, un uomo con sogni, ansie e peccatucci molto normali, viene intercettato da Raniero, un ricchissimo ed eccentrico signore che lo bracca sistematicamente senza un motivo apparente, fino al giorno in cui gli rivela che è lui l’uomo che lo ucciderà, permettendogli così di compiere il suo grande e fatale destino. Antonio non prenderebbe sul serio quelle bizzarrie esoteriche ma è incalzato da Raniero, che finisce per impossessarsi della sua vita tenendolo in pugno come una pedina. Antonio allora si spaventa e cerca di sfuggirgli, disposto persino a rinunciare a qualche inatteso beneficio che ricava da quell’assurda relazione. Ma il cerchio si stringe e Raniero implacabile gli sta addosso, e quello che sembrava solo un gioco diabolico diventa invece una valanga che travolge in un crescendo tragicomico i nostri personaggi e i loro sogni onnipotenti.
Questo è il film italiano da non perdere della settimana.
No se vi dico questo è perché spesso in questi anni mi chiedevo ma che fine avrà fatto Sandro Baldoni il regista e sceneggiatore di un film che mi piacque molto del 1994, bei tempi quando abitavo ancora a Napoli, mi godevo la vita, e credevo ancora in tante cose in cui non credo (più non per questo sono triste ora … va beh sto divagando lo ammetto).
Ma si insomma Strane Storie no?
Il film in cui c’era un ente statale che poteva staccare il collegamento all’aria se non si pagava in tempo la bolletta, ed in cui si poteva acquistare al supermarket un uomo scaduto.
Si ok, mi direte voi, c’era anche quello del 1997 “Consigli per gli acquisti” con Ennio Fantastichini, Silvia Cohen, Carlo Croccolo, Maurizio Crozza c’era Maurizio Crozza in quel film giuro, ma quello non me lo ricordo bene e comunque, credo, non avesse bissato il successo del primo.
Sandro Baldoni, regista e sceneggiatore, con questo lungometraggio dalle tinte romanzate, si avvicina alle pagine del russo Gogol.
Baldoni ha cominciato la sua carriera come assistente alla regia di Dino Risi, il regista maestro della commedia italiana recentemente scomparso, per poi dedicarsi temporaneamente alla scrittura satirica, collaborando prima con Panorama e poi con l’Espresso. Fu nel 1984 che tornò dietro la macchina da presa lavorando come regista pubblicitario e copywriter, soprattutto per la Pioneer International, con i cui spot ha guadagnato un Leone d’Oro al Festival pubblicitario di Cannes e un Clio Award all’Advertising Film Festival di Los Angeles.
Il debutto cinematografico arriva, come vi ho già detto, nel 1994 con Strane Storie, scritto con Johnny Dell’Orto. La pellicola riceve numerosi riconoscimenti, come la menzione speciale all’Opera Prima al Festival di Venezia. Vince il Nastro d’Argento dei Critici cinematografici, arriva finalista ai David di Donatello, conquista il Premio del Pubblico al Festival di Annecy, Ciak D’oro per la migliore regia e la migliore Attrice a Silvia Cohen. Nel 1998 esce la sua opera seconda, Consigli per gli Acquisti, finalista come migliore regia, migliore soggetto, migliore fotografia ai Nastro D’argento. Nel 1999 mette in scena un suo testo teatrale, Troppo amore, al Festival dei Due Mondi di Spoleto. In quegli anni la sua vita sarà tristemente segnata dall’assassinio del fratello, il giornalista freelance Enzo Baldoni, blogger sulla piatttaforma Splinder, ucciso in Iraq nel 2004 dalle Armate Islamiche, che in molti ritengono affiliate ad AlQaeda, in circostanze tuttora poco chiare.
La pellicola è targata Venerdì srl, la casa di produzione di cui dal 2002 è co-fondatore. Per questa suo ultimo lungometraggio, Baldoni fa chiaro riferimento allo scrittore russo Gogol, narratore dell’eterna e comica disperazione del mondo, per molti versi sempre attuale. I suoi personaggi affondavano nel grigiore burocratizzato e vuoto della realtà russa dell’epoca, mentre i protagonisti di Italian Dream galleggiano a stento nel colore gridato, ipercomunicato e vuoto della società di oggi. La pellicola, infatti, immerge in una realtà culturale definita – quella italiana – tutta apparenza, rumore ed “eccitazioni consumistiche“, un mondo dove il senso dell’assurdo pervade la nostra esistenza.
“Lo stile del film è quello della commedia che sfuma verso l’apologo di sapore gogoliano, personificato soprattutto in un Marescotti che viene travolto dalla realtà che lo circonda, nonostante sia certo di avere sempre perfettamente la situazione sotto controllo – ammette Baldoni – Ho sempre amato Gogol, che considero il narratore che, meglio di altri, ha saputo descrivere la disperazione tragicomica e surreale dello stare nel mondo”.
“Ho dato al film una struttura narrativa semplice e lineare perché, nello scorrere delle immagini, fosse un sobbollimento insensato e senza troppi sussulti a portare i nostri personaggi dove non si sarebbero mai aspettati di trovarsi, e dove comunque non avrebbero mai voluto essere. Come un treno che percorre tranquillamente il primo tratto di viaggio e poi incomincia a deragliare lentamente, inesorabilmente, trascinando con sé tutto ciò che gli sta attorno” – conclude il regista. Quel che può sembrare solo un gioco diventa una valanga tragicomica che travolge i personaggi ed i loro sogni di narcisi.
Per dare un volto ai suoi protagonisti, il regista ha scelto artisti con cui ha già lavorato nelle sue prime pellicole, come Silvia Cohen, Johnny Dell’Orto ed il romagnolo Ivano Marescotti, da sempre diviso fra letteratura, teatro e cinema.
Ed il montaggio di Ilaria Fraioli, la montatrice di fiducia della mia amata regista Alina Marazzi, ce lo vogliamo dimenticare? Io non me lo dimentico, voi fate come vi pare.
Quattro stars per una commedia con dell’umorismo intelligente, pare facile.
Il titolo italiano in inglese lo trovo un vago riferimento all’ottavo nano, ma forse mi sbaglio.
Impy e il mistero dell’isola magica
titolo originale: Urmel aus dem Eis
nazione: Germania
anno: 2008
regia: Holger Tappe • Reinhard Klooss
genere: Animazione
durata: 87 min.
distribuzione: Mediafilm
sceneggiatura: O. Huzly • R. Klooss • S. Severin
musiche: J. Dooley
montaggio: F. Mueller
Trama: Sull’isola di Tikiwu vivono tanti amici, divertenti e birichini. Un giorno sull’isola arriva un curioso uovo: i piccoli amici lo accudiscono affinché si schiuda. Finalmente il guscio comincia a scricchiolare, ed un tenero e piccolo dinosauro fa la sua comparsa…è Impy! Tutti sono subito pazzi di lui, ma presto la serenità dell’isola è turbata dall’arrivo di un strano ma cattivo re, che vuole catturare il piccolo Impy. Tra mille peripezie e divertenti avventure, il cucciolo di dinosauro riuscirà a conquistare il cuore e l’affetto di tutti, compresi quelli di colui che lo vorrebbe in gabbia!
Questo film tedesco puzza un po’ di sola.
Primo è del 2006.
Secondo questa coppia di registi ha girato solo questo ed un altro film: Urmel voll in Fahrt (2008), Urmel aus dem Eis (2006) che è quello in programmazione da domani.
Si ok il film ha vinto un premio al Gijón International Film Festival e allora?
Tre stars e sono buono.
Pi si sa che, non avendo marmocchi, io di questi film non sono un estimatore.
Un’estate al mare
titolo originale: Un’estate al mare
nazione: Italia
anno: 2008
regia: Carlo Vanzina
genere: Commedia
durata: 115 min.
distribuzione: Medusa Film
cast: G. Proietti (Giulio/narratore) • M. Ceccherini (Cecco) • L. Banfi (Nicola) • B. Izzo (Dudù) • E. Salvi (Enzo) • E. Brignano (Italo) • E. Greggio (Ugo Persichetti) • N. Brilli (Luciana) • A. Falchi (Cosima) • A. Seredova (Debbie) • V. Silvstedt (Eva) • M. Jara (Mercedes)
sceneggiatura: C. Vanzina • E. Vanzina
musiche M. De Sica • L. Mas
fotografia: C. Zamarion
montaggio: R. Crociani
Trama: Sette episodi con al centro le vacanze, il mare, il sole ambientati a Peschici, San Felice Circeo, Forte dei Marmi, Ischia, Capri, Ostia e Porto Rotondo, tenuti insieme dalla voce narrante di Gigi Proietti.
Qui ragazzi cosa dire.
Sti’ due fratelli prima si accontentavano di fare un film l’anno, il cinepanettone, termine coniato apposta per la loro produzione.
Mo’ non gli basta più, si vede che anche loro so’ vittime dell’euro, ma noi che abbiamo fatto di male per meritarci pure l’estate al mare d’estate?
Non so come fanno, ma riescono sempre a reclutare il meglio del peggio italiano, o il peggio del meglio fate voi, che voglio dire ci vuole una certa ostinazione. E poi quanta TV spazzatura riciclata Dio mio.
Qualche faccia spunta nuova e non è un buon segno … tipo Gigi Proietti (che s’adda fà pe campà e Gigi), ma altre rimangono fisse come il baccalà.
Che tristezza … e la cosa che mi rende ancora più triste e che sbancherà al box office, perché uscirà in 2000 sale, e ci sentiremo pure qualche servizio al telegiornale.
Vincenzo Mollica gongolerà e presto inizieremo a sentire pure qualche critico che ci dirà la fatidica frase: “In fondo c’è più Italia nei film di Vanzina che in tanta altra produzione d’autore italiana“.
Ah si e allora: “Ve li meritate i fratelli Vanzina, ve li meritate i fratelli Vanzina“.
Poi distribuisce Medusa figurarsi. L’ennesimo modo per finanziare chi sappiamo.
Forse dovremmo seriamente prendere in considerazione l’idea di fare un contro esodo ed espatriare pure noi.
Sono stato di recente a Madrid e credetemi, quella è la città che fa per me.
Cosa ci potrebbe essere di peggio? Lo stesso film girato però da Neri Parenti.
Zero stars evocative dell’oscurantismo che esprime questo cinema italiano.
Postal
titolo originale: Postal
nazione: U.S.A. / Canada / Germania
anno: 2007
regia: Uwe Boll
genere: Commedia
durata: 103 min.
distribuzione: Onemovie
cast: C. Coppola (Richard) • D. Foley (Zio Dave) • J. Tohn (Faith) • Z. Ward (Postal Dude)
sceneggiatura: U. Boll • B. Knight
musiche: J. de Rooij
fotografia: M. Neumann
montaggio: J. Clarke
Trama: Un giorno nella vita di Postal Dude, a zonzo nella ilare cittadina di Paradise. Proprio quando il nostro eroe pensa di aver raggiunto il fondo, le cose iniziano ad andare peggio. Dopo aver sopportato le angherie della moglie, dopo una disastrosa intervista di lavoro, dopo un viaggio umiliante all’ufficio di collocamento, Dude si ritrova nella comune di zio Dave – praticamente l’ultima spiaggia.
Ecco già dal plot s’intuisce che questa è la peggiore sola della settimana … quella che in genere noi premiamo con una star.
Bene eccovela una star, ringraziatemi per i sette euro e cinquanta risparmiati, e buon fine settimana a tutti, ai film belli e a quelli brutti (come questo).
I trailer godeteveli qui.
Godetevi quest’anteprima del 2 luglio:
Wanted :: Trailer from ::We Love Moo:: on Vimeo.
A cura di cinemavistodame.
@controreazioni Carissimi nuovi amici, ben venuti tra i cineblgger itaiani.
Visitate anche l’altro mio blog https://cinemavistodame.com ed in bocca al lupo.
Vado di fretta adesso ma mi riprometto di leggervi con maggiore attenzione … non mancheranno i miei commenti.
E’ bello vedere incrementarsi questa community.
Con stima.
Rob.
Bello il tuo sito, ci occupiamo anche noi di cinema, ci trovi su
http://controreazioni.wordpress.com/